2022-02-11
Trudeau fa il duro contro i camionisti. L’assedio resiste, ma il suo partito no
In Canada i blocchi fermano i colossi dell’auto. Il premier però insiste: «Ora basta». E i liberali e le province lo abbandonano.Non si arresta la protesta contro le restrizioni pandemiche a Ottawa, che va avanti ormai ininterrottamente dallo scorso 28 gennaio. In particolare, ieri un corteo di manifestanti si è diretto nei pressi dell’aeroporto della Capitale, ostacolando il traffico nell’area. In questo quadro, mercoledì la polizia aveva emesso un comunicato, minacciando di arrestare i dimostranti. «Vi stiamo informando che chiunque blocchi le strade o assista altri nel blocco delle strade potrebbe commettere un reato. Dovete immediatamente cessare ulteriori attività illegali o potreste finire sotto accusa», si leggeva nella nota. Non solo. Ieri è infatti stato completamente bloccato l’Ambassador bridge: il trafficato ponte che collega il Michigan all’Ontario e che risulta uno snodo di fondamentale importanza economica (stando al Toronto Star, lo attraversano giornalmente beni dal valore di oltre 400 milioni di dollari). Secondo la Canadian broadcasting corporation, tra la notte di mercoledì e la mattina di ieri, svariati dimostranti hanno interrotto una strada nelle vicinanze, costringendo il traffico a fermarsi nel centro della città di Windsor. La paralisi dell’Ambassador bridge ha suscitato preoccupazioni anche nell’amministrazione Biden. «Il blocco rappresenta un rischio per le catene di approvvigionamento dell’industria automobilistica perché il ponte è un condotto chiave per i componenti e le parti dei veicoli a motore», ha detto la portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki. È quindi proprio in questa situazione che, mercoledì scorso, alcuni colossi automobilistici hanno annunciato la sospensione di parte della loro produzione. Toyota ha reso noto che interromperà le proprie attività produttive in Ontario per il resto della settimana, mentre uno stop è stato annunciato anche da Ford e Stellantis. Secondo la Bbc, i manifestanti sono comunque riusciti a raccogliere 7,8 milioni di dollari sul sito Web Givesendgo a partire da mercoledì: un risultato raggiunto dopo che la piattaforma Gofundme aveva annullato una raccolta fondi arrivata a sfiorare i 10 milioni di dollari. Una mossa, quella di Gofundme, che aveva innescato le ire di alti esponenti del Partito repubblicano statunitense (il quale è in gran parte solidale con i dimostranti di Ottawa). Nel frattempo, la situazione politica va surriscaldandosi all’interno del Partito liberale, attualmente al governo del Canada. Nella compagine stanno infatti crescendo i malumori nei confronti del premier, Justin Trudeau, che - ricordiamolo - ha assunto una linea particolarmente dura rispetto ai dimostranti di Ottawa. Martedì scorso, il deputato liberale del Quebec, Joël Lightbound, si era mostrato notevolmente critico verso il primo ministro. «Sia il tono che le politiche del mio governo sono cambiate drasticamente alla vigilia e durante l’ultima campagna elettorale», aveva tuonato durante una conferenza stampa. «Si è deciso di erigere muri, dividere e stigmatizzare. Temo che questa politicizzazione della pandemia rischi di minare la fiducia del popolo nelle nostre istituzioni di salute pubblica». Una posizione, quella di Lightbound, che - il giorno dopo - ha incassato l’appoggio di un altro deputato liberale del Quebec, Yves Robillard. «Lui (Lightbound, ndr) ha detto esattamente quello che molti di noi pensano», ha dichiarato. I conservatori intanto stanno andando all’attacco. La loro leader ad interim, Candice Bergen, è stata particolarmente dura. «I Paesi di tutto il mondo si stanno aprendo. I canadesi sono pronti a riprendersi la vita, ma sembra che il primo ministro voglia vivere in una pandemia permanente», ha tuonato. «Il primo ministro», ha aggiunto, «deve mettere da parte il suo ego e fare ciò che è giusto per il Paese. Deve porre fine agli obblighi. Deve porre fine alle restrizioni». Restrizioni che, secondo l’Ottawa Citizen, ieri i conservatori hanno chiesto di revocare tramite una mozione. Trudeau persiste tuttavia nella sua linea di netta chiusura rispetto alle rivendicazioni dei dimostranti. «Blocchi, manifestazioni illegali sono inaccettabili e hanno un impatto negativo su aziende e produttori», ha affermato alla Camera dei Comuni mercoledì. «Dobbiamo fare di tutto per farli finire», ha aggiunto, per poi proseguire: «Non puoi porre fine a una pandemia con i blocchi, devi farla finire con la scienza, devi farla finire con misure di pubblica sicurezza». Eppure varie province canadesi si stanno muovendo per allentare o addirittura revocare le restrizioni pandemiche. È in questa direzione che, negli ultimi giorni, si sono per esempio mossi Alberta, Saskatchewan, Quebec e l’Isola del Principe Edoardo. Inoltre, secondo la Bbc, anche la Nuova Scozia e il Nuovo Brunswick starebbero riducendo alcune restrizioni. Una situazione complessiva, insomma, che indebolisce politicamente il premier.Non si arrestano frattanto i tentativi di emulazione della protesta di Ottawa. In Francia, migliaia di camionisti hanno intenzione di convergere oggi su Parigi: un fattore che ha portato la polizia a minacciare multe salate e pene detentive.
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(Esercito Italiano)
Si è conclusa nei giorni scorsi in Slovenia l’esercitazione internazionale «Triglav Star 2025», che per circa tre settimane ha visto impegnato un plotone del 5° Reggimento Alpini al fianco di unità spagnole, slovene e ungheresi.
L'esercitazione si è articolata in due moduli: il primo dedicato alla mobilità in ambiente montano, finalizzato ad affinare le capacità tecniche di movimento su terreni impervi e difficilmente accessibili; il secondo focalizzato sulla condotta di operazioni offensive tra unità contrapposte. L’area delle esercitazioni ha compreso l’altopiano della Jelovica, nella regione di Gorenjska, e il massiccio del Ratitovec, tra i 900 e i 1.700 metri di altitudine.
La «Triglav Star 2025» è culminata in un’esercitazione continuativa durata 72 ore, durante la quale i militari hanno affrontato condizioni meteorologiche avverse – con terreno innevato e fangoso e intense raffiche di vento in quota. Nella fase finale, il plotone italiano è stato integrato in un complesso minore multinazionale a guida spagnola. La partecipazione di numerosi Paesi dell’Alleanza Atlantica ha rappresentato un’importante occasione di confronto, favorendo lo scambio di esperienze e competenze.
La «Triglav Star 2025» si è rivelata ottima occasione di crescita, contribuendo in modo significativo a rafforzare l’integrazione e l’interoperabilità tra le forze armate dei Paesi partecipanti.
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