2023-08-20
«La crisi globale di matrice cinese è figlia di errori fatti qui nel 2008»
Giulio Tremonti (Imagoeconomica)
Giulio Tremonti: «Il Dragone unisce il peggio di comunismo e capitalismo. L’Occidente ha ridotto le regole e dato troppo potere alle banche centrali. I mutui subprime? Sono stati un contentino per la classe media distrutta».La globalizzazione è un’utopia che fa male. Non solo a chi l’ha promossa e poi subita, come il mondo occidentale, ma anche a chi ne dovrebbe trarre il maggior beneficio. È questa l’idea dell’ex ministro Giulio Tremonti che trova ogni giorno nuova conferma. La crisi del settore immobiliare cinese con il fallimento di Evergrande e le difficoltà di County garden sono la dimostrazione di un errore di fondo che non si riesce a correggere. Per questa ragione l’economia globale dopo l’ingresso di Pechino nel Wto avvenuto nel 2002 cammina di crisi in crisi. Senza trovare un assetto stabile.Da dove nasce il fallimento del mattone cinese?«Facciamo un passo indietro. Nel 2006 avevo scritto un libro, La paura e la speranza, in cui la paura era la previsione della crisi globale che sarebbe arrivata due anni dopo e la speranza era che fossero adottate le misure necessarie a evitare la catastrofe».E che cosa accadde?«Nel giugno del 2008, tre mesi prima del fallimento di Lehman, il governo Berlusconi, di cui ero ministro del Tesoro, varò un decreto legge che sostanzialmente disegnava le leggi finanziarie dei successivi tre anni. Con questo intervento veniva messo in sicurezza il bilancio dello Stato. Avevamo il terzo debito pubblico del mondo ma non eravamo la terza economia del mondo. Per questo servivano interventi particolarmente incisivi».Poi ci furono i subprime: i mutui erogati anche a soggetti con scarso merito di credito. Quando i tassi si alzarono buona parte di questi prestiti divenne insostenibile. A proposito della tempesta in arrivo, resta agli annali il confronto che a settembre 2007 a Villa d’Este aveva visto protagonisti lei e Bertinotti. Ideologie diverse ma conclusioni ravvicinate. Ci ricorda che cosa vi siete detti?«La crisi di oggi nasce in quel momento e non è mai finita. Le prime difficoltà sui mutui subprime si erano avvertite negli Usa proprio quella estate. Bisognava capire l’intensità della tempesta in arrivo». Come andarono le cose?«La crisi del 2008 è stato il segnale d’allarme che il meccanismo della globalizzazione stava generando mostri. Esattamente nei settori in cui si manifesta oggi: immobiliare e finanza. Ma la causa è più profonda».Quale?«In quella sessione con Bertinotti cercammo di capire quello che stava succedendo. La traiettoria si stava delineando abbastanza chiaramente: l’Asia e soprattutto la Cina diventavano la fabbrica del mondo, il lavoro veniva portato in quell’area sfruttando i costi molto bassi. In Occidente restavano i disoccupati da assistere e un welfare sempre più pesante da finanziare. In questa maniera è stata distrutta la classe media in Europa e negli Stati Uniti».Ma che c’entrano i mutui subprime con la Cina che diventa la fabbrica del mondo?«C’entrano perché furono in qualche modo una forma di indennizzo. Il lavoro diventava precario e malpagato. Come rimborso c’era la casa che veniva data anche a chi non poteva permettersela».Così scoppia la più grande crisi mondiale dopo quella del 1929. «Proprio questo parallelismo ci aiuta a capire le differenti soluzioni. Roosevelt rispose innanzitutto punendo i colpevoli e poi mettendo le regole: fu istituita la Sec per sorvegliare la Borsa e fu varata la riforma bancaria che separava le banche commerciali da quelle d’investimento». Nel 2008 invece?«In maniera opposta. Le regole vennero abolite e le politiche monetarie divennero particolarmente permissive fino ad arrivare all’assurdo dei tassi negativi per cui sono i creditori a dover pagare gli interessi ai debitori. Fu inaugurata l’epoca del denaro super facile permettendo ai governi di spendere senza pensarci troppo. Tanto c’erano le Banche centrali a coprire il fabbisogno. Il risultato è quello che vede. Il potere si è spostato nelle mani di tecnostrutture come Bce e Fed e la politica non può che guardare».Una lettura un po’ troppo radicale dei fatti, non trova?«Lo pensa davvero? Nel 2019 alla cerimonia del passaggio delle consegne tra Draghi e la Lagarde presero parte capi di Stato e di governo... Si immagina De Gasperi, Adenauer o De Gaulle che applaudono i banchieri? Purtroppo le classi politiche occidentali si stanno dimostrando dei turisti della storia».Però stavolta l’epicentro del terremoto è in Cina.«Questo dipende dal modello di sviluppo che fu scelto mettendo insieme il peggio di comunismo e capitalismo. Al G20 le autorità cinesi annunciarono che lo Stato avrebbe adottato politiche che definiremmo keynesiane per favorire lo sviluppo».Che cosa vuol dire?«Il New deal inaugurò l’epoca della presenza forte dello Stato in economia. In Cina hanno dato una lettura molto particolare di queste regole: dovendo industrializzare l’interno del Paese visto che lo sviluppo si concentrava sulla costa costruirono città per ospitare fabbriche e operai. Uno di questi esperimenti è la città di Wuhan. Non è la sola anche se è diventata la più famosa».Un vero azzardo visto quello che è successo con il Covid.«Rischioso certo ma aveva una sua logica. Fino a quando, però, la febbre del mattone come il virus non è scappata di mano infettando il resto dell’economia». Che cosa significa?«Forse non tutti ricordano che una delle filiali di Evergrande si trova nel Delaware, una specie di paradiso fiscale nel cuore degli Usa. Ma soprattutto nessuno ha fatto caso al nome di origine inglese così come Country garden, l’altra immobiliare a un passo dal fallimento. Ispirazione capitalista in un sistema comunista. Una miscela esplosiva».Arriviamo alla crisi di oggi.«Tutto nasce dall’abbattimento delle regole voluto dai governi per superare la crisi del 2008. Sono stati scatenati gli spiriti peggiori del capitalismo e della finanza cambiando completamente i parametri dello sviluppo».Perché?«Il vecchio capitalismo aveva le banche, i fondi pensione, l’industria e qualche grande fondo investimento. Il nuovo capitalismo si basa sull’esplosione della finanza. I fondi speculativi si sono moltiplicati. Le operazioni non si misurano più in miliardi ma in milioni di miliardi in un contesto in cui con i computer sposti miliardi con un clic». Raffaele Mattioli, presidente della Banca commerciale, parlava di catoblepismo per indicare l’intreccio perverso tra politica, industria e finanza che aveva portato alla crisi del 1929. «E quale intreccio è più perverso dell’attuale? La finanza è sempre più forte, come dimostra anche l’andamento di Borsa di questi giorni, mentre il Pil declina. L’Olanda è in piena recessione così come la Germania. I tedeschi sono in grandissima difficoltà: avevano l’energia a basso prezzo dalla Russia e rivendevano ai cinesi le loro auto di lusso. Ora questo circuito si è interrotto. Purtroppo lo stop della Germania si riflette su tutta l’Europa a cominciare dall’Italia».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.