2024-12-09
Ucraina, Trump: «Subito il cessate il fuoco»
Il nuovo leader Usa avverte Kiev: «Pronti a meno aiuti». E valuta l’uscita dalla Nato. Volodymyr Zelensky chiede «garanzie certe» dallo zar. Il Cremlino: «Siete voi a non trattare».Si avvicina l’insediamento alla Casa Bianca e Donald Trump inizia a prendersi la scena internazionale. Dopo un mese passato quasi interamente nella sua residenza a Mar-a-Lago, in Florida, da dove ha stabilito le pedine fondamentali del suo futuro esecutivo, sabato si è recato a Parigi per l’inaugurazione della restaurata Notre-Dame. Un’occasione per cominciare a gettare le fondamenta della sua politica estera in Europa, a partire dal futuro dell’Ucraina, su cui si è intrattenuto in un trilaterale con Emmanuel Macron e Volodymyr Zelensky. «Dovrebbe esserci un immediato cessate il fuoco e dovrebbero iniziare i negoziati», ha poi scritto su Truth, il suo social network. «Troppe vite sono state sprecate inutilmente, troppe famiglie distrutte e, se la situazione continuasse, potrebbe trasformarsi in qualcosa di molto più grande e molto peggiore». «Conosco bene Vladimir», conclude. «Questo è il suo momento per agire. La Cina può aiutare. Il mondo sta aspettando!».Il post di Trump prende le mosse dalla situazione in Siria, verso cui la Russia, sua storica protettrice, «ha perso tutto l’interesse […] a causa dell’Ucraina, dove circa 600.000 soldati russi sono feriti o morti in una guerra che non sarebbe mai dovuta iniziare e che potrebbe durare per sempre». «La Russia e l’Iran sono attualmente in uno stato di debolezza», continua, «una a causa dell’Ucraina e della cattiva economia, l’altro per via di Israele e del suo successo militare». Poi arriva la vera notizia: «Allo stesso modo, Zelensky e l’Ucraina vorrebbero raggiungere un accordo e fermare questa follia». Il tycoon, dunque, ha iniziato a mettere pressione sul presidente ucraino affinché si pieghi a un negoziato che, inevitabilmente, non potrà soddisfare le volontà di Kiev di recuperare appieno la propria integrità territoriale. L’avvertimento arriva forte e chiaro 24 ore dopo, quando in un’intervista a Nbc news il presidente eletto ha annunciato che è «possibile» che la sua amministrazione decida di ridurre gli aiuti all’Ucraina (l’attuale esecutivo, intanto, ha annunciato un nuovo pacchetto di assistenza alla sicurezza per l’Ucraina da 988 milioni di dollari). Le pressioni, d’altra parte, non riguardano soltanto Kiev: Trump ha anche avvisato i partner europei che è pronto a uscire dalla Nato qualora non pagassero i loro conti. Dal canto suo, Zelensky ha commentato l’incontro di Parigi in un lungo post su X. «Ho affermato che abbiamo bisogno di una pace giusta e duratura», scrive, «una che i russi non possano distruggere tra pochi anni, come hanno fatto ripetutamente in passato». «Gli ucraini vogliono la pace più di chiunque altro», continua poco sotto. «La Russia ha portato la guerra nella nostra terra ed è la Russia che più cerca di ostacolare la possibilità di pace». Il presidente ucraino, poi, ha fornito i numeri delle vittime di ambo gli schieramenti (su cui è più che lecito nutrire dei dubbi): «750.000 vittime, tra cui 198.000 morti e più di 550.000 feriti» per Mosca, «43.000 soldati uccisi in azione sul campo di battaglia» e 370.000 feriti per Kiev. La guerra, ribadisce, «non può semplicemente finire con un pezzo di carta e poche firme. Un cessate il fuoco senza garanzie può essere riacceso in qualsiasi momento, come Putin ha già fatto in passato». Putin che, secondo l’ex comico, è «dipendente dalla guerra» e «può essere fermato solo con la forza».La richiesta di Trump di aprire i negoziati ha fornito un assist a Mosca per ricordare che sono gli ucraini a dover annullare il decreto con cui hanno vietato le trattative con la leadership russa. Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha inoltre ribadito la necessità di tener conto «delle realtà che emergono sul terreno» e ha ricordato che «le condizioni per la cessazione immediata delle ostilità sono state stabilite dal presidente Putin nel giugno di quest’anno nel suo discorso al ministero degli Esteri russo». Esse sono: il ritiro degli ucraini dalle quattro regioni occupate e la rinuncia ufficiale da parte di Kiev a entrare nella Nato.
Jose Mourinho (Getty Images)