2018-11-06
Tregua (con fiducia) sul dl sicurezza, ma la corruzione fa sempre litigare
I grillini malpancisti lasceranno l'aula quando si voterà il decreto caro a Matteo Salvini. Restano le distanze sulla prescrizione: il M5s presenta un emendamento fotocopia, toccherà ai vicepremier trovare l'intesa.Prescrizione fa rima con ricreazione, e non è un caso che ieri la tensione tra Lega e M5s sulla riforma voluta dal ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, sia salita proprio mentre le «maestre» erano tutte fuori scuola: il premier Giuseppe Conte in Algeria, il vicepremier Luigi Di Maio in Cina, l'altro vicepremier, Matteo Salvini, in Ghana. Ieri pomeriggio, nel corso della seduta congiunta delle commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera, i relatori del ddl anticorruzione, Francesca Businarolo e Francesco Forciniti, del M5s, hanno ritirato l'emendamento sulla prescrizione, per presentarne, un minuto dopo, uno esattamente identico, tranne che nel titolo della legge che diventa: «Misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione, nonché in materia di prescrizione del reato e in materia di trasparenza dei partiti e movimenti». L'inserimento del riferimento alla prescrizione nel titolo della legge ha l'obiettivo di superare eventuali problemi di inammissibilità. La distanza sul punto tra i due alleati di governo resta quindi invariata, e per sciogliere la matassa, come hanno fatto sapere ieri fonti di Palazzo Chigi, sarà necessario un vertice dei tre leader, che metta fine alla ricreazione. Ieri, il ministro Bonafede ha incontrato alcuni parlamentari di Lega e M5s, ma al termine della riunione le posizioni sono rimaste distanti: «Sul testo dell'anticorruzione», ha commentato al termine dell'incontro il deputato leghista Igor Iezzi, «siamo vicini a trovare un'intesa, non credo ci siano così grandi distanze, ma sulla norma sulla prescrizione siamo lontani. Saranno Salvini e Di Maio a sciogliere i nodi, ma noi non possiamo permettere che una riforma così importante venga fatta in due righe. Sui principi siamo concordi, ma non sullo strumento che si è deciso di scegliere. Il tema della prescrizione deve essere risolto», ha avvertito Iezzi, «altrimenti per noi è un problema votare in commissione il testo sull'anticorruzione». L'esame dell'ammissibilità dell'emendamento è stato rinviato a questa mattina, scatenando le proteste delle opposizioni. «L'esame», ha detto il deputato Pd Stefano Ceccanti, costituzionalista e componente della commissione Affari costituzionali della Camera, «del disegno di legge sull'anticorruzione in relazione alla prescrizione è una sequenza di forzature, a tratti anche ridicole. Con questi trucchetti, si sta trasformando l'istruttoria legislativa in commissione in una barzelletta, ovvero, per seguire il pensiero del vicepresidente Di Maio, secondo cui le riforme si fanno con tre righe all'improvviso, nella prosecuzione di twitter con altri mezzi». «Se M5s e Lega non stanno trovando un accordo», hanno dichiarato i deputati di Fratelli d'Italia, Giovanni Donzelli e Ylenja Lucaselli, «crediamo sia più dignitoso rimandare il ddl a data da destinarsi piuttosto che andare avanti con trucchetti indecenti come quello di ritirare l'emendamento e ripresentarlo cambiando solo il titolo». L'idea delle opposizioni è che M5s e Lega stiano tentando di allungare i tempi in commissione per posticipare il più possibile l'approdo in aula del ddl, che in queste condizioni correrebbe il rischio di essere affossato, con conseguenze drammatiche per la tenuta dell'esecutivo. Meglio aspettare che Conte, Di Maio e Salvini si riuniscano per trovare, come sempre accaduto, una quadra. Il M5s, per ora, sulla prescrizione non arretra. Lo aveva detto in mattinata lo stesso Luigi Di Maio: «La mia unica intenzione», aveva spiegato Di Maio dalla Cina, «è portare avanti il contratto di governo, che ha all'interno anche la prescrizione». «Sul tema della prescrizione», aveva ribadito da Algeri il premier, Giuseppe Conte, «decideremo tra stasera e domattina (oggi per chi legge, ndr), è un tema sacrosanto perché il nostro processo penale attraverso la prescrizione ha conosciuto la denegata giustizia: di questo istituto è stato fatto un grande abuso e successivi interventi legislativi nel corso del tempo ne hanno distorto completamente la vocazione originaria. Essendo nel contratto di governo manterremo il punto. Lasciatemi chiamare a raccolta il ministro competente Bonafede», aveva aggiunto Conte, «e gli altri partner per un ultimo vertice, in modo da trovare la formula migliore per portare a casa un risultato anticipato nel contratto di governo che tutti gli alleati di governo si sono dichiarati disponibili a raggiungere». Una schiarita per il governo arriva invece sul fronte del decreto sicurezza, sul quale dovrebbe essere posta la fiducia. I «malpancisti» del M5s, i senatori Paola Nugnes, Gregorio De Falco, Matteo Mantero e Elena Fattori, non voteranno contro il governo, ma usciranno dall'aula. Un modo come un altro per tenere il punto politico senza però mettersi fuori dalla maggioranza. Le minacce di espulsione dal M5s sono un'arma spuntata: i dissidenti si troverebbero «liberi» senza dover pagare la penale di 100.000 euro prevista per chi abbandona il M5s di sua spontanea volontà.