2021-04-29
I piani di Tridico per farci sudare la pensione
Il presidente Inps, dopo l'abolizione di Quota 100, pensa a un trattamento in due tempi. Uno al momento dell'uscita dall'azienda, su base contributiva, con conguaglio dopo i 67 anni. Ma ipotizza anche di adeguare l'età della quiescenza all'aspettativa di vita Istat.Ancora otto mesi circa e il periodo di sperimentazione triennale del sistema pensionistico Quota 100 sarà concluso. Il ticchettio delle lancette sta diventando sempre più forte in alcuni ministeri come quello del Lavoro guidato da Andrea Orlando o quello dell'Economia diretto da Daniele Franco. Bisognerà dunque decidere se passare a un nuovo sistema previdenziale o se tenere quello attuale, gradito alla Lega. Ieri, sul tema, è intervenuto anche il numero uno dell'Inps Pasquale Tridico, nel corso del convegno «Pensioni, 30 anni di riforma». L'idea del numero uno dell'istituto nazionale di previdenza è quella di calcolare e pagare gli assegni pensionistici in due tempi. Ci saranno, in pratica, due quote. Una al momento dell'uscita dall'azienda e un'altra quando si raggiungeranno i requisiti minimi per la pensione di vecchiaia, a partire dai 67 anni di età, soglia prevista dalla legge Fornero.Come ha fatto sapere ieri Tridico, all'inizio dei pagamenti pensionistici ci sarebbe una penalizzazione, ma con l'arrivo della vecchiaia il problema si esaurirebbe. Secondo la proposta di Tridico, il primo gradino della pensione arriverebbe, dunque, intorno ai 62-63 anni di età (con almeno 20 anni di contribuzione) e i contributi verrebbero calcolati attraverso il sistema contributivo. Nella fase successiva, invece, circa quattro o cinque anni dopo il primo assegno previdenziale, la cifra pagata salirebbe grazie all'inclusione dei contributi ottenuti attraverso il sistema retributivo.Inizialmente, quindi, si dovrebbe procedere a un ricalcolo su base interamente contributiva della pensione per permettere alla casse dello Stato di avere un po' di ossigeno, calcolando le cifre prendendo in considerazione anche i lavoratori più fragili. Il numero uno dell'Inps avrebbe previsto anche alcune agevolazioni per raggiungere il traguardo prima come uno sconto di un anno per ogni figlio per le donne lavoratrici, oppure un anno in meno ogni dieci anni per lavori usuranti e gravosi. Come ha sottolineato ieri il dirigente pubblico a beneficiare di queste agevolazioni sarebbero numericamente pochi e l'impatto sulle tasche dello Stato non sarebbe elevato. Tridico ha anche parlato del problema dei giovani che, tra bassi salari, buchi contributivi e precarietà rischiano di avere pensioni particolarmente basse. In questo caso l'idea è quella di offrire una pensione di garanzia attraverso incentivi come il riscatto pieno e gratuito per gli anni di laurea. Oppure, un altro buono strumento in campo previdenziale potrebbe essere quello della «staffetta generazionale», cioè la trasformazione dei contratti dei dipendenti più anziani in contratti part-time e la contestuale assunzione di lavoratori giovani con i risparmi per le aziende.Inoltre, l'idea sarebbe quella di adeguare l'età pensionabile all'aspettativa di vita Istat, tenendo conto che tale limite temporale sarebbe diverso in base al lavoro svolto.Sul futuro di Quota 100, insomma, al momento ci sono solo ipotesi. Quello che è certo è che il Piano nazionale di ripresa e resilienza non menziona le pensioni con il sistema Quota 100. Fatto sta che la Lega potrebbe anche essere disposta a valutare alternative a Quota 100 a patto che non si torni alla legge Fornero. Sul tema il partito di Matteo Salvini non è disposto a trattare. Lo ha chiarito ieri alla dodicesima edizione del Festival del lavoro promosso dal Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro. «Tagliare i diritti a lavoratori e pensionati è fuori questione», ha detto il leader del Carroccio. «Europa e Italia post Covid devono tutelare la possibilità di scelta. Quota 100 è una possibilità, non un obbligo. Io sono contrario agli obblighi. Se qualcuno decide di dedicarsi alla famiglia o ad altro deve poter essere libero di farlo».Il problema evidenziato dalla Lega, infatti, è che in seguito all'addio a Quota 100 chi vorrà andare in pensione non potrà farlo più a 62 anni. Proprio per questo motivo, in assenza di correttivi, si dovrà attendere il raggiungimento dei 67 anni di età, così come previsto dalla legge Fornero. Per il partito di Salvini un'alternativa potrebbe essere quella di andare in pensione con 41 anni di contributi a prescindere dall'età anagrafica e con strumenti che offrano flessibilità in uscita dal mondo del lavoro, elemento importante anche per diversi sindacati. Era stata messa da parte dal Conte bis anche l'ipotesi di una opzione Quota 102, in questi giorni rispolverata da Alberto Brambilla, presidente di Itinerari previdenziali ed ex sottosegretario al Lavoro. L'idea è quella di andare in pensione con almeno 63-64 anni d'età e 39-38 anni di versamenti (102 in totale, appunto) ma con un sistema di penalità per ogni anno d'anticipo rispetto alla soglia di vecchiaia (67 anni).Ad ogni modo, non ci sarà molto da attendere per trovare una soluzione che vada bene a tutti. La linea, anche se ancora all'inizio, appare tracciata. Con la fine del 2021 si tirerà una linea sul sistema Quota 100 con la speranza di trovare un'alternativa sostenibile sul lungo periodo come chiesto da tempo dalla Bce.
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