2024-07-30
«Transolimpiadi? Un danno a donne e Lgbt»
Nel riquadro la femminista francese Pauline Arrighi (Ansa)
La femminista francese Pauline Arrighi: «L’ideologia di genere fa male persino agli omosessuali. Non è progressista difendere il diritto di un uomo di definirsi dell’altro sesso per spacciarsi come vittima. La transizione di massa in corso nei minori è un massacro».«L’inaugurazione dei Giochi olimpici ha incluso una sfilata di drag queen che facevano movimenti osceni. Perfino in un contesto che rappresenta la pace e l’armonia universali si impongono spettacoli maschili che degradano le donne e sono sprezzanti nei confronti delle persone tradizionali. Questa è la nuova norma e la trovo penosa». A parlare è Pauline Arrighi, ex portavoce di Osez le féminisme!, la più influente associazione femminista di Francia, nonché autrice di un saggio - Les ravages du genre (Editions du Cerf) - che racconta «l’altra storia» sulle devastazioni del gender, ideologia oggi a tal punto imperante da aver trasformato l’avvio delle Olimpiadi in uno sfoggio blasfemo dei propri deliri. Il libro denuncia la propaganda dell’attivismo trans, che a colpi di bugie e ritorsioni promuove una rovinosa agenda politica, e spiega perché sia urgente opporsi alla transizione di genere nei minori. La decisione di affrontare il tema nasce dalla constatazione di un paradosso: «A partire dal 2010, i movimenti femministi hanno iniziato a dover rispondere alla domanda “che cos’è una donna?”», ricorda Arrighi. «Le femministe lottavano per l’emancipazione femminile da molto tempo, ma all’improvviso si è dovuto ridefinire il termine... Mi è sembrato subito completamente assurdo! Poi ho capito quanto sia pericolosa per le donne questa nuova nozione di identità di genere».Partiamo dalle Olimpiadi: per spiegare la cerimonia di apertura, i suoi ideatori hanno detto di aver incarnato la diversità della Francia. Ci sono riusciti?«Il Paese è effettivamente diverso nella cultura, nei paesaggi, nelle lingue ma perché mettere in scena uno spettacolo volgare di uomini che imitano una versione di fantasia degradante delle donne? Diversità non significa divisione. Doveva essere uno spettacolo unificante e questo passaggio ha inorridito i bambini da un lato e gli ambienti cattolici dall’altro. Questa parte della cerimonia era rivolta a un’élite progressista postmoderna e le voci critiche sono state definite stupide e intolleranti». Nel suo libro sul gender, molto documentato, a quali conclusioni arriva?«Ho voluto corroborare tutto ciò che scrivo con studi scientifici affidabili. I difensori del transgenderismo e della transizione di genere dei minori usano frasi choc che vengono ripetute all’infinito da media e associazioni e che quindi sono considerate vere. “La transfobia uccide” o “se impedisci a un giovane di fare la sua transizione, si suiciderà”. Sono slogan che instillano senso di colpa e impediscono alle persone di riflettere. Perciò è importante rispondere in modo razionale, basandosi su dati indipendenti. I quali dimostrano che certi trattamenti ormonali e chirurgici non hanno alcuna base scientifica, il che è gravissimo».L’ideologia gender si è affermata soprattutto grazie a un’immagine progressista ma lei sostiene che invece rappresenta un passo indietro quanto ai diritti delle donne: perché?«A partire dagli anni Novanta, i gruppi per i diritti di gay e lesbiche hanno avuto - fortunatamente - molte meno richieste da difendere. Il movimento per omosessuali e lesbiche allora si è tramutato nel movimento Lgbt. Gli attivisti sono riusciti a far credere che esistesse una minoranza trans e che i progressisti dovessero difendere i diritti di questa minoranza, così come avevano difeso i diritti degli omosessuali. Le persone trans sono viste come i nuovi omosessuali, solo che la “minoranza trans” non ha assolutamente nulla a che vedere con le persone che vogliono semplicemente vivere la loro omosessualità in pace». I progressisti sono dunque accecati da questo falso parallelo?«Certo, e si sbagliano di grosso: difendere il transgenderismo è tutto fuorché progressista. Nessuna femminista dovrebbe difendere il diritto di un uomo di chiamarsi “donna” per spacciarsi come vittima del sessismo e aderire ai gruppi per i diritti delle donne. Se consideriamo che l’identità di genere è reale, basta che un aggressore si definisca “donna” per entrare negli spogliatoi di donne e adolescenti; basta che un partner violento si dica “donna” per entrare dove si rifugia una donna in fuga dalla sua violenza; basta che un uomo condannato per stupro e femminicidio si proclami “donna” per essere rinchiuso in un carcere femminile. Tutto ciò può sembrare incredibile in Italia o in Francia, dove il fenomeno non è ancora diffuso, ma nei Paesi anglosassoni queste aberrazioni sono diventate la norma e da esse dobbiamo proteggerci».Perché sostiene che a rimetterci sono anche le persone omosessuali?«L’acronimo Lgbt non viene mai messo in discussione: i diritti degli omosessuali e i diritti dei trans sono sempre accomunati. Le attiviste lesbiche sono state le prime a denunciare l’ideologia di genere e ora anche gli attivisti gay rifiutano il transgenderismo. Tra i detrans - quei giovani che si pentono della loro transizione - c’è una grande maggioranza di ragazze smarrite che si sono rivolte alle associazioni Lgbt, i cui militanti hanno detto loro: “Non ti piacciono la femminilità, i capelli lunghi, le gonne? Allora non sei una ragazza, sei un ragazzo trans e se prendi il testosterone ti sentirai molto meglio”. Il transgenderismo si nutre di omofobia. Sui media francesi si sentono spesso persone trans dire: “La mia famiglia odiava il fatto che fossi gay, ora mi piacciono ancora gli uomini ma sono una donna, quindi sono etero e sono molto più accettata”. Trovo incredibile che i progressisti non si scandalizzino di questo!».Un bambino può sentirsi trans, come si sostiene oggi? O è una moda che nasconde altre problematiche? «Non la definirei una “moda”, perché è un fenomeno serio. Le richieste di transizione da parte dei giovani sono esplose intorno al 2010 e dopo i lockdown. La salute mentale degli adolescenti, soprattutto delle ragazze, è peggiorata notevolmente. Diversi fattori hanno portato a un odio per il corpo e a un sentimento di spersonalizzazione. Tra questi spicca l’onnipresenza degli schermi nella vita sociale e affettiva dei giovani, che accentua il senso di estraneità nei confronti di un corpo che, a seguito della pubertà, sfugge loro. La diffusione di una pornografia altamente misogina sta poi spingendo le ragazze a rifiutare l’idea di diventare donna: non vogliono essere prede e oggetti sessuali, così si rifugiano in un’identità “non binaria” o “trans” e adottano un aspetto maschile ricorrendo a ormoni dagli effetti irreparabili e all’asportazione dei seni. Naturalmente questi cambiamenti non le aiutano affatto».Perché bisogna opporsi alla transizione di genere nei minori, a cominciare dal blocco della pubertà, presentato come un intervento innocuo?«Tutti i bambini si pongono domande sul proprio sesso e sulla propria identità, sul perché le ragazze e i ragazzi sono diversi, e spesso si immaginano con il corpo di un altro. Quando raggiungono l’adolescenza, molte ragazze si sentono smarrite di fronte a un corpo che sta cambiando rapidamente, che attira gli sguardi degli uomini adulti e che a volte le fa soffrire. Questo rifiuto è comprensibile: dobbiamo ascoltare il loro disagio ma non dobbiamo accettare una richiesta di transizione di genere senza escludere tutte le possibili cause di questo disagio. Nella stragrande maggioranza dei casi, quando un bambino non effettua la transizione, si riconcilia con il proprio corpo dopo l’adolescenza».Si ignora il fenomeno della «detransizione di genere», che lei descrive fin nei crudi dettagli e che è molto problematico.«Tornare indietro è molto difficile. Gli ormoni sintetici e le operazioni mutilanti sono pericolose: per le ragazze, in meno di tre mesi, la voce diventa irrimediabilmente maschile; sarà anche molto difficile sbarazzarsi della barba. Gli organi sessuali cambiano dolorosamente: la rimozione del clitoride, delle ovaie e dell’utero, oppure la castrazione e la creazione di una pseudo-vagina portano a numerose complicazioni. Questi giovani, che prima avevano un corpo sano, si ammalano costantemente e dipendono da ormoni sintetici e dal monitoraggio medico. Soffrono, sono sterili e naturalmente anorgasmici. È un vero e proprio massacro».Nel libro si parla del trans-attivismo come di un’invenzione di una minoranza di uomini ricchi e perversi che lo finanziano massicciamente, smentendo il racconto che lo riferisce all’azione di movimenti formati da vittime di ingiustizia: che cosa intende?«Bisogna risalire agli inizi del movimento per i diritti dei trans: ai primi del Novecento, negli Stati Uniti, si sviluppò un movimento di uomini eterosessuali provenienti da contesti socioeconomici privilegiati, che trovavano piacere sessuale nel travestirsi. Per evitare di essere considerati pazzi o perversi, hanno difeso l’idea di un’identità di “donna trans” e sono riusciti a imporla al resto della società, sostenuti dalle autorità mediche. Il transgenderismo è in realtà un movimento che proviene da un’élite sociale, attualmente finanziata da miliardari transumanisti, che non ha assolutamente nulla a che fare con gli interessi delle donne e delle adolescenti vulnerabili».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.