
- Il ragazzino critica Casapound e subito diventa un eroe. Cioè l'ennesimo minorenne da strumentalizzare.
- Il sito di Panorama pone ai lettori la domanda più diretta: «Voi li accettereste?». In poche ore arrivano migliaia di risposte via social. E la grande maggioranza dice no.
Lo speciale contiene due articoli
Fra i ragazzi della via Pal mancava Simone, il posto era visibilmente vuoto. Così oggi i leader e gli house organ del Pd hanno arruolato anche lui e siamo tutti più tranquilli. Simone, il giovane di 15 anni che a Torre Maura ha detto la sua davanti ai militanti di Casapound («'Sta cosa di anda' sempre contro le minoranze a me nun me sta bene, nessuno dev'essere lasciato indietro») è l'eroe della settimana a sinistra. Nicola Zingaretti non vede l'ora di inserirlo in organico al posto dei giovani turchi e Fabio Fazio ha svoltato nella scelta del prossimo ospite di Che tempo che fa.
Ormai, in barba alla legge contro l'utilizzo dei minori in pubblicità, è un riflesso condizionato. Dopo le dolci trecce di Greta Thunberg sfoderate contro il riscaldamento globale; dopo Adam e Remi assurti al ruolo di Starsky e Hutch nello sventare la strage del marocchino cattivo e nuovi testimonial dello ius soli, ecco che un'altra casella è riempita. È quella dell'innocente progressista inconsapevole che si ribella alla strumentalizzazione politica delle minoranze, tema chiave sul quale il partito balbetta perché in prima fila nello strumentalizzare tutto il resto.
Nel video che si può vedere ovunque (la Repubblica lo sta replicando come se fosse un discorso inedito di Enrico Berlinguer) Simone è stato bravissimo, con una lucidità strategica che Laura Boldrini si sogna, una proprietà di linguaggio da far impallidire Matteo Orfini, una profondità di pensiero irraggiungibile per Luigi Marattin e una conoscenza delle periferie da dare lezioni a Carlo Calenda. Cortese, per niente intimorito ma pacato, il ragazzino ha detto ai grandi cose condivisibili con educazione e rispetto, dimostrando di aver letto libri cult come L'amico ritrovato e Oliver Twist. Soprattutto confermando che per parlare di un argomento è necessario conoscerlo, e lui i disagi dei quartieri dimenticati ai margini della metropoli li conosce bene.
Qui finisce la spontaneità di un gesto e comincia la pelosa appropriazione indebita da parte di chi, a pranzo e a cena, va in televisione a spaccare il capello in quattro sulla protezione dei minori (quando sono migranti). E agita la Carta di Treviso come se fosse la Costituzione, senza mai averla letta. Il meccanismo che scatta è sempre lo stesso: il testimonial politico Simone interessa e deve andare in passerella oggi; l'adolescente di 15 anni Simone, con i suoi sacrosanti diritti, da domani sarà un vuoto a perdere. Come tanti a Torre Maura, comune di Roma. Ieri un articolo di Repubblica, quotidiano in prima fila contro coloro che «cavalcano la paura», insinuava con piglio retorico: «Ora c'è paura di ripercussioni?». Come se già si preannunciassero spedizioni punitive contro il ragazzo; come se ci fosse la necessità di concedere una scorta alla Roberto Saviano in questo paese di presunti picchiatori fascisti. Retropensiero, questo sì, da perfetti cavalieri della paura.
Se proprio dovessimo proteggere Simone, lo faremmo per evitargli la macchiettizzazione, l'omologazione politica e i cappelli da carabiniere finiti sulla testa di Adam e Remi davanti al curato Fazio, il re dell'infotainment spaghetti-mandolino. C'è più populismo in quell'immagine da volemose bene umanitario e nel ritratto di Simone protettore dei rom che nel reddito di cittadinanza. Certo, costa meno. Il problema è che siamo portati a giustificare ciò che ci fa comodo. A raffreddare gli entusiasmi a sinistra sono arrivate le parole lapidarie (è un pregio di famiglia) di Walter, operaio e padre dell'adolescente, che ha colto al volo il rischio. «Non strumentalizzate mio figlio. Forse la sinistra non ha ancora capito il motivo per cui è stata scavalcata dalla destra. Non può accontentarsi dell'eroe di turno.
Oggi Simone, ieri Mimmo Lucano, l'altroieri il consigliere di Rocca di Papa; la persona che scalda gli animi per qualche ora, non un vero lavoro di organizzazione». La fotografia è perfetta, da pensiero forte rispetto ai vacui tweet renziani e agli sdruciti slogan post-renziani. Greta, Adam, Remi, Simone: fargli scivolare in tasca una tessera è una pratica meschina. La società di oggi pone molte domande e la divinizzazione dei baby filosofi sa tanto di resa. Non avendo più scuole di partito né teste ammobiliate di pensiero, il Pd cerca le risposte all'asilo.






