2024-07-16
Trump cambia toni: «Ci serve più unità». E schiva proiettili anche dal tribunale
Donald Trump (Getty Images)
Il candidato straccia il discorso anti Biden scritto per la convention repubblicana. Archiviata l’inchiesta sui documenti «trafugati».Ironia della sorte, lo hanno salvato i clandestini messicani. «Sarei morto se non avessi girato leggermente la testa a destra per leggere un grafico sugli immigrati clandestini». Il giorno dopo è quello dei dettagli, delle coincidenze e del cambio di rotta. John Wayne è sceso da cavallo. Basta muscoli e proclami, ora è il tempo di parlare all’America. Lo farà giovedì da un palco «perché bisogna tornare subito a lavorare». Ventiquattr’ore dopo i quattro colpi di fucile a Butler, Donald Trump modifica la strategia, getta nel cestino il discorso contro Joe Biden previsto per la convention repubblicana di Milwaukee («peccato, sarebbe stato strepitoso»), impone ai reporter di non fotografare la fasciatura sull’orecchio destro. E in nome dell’understatement fin qui poco praticato, si prepara a puntare sull’unità della nazione lacerata dalla domenica nera.«Sinceramente, terrò un discorso completamente diverso, voglio dare un messaggio di unità al Paese e al mondo», ha scritto sui suoi social. «Perché dovrei essere morto. E invece per fortuna o grazie a Dio, come dicono molte persone, sono ancora qui». Ora punta sull’inclusività, sull’America che deve superare le divisioni. E come dice anche Biden alla Casa Bianca: «La politica non deve trasformarsi in un campo di sterminio. Siamo tutti americani». I medici avevano consigliato a Trump di rimandare il viaggio di un paio di giorni ma lui è già nel Wisconsin. «Ho deciso che non posso permettere che un tiratore o un potenziale assassino mi costringano a cambiare i programmi o qualsiasi altra cosa». Quando scende dall’aereo, alza il pugno esattamente come aveva fatto qualche secondo dopo l’attentato in Pennsylvania e commenta la storica foto scattatagli con il sangue sul volto. «Molte persone dicono che è la foto più iconica che abbiano mai visto. Hanno ragione e non sono morto. Di solito per avere una foto iconica devi morire». Lui ci è andato molto vicino. Ammette in presa diretta: «Sarei morto se non avessi girato leggermente la testa a destra per leggere un grafico sugli immigrati clandestini. Doveva essere il colpo mortale e invece mi ha strappato solo un pezzetto di orecchio».Quello che occupa tutte le televisioni del mondo è un Trump in ottime condizioni, istrionico come di consueto, perfettamente consapevole del regalo politico recapitatogli sotto forma di proiettile che ha mancato il bersaglio. In un’intervista al New York Post rilasciata sull’aereo privato che lo portava a destinazione, dice: «Dopo il fight, fight, fight avrei voluto continuare a parlare, ma mi hanno portato via. Volevo solo continuare a parlare, ma mi avevano appena sparato». Un dettaglio curioso, che indica la fatica dei bodyguard nell’infilare l’ex presidente sul Suv corazzato. The Donald chiarisce anche il mistero delle scarpe. Nel video della sparatoria, mentre gli agenti cercavano di farlo scendere dal palco, si sente dire: «Aspetta, voglio prendere le mie scarpe». Nell’intervista al Post spiega che «gli agenti sono arrivati in volo come linebacker (i rocciosi difensori del football americano, ndr), mi hanno colpito così forte che le mie scarpe sono cadute. E le mie scarpe sono strette», commenta con un sorriso mostrando un livido sul braccio, causato dalla grinta degli angeli custodi.Poi, osservando le immagini del killer, il Trump miracolato ha un moto d’orgoglio: «L’hanno fatto fuori con un colpo proprio tra gli occhi», e indica il ponte del suo naso. Rivolge un grazie ai cecchini che hanno neutralizzato l’attentatore: «Hanno fatto un lavoro fantastico. Tutto questo è surreale per tutti noi». Ancora un dettaglio significativo. Mentre veniva medicato nell’ospedale di Butler, il medico che lo stava fasciando gli ha detto di non avere «mai visto nessuno sopravvivere dopo i colpi di un AR-15». Non è possibile conoscere la smorfia trumpiana in quell’istante. Sull’aereo, mentre i segretari rispondono ai messaggi in arrivo da tutto il mondo, lui riserva un pensiero a Corey Comperatore, il vigile del fuoco morto nella sparatoria. Ha deciso che andrà al suo funerale. Dice a uno degli aiutanti: «Prendi i numeri, voglio andare anche in ospedale a parlare con i feriti e con le famiglie».Sono trascorse solo 48 ore ma sembra che l’attentato più brutale degli ultimi decenni negli Stati Uniti sia già stato storicizzato dalla vittima. Il tycoon ha un ultimo pensiero per quella folla prima entusiasta, poi terrorizzata. Ma sempre composta. «Erano 55.000 persone, sono rimaste tutte calme. Incredibile. In un sacco di posti, specialmente negli stadi durante le partite di football, si sente un colpo e tutti si mettono a correre. Qui i colpi sono stati tanti ma la gente è rimasta ferma, responsabile. Li amo, sono persone fantastiche».Se una mano divina lo ha salvato dal proiettile letale, una sentenza lo salva poche ore dopo dal processo più pericoloso dei quattro a carico. Forse non è il secondo miracolo, è solo realpolitik. La notizia arriva dalla Florida, dove la giudice Aileen Cannon ha archiviato il caso di «occultamento di documenti riservati classificati» a Mar a Lago, 20 scatoloni trovati in una perquisizione dell’Fbi che sarebbero stati trasferiti dalla Casa Bianca a fine mandato. La decisione prende spunto dalla recente sentenza della Corte Suprema secondo cui «gli ex presidenti godono di parziale immunità per gli atti ufficiali compiuti durante il mandato». Trump salvato dagli immigrati latinos e da una giudice donna. Colonna sonora «Perfect day», canta Lou Reed.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.