2018-10-31
Trump cala l’asso sul voto di midterm: «Via lo ius soli, è un diritto ridicolo»
Il presidente vuole cancellare la norma costituzionale secondo cui chi nasce negli Usa diventa cittadino: «Lo faremo con un semplice ordine esecutivo». Però gli esperti si dividono sulla legittimità della riforma.Visto che Hillary Clinton continua a lasciare aperta una porta alla ricandidatura nel 2020, bloccando di fatto ogni tentativo di rinnovamento nel Partito democratico statunitense, Donald Trump rispolvera i temi che fecero la sua fortuna nella campagna elettorale del 2016 che lo videro trionfare sull'ex first lady: immigrazione e fake news. Il presidente repubblicano ha spiegato in un'intervista al sito Axios (la versione integrale verrà trasmessa domenica dall'emittente Hbo) che intende firmare un ordine esecutivo per cancellare lo ius soli, che negli Stati Uniti è automatico e garantito dal quattordicesimo emendamento della Costituzione: chiunque nasca nel Paese, non importa la nazionalità dei genitori, è automaticamente un cittadino statunitense. Già nel 2015, quando era uno dei candidati alle primarie del Partito repubblicano, Trump definì lo ius soli «la più grande calamita che attira gli immigrati illegali». Ieri, a una settimana esatta dalle elezioni di metà mandato del 6 novembre con le quali si rinnoveranno l'intera Camera dei rappresentanti e un terzo del Senato, il presidente ha ripreso il tema, definendo lo ius soli «una cosa ridicola» e annunciando la sua volontà di cambiare le norme che regolano l'acquisizione della cittadinanza per evitare in particolare che i figli di persone immigrate illegalmente possano diventare americani: «È stato avviato il processo e lo faremo con un ordine esecutivo».Gli obiettivi di questa linea dura del presidente sono due: gli anchor babies e la chain migration. Con la prima definizione, bambini àncora, si identificano quei bimbi le cui madri hanno fatto di tutto pur di farli nascere negli Stati Uniti: i quali, appunto, ancorano la famiglia d'origine, che è tenuta a provvedere al mantenimento del piccolo, al Paese. Secondo uno studio del Pew research, questo «turismo delle nascite» è cresciuto a dismisura dal 1980, ha raggiunto un picco di 370.000 nascite nel 2007 ma è in costante calo dagli anni della grande recessione. Per chain migration, invece, Trump intende l'immigrazione a catena, cioè l'insieme delle norme che consentono i ricongiungimenti familiari. Questo quadro giuridico che il presidente vorrebbe abolire è lo stesso che ha permesso ai genitori della first lady Melania Trump, Viktor e Amalija Knavs, di diventare ad agosto cittadini statunitensi dopo aver giurato a New York. Nell'intervista, Trump è apparso in difficoltà sulla fattibilità della sua promessa: «Mi è sempre stato detto che c'è bisogno di un emendamento costituzionale, ma sapete cosa? Non c'è bisogno», ha spiegato Trump. Che poi ha aggiunto, anticipando le obiezioni che pochissimi minuti dopo la diffusione dell'anticipazione dell'intervista diversi costituzionali hanno mosso alla sua idea: «Si può senza dubbio fare con un atto del Congresso, ma ora mi dicono che si può fare anche con un ordine esecutivo». Secondo i costituzionalisti, però, Trump non può intervenire sullo ius soli con un semplice ordine esecutivo, in quanto il quattordicesimo emendamento rappresenta un limite invalicabile: servirebbe una riforma costituzionale votata a due terzi dal Congresso e poi ratificata da una maggioranza qualificata di stati americani. Per questo, Trump ha deciso di puntare su una revisione dell'interpretazione di quell'emendamento che fu ratificato nel 1868 con l'obiettivo di riconoscere e tutelare i diritti degli schiavi liberati. Però, secondo una corrente minoritario di costituzionali, non deve essere applicato ai figli di immigrati senza documenti o con visti temporanei. Tra questi c'è John Eastman, del Chapman university's center for constitutional jurisprudence, che ad Axios ha spiegato che l'emendamento dovrebbe valere solo per i cittadini e per chi ha ottenuto la green card, il permesso di soggiorno permanente. Addirittura, secondo Michael Anton, ex consigliere per la sicurezza nazionale del presidente, che è al lavoro sul testo, «c'è una clausola dell'emendamento che la gente ignora o interpreta malamente. La Costituzione dice che se sei figlio di cittadini o figlio di immigrati legali, sei statunitense. Ma questo significa che se sei qui illegalmente, se sei fedele a una nazione straniera, se sei cittadino di un Paese straniero, allora l'emendamento non si applica a te».Mentre Trump annuncia la linea dura sullo ius soli e invia 5.200 soldati alla frontiera con il Messico in vista dell'arrivo della carovana di migranti dall'Honduras, i costituzionalisti dibattono andando alla ricerca di sentenze della Corte suprema e le elezioni di medio termine si avvicinano. Davanti a un Partito democratico ancora alla ricerca di un'identità dopo la sconfitta della Clinton nel 2016, Trump rilancia un altra sua battaglia: quella contro i grandi media, accusandoli di diffondere fake news che generano la spirale d'odio e violenza che si sono abbattute negli ultimi giorni sugli Stati Uniti. Nonostante questo, però, il Partito repubblicano rischia di perdere il controllo della Camera dei rappresentanti che, secondo le ultime proiezioni del sito Fivethirtyeight, finirebbe al Partito democratico. Al Senato, invece, le chance di vittoria per la sinistra sono quasi vicine allo zero. I repubblicani puntano tutto su Trump e i suoi cavalli di battaglia, i democratici invece sull'affluenza che potrebbe segnare un record quarantennale per quanto riguarda le elezioni di medio termine e il voto delle donne (c'è il primato assoluto di candidate al Congresso, ben 257 sui due fronti). Per Trump il rischio è che nei prossimi due anni potrebbe essere costretto a mediare sulle sue riforme con una Camera bassa nelle mani della sinistra.