2021-12-30
La grande truffa di limoni e fagiolini. Così la spesa è diventata un salasso
Rincari record nei mercati, soprattutto per l’ortofrutta. La Finanza drizzi le antenne.In questa storia degli aumenti dei generi alimentari e soprattutto in quelli ortofrutticoli c’è qualcosa che non va? O almeno che a noi francamente sfugge. Perché o i limoni (+59%) arrivano tutti dall’Australia, le carote (+32%) dalla Corea del Sud, gli spinaci dal Madagascar, i fagiolini dal Sudafrica (+32%) oppure vi sembra credibile che tutto sia dovuto alle spese di trasporto? E per le melanzane lunghe che sono aumentate del 41% come la mettiamo? O quest’anno son sproporzionatamente più lunghe dell’anno scorso per cui anche il trasporto non può avvenire più con i camioncini e i furgoni ma ci vogliono dei treni merci no dei tir, oppure come la spieghiamo col peso dato dall’aumento della lunghezza? Forse dovrebbe intervenire l’Europa che si occupò della curvatura delle banane, per regolamentarla, o della dimensione delle vongole affidata ai poveri pescatori.Ora, se uno vuol comprare per queste feste un chilo di ciliegie rosse, che si abbinano bene col rosso natalizio (il rosso non va con tutto) spenderà in media 48 euro, ma sono fattacci suoi. Le ciliegie, infatti, fuori stagione, arrivano dall’Argentina o dal Cile e percorrono 12.000 chilometri e non col carretto del contadino sudamericano ma con aerei e navi e camion e lì è chiaro che i prezzi di trasporto con l’aumento spaventoso dei carburanti incidono, eccome se incidono. Ma per i limoni, le zucchine, le carote, gli spinaci, i fagiolini e le melanzane (lunghe s’intende) come la mettiamo? Dipende tutto, anche in questi casi, solo dall’aumento dei carburanti? O dagli agricoltori italiani? O dagli ambulanti dei mercati rionali? O dai commercianti? O c’è qualcosa che non va in quello che ci sta nel mezzo tra l’agricoltore, il commerciante (ambulante o no che sia) e il consumatore finale? Perché gli aumenti si spiegano solo in tre modi, non in mille: aumento dei trasporti (ma vi sembrano giustificabili solo con i trasporti gli aumenti che abbiamo citato?), aumento delle materie prime (il grano influisce sul pane e sulla pasta, però, non sulle zucchine), o calamità naturali e maltempo e nel 2021, in effetti, in Italia, si sono verificati 1.200 eventi estremi tra cui nubifragi, alluvioni, trombe d’aria, grandinate e ondate di calore, il 56% in più rispetto all’anno precedente.Ma noi temiamo che ci sia un quarto fattore che dicevamo poco sopra: qualcuno ci marcia facendo un gioco sporco che come al solito ricade sui meno abbienti. È tristemente noto che nei mercati all’ingrosso dell’ortofrutta nel nostro Paese spesso ci sono state infiltrazioni di congreghe di tipo malavitoso e specificamente mafioso. Poi, che ci sia qualche commerciante che faccia il furbo non c’è dubbio ma lì fare i furbi è più difficile perché o in un luogo ce n’è uno solo oppure il consumatore dopo la prima fregatura cambia commerciante e quello che voleva fregare rimane fregato. Ma ci sta, lo si sa, succede. Qui c’è qualcuno, per dirla ancora più chiara, che tra l’agricoltore e il consumatore specula, sta cogliendo la palla al balzo per fare aumenti spropositati di beni di prima necessità - quindi sta facendo qualcosa di molto grave, di inqualificabile - nascondendosi, o pensando di farlo, dietro l’aumento dei carburanti e dunque delle spese di trasporto.Maurizio Belpietro non è un pm e La Verità non dispone della polizia giudiziaria per compiere delle indagini. Ma in Italia la Guardia di finanza e l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, a nostro modesto avviso, un occhio sulla questione ce lo dovrebbe buttare e anche in fretta. Perché non ne va solo della spesa dei consumatori - lo ripetiamo, in particolare dei meno abbienti - ma anche del buon nome dell’intera filiera agroalimentare, un gioiello del nostro Paese, fatto da donne e uomini che si fanno un gran mazzo, inverno e estate, spesso con orari massacranti e ci permettono di avere sulle nostre tavole elementi fondamentali e indispensabili della nostra alimentazione. Oltre a rivestire un ruolo importante nelle esportazioni fondamentali per il Pil del nostro Paese. Qualcosa va fatto e in fretta. E speriamo di esserci sbagliati. È uno dei casi in cui ci dispiacerebbe molto averci visto bene, cioè aver ragione.
Thierry Sabine (primo da sinistra) e la Yamaha Ténéré alla Dakar 1985. La sua moto sarà tra quelle esposte a Eicma 2025 (Getty Images)
La Dakar sbarca a Milano. L’edizione numero 82 dell’esposizione internazionale delle due ruote, in programma dal 6 al 9 novembre a Fiera Milano Rho, ospiterà la mostra «Desert Queens», un percorso espositivo interamente dedicato alle moto e alle persone che hanno scritto la storia della leggendaria competizione rallystica.
La mostra «Desert Queens» sarà un tributo agli oltre quarant’anni di storia della Dakar, che gli organizzatori racconteranno attraverso l’esposizione di più di trenta moto, ma anche con memorabilia, foto e video. Ospitato nell’area esterna MotoLive di Eicma, il progetto non si limiterà all’esposizione dei veicoli più iconici, ma offrirà al pubblico anche esperienze interattive, come l’incontro diretto con i piloti e gli approfondimenti divulgativi su navigazione, sicurezza e l’evoluzione dell’equipaggiamento tecnico.
«Dopo il successo della mostra celebrativa organizzata l’anno scorso per il 110° anniversario del nostro evento espositivo – ha dichiarato Paolo Magri, ad di Eicma – abbiamo deciso di rendere ricorrente la realizzazione di un contenuto tematico attrattivo. E questo fa parte di una prospettiva strategica che configura il pieno passaggio di Eicma da fiera a evento espositivo ricco anche di iniziative speciali e contenuti extra. La scelta è caduta in modo naturale sulla Dakar, una gara unica al mondo che fa battere ancora forte il cuore degli appassionati. Grazie alla preziosa collaborazione con Aso (Amaury Sport Organisation organizzatore della Dakar e partner ufficiale dell’iniziativa, ndr.) la mostra «Desert Queens» assume un valore ancora più importante e sono certo che sarà una proposta molto apprezzata dal nostro pubblico, oltre a costituire un’ulteriore occasione di visibilità e comunicazione per l’industria motociclistica».
«Eicma - spiega David Castera, direttore della Dakar - non è solo una fiera ma anche un palcoscenico leggendario, un moderno campo base dove si riuniscono coloro che vivono il motociclismo come un'avventura. Qui, la storia della Dakar prende davvero vita: dalle prime tracce lasciate sulla sabbia dai pionieri agli incredibili risultati di oggi. È una vetrina di passioni, un luogo dove questa storia risuona, ma anche un punto d'incontro dove è possibile dialogare con una comunità di appassionati che vivono la Dakar come un viaggio epico. È con questo spirito che abbiamo scelto di sostenere il progetto «Desert Queens» e di contribuire pienamente alla narrazione della mostra. Partecipiamo condividendo immagini, ricordi ricchi di emozioni e persino oggetti iconici, tra cui la moto di Thierry Sabine, l'uomo che ha osato lanciare la Parigi-Dakar non solo come una gara, ma come un'avventura umana alla scala del deserto».
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