2018-10-22
Tra tagli in Afghanistan e calendari di pace la Difesa 5 stelle non fa nemmeno Trenta
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Non c’è pace per Elisabetta Trenta. Dopo il rischio di conflitto d’interessi con il marito (il capitano Claudio Passarelli trasferito, appena insediatasi a Palazzo Baracchini, dal ruolo di ufficiale addetto alla segreteria del vicedirettore nazionale degli armamenti all’ufficio Affari generali), gli F35 e i tagli al settore che preoccupano i nostri alleati statunitensi, una nuova tegola piomba sul ministro della Difesa del governo Conte. Al centro della nuova vicenda c’è il generale Marco Bertolini, un paracadutista di lungo corso già comandante del Comando operativo di vertice interforze (Coi), del Comando interforze per le operazioni delle Forze speciali (Cofs) e della Brigata paracadutisti Folgore. Bertolini ha criticato duramente la locandina del ministero della Difesa per il 4 novembre, che quest’anno celebrerà anche il centenario della fine della Prima guerra mondiale, definendola «da festa della mamma» e un disonore per i caduti.Un soldato che aiuta un’anziana, un marinaio che porta in salvo un piccolo naufrago, un militare dell’Aeronautica che salva un escursionista in pericolo e un carabiniere che abbraccia un ragazzo. Quattro immagini e una frase: «Le nostre forze, armate di orgoglio e umanità». «Non è così che si onorano i nostri caduti», ha scritto sul sito CongedatiFolgore.com il generale di corpo d’armata Marco Bertolini, un militare con grande esperienza sul fronte. «Che dopo le strisciate di sangue italiano lasciate in Somalia, Iraq, Afghanistan, Balcani, Libano in questi ultimi decenni, si arrivasse a immagini da “festa della mamma” di infimo ordine come queste per commemorare il primo centenario dell’unità nazionale e per ricordare i sacrifici dei nostri soldati dell’inizio del secolo scorso è veramente scoraggiante». Per Bertolini ciò dimostra «in maniera lampante l’idea che una parte della nuova dirigenza politica ha delle Forze armate» e per questo «è ovvio che non ci si faccia scrupoli a disarmarle, sottofinanziarle e trattarle con toni irriverenti come è avvenuto in più di un’occasione ultimamente».Bertolini quindi prende spunto dalla locandina per criticare gli annunciati tagli al settore della Difesa. Il ministero però ha prontamente replicato difendendo il manifesto («esprime tutta la solidarietà e l’umanità dei nostri uomini e delle nostre donne nelle Forze armate») e promettendo che lo spot promozionale sarà diverso, «esalterà il ruolo del soldato in tutta la sua professionalità; sarà uno spot che, per i 100 anni, renderà onore all’impresa eroica dei nostri nonni e, siamo certi, piacerà persino a Bertolini». In pratica la Difesa segue due binari distinti per locandina e filmato (sul quale, ha riferito il ministero, c’è stato uno stop della presidenza del Consiglio, «piuttosto inconsueto» che ha rallentato i lavori): la prima esalta il ruolo civile delle Forze armate, mentre il secondo le attività sul fronte.Ma è quel «piacerà persino a Bertolini» che racconta qualcosa in più. Racconta degli scontri in seno alla Difesa circa i tagli decisi dal governo. Non tanto quelli delle forze sul campo (intervenendo alla manifestazione del Movimento 5 stelle al Circo Massimo di Roma, il ministro ha annunciato il lento ritiro dei nostri soldati dall’Iraq e dall’Afghanistan), quanto quelli che riguardano la spesa per gli armamenti. È infatti in corso un duro braccio di ferro interno alla Difesa, ma anche alle diverse anime del Movimento 5 stelle, sugli F35. Basti pensare alle battaglie del fondatore Beppe Grillo, che aveva chiesto tagli al settore per «almeno 10 miliardi» per finanziare il reddito di cittadinanza. A cominciare proprio dall’acquisto dei caccia quinta generazione prodotti dalla statunitense Lockheed Martin, che, nonostante l’avvento della maggioranza grillina in Parlamento, è confermato. A fugare qualsiasi dubbio e a confermare ulteriormente l'acquisizione è lo stesso ministro Trenta che ha promesso - dopo le richieste in sede Nato degli Usa di Donald Trump - che entro il 2024 l’Italia spenderà per la Difesa il 2% del Pil, cioè quasi 40 miliardi all’anno (oggi siamo fermi all’1,4%).Ma tornando alla questione degli acquisti di nuovi F35, la Trenta ha parlato di «falsità», puntando poi il dito contro alcuni esponenti del Partito democratico che, ha affermato su Facebook, «sventolano in giro e sul Web dichiarazioni in cui affermano che il M5s sta comprando nuovi cacciabombardieri. Sapete perché? Perché i lotti 13 e 14 sono stati impegnati proprio dal Partito democratico! E sapete quando lo hanno fatto? A tre mesi dalle elezioni, pur sapendo che non le avrebbero mai vinte». Come però rivelato dalla Stampa la scorsa settimana, sia il premier Giuseppe Conte (unico esponente del governo a essere volato a Washington in questi mesi) sia la Trenta sia il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi hanno rassicurato Washington: l’acquisto non verrà cancellato. L’annuncio sarà dato dopo la conferenza per la Libia in programma a Palermo il 12 e il 13 novembre. Rimane però una questione di fondo: cioè la difficile conciliabilità tra le vecchie promesse del M5s, fatte a un elettorato prevalentemente di sinistra e antimilitarista, e i rapporti atlantici dell’Italia che sembrano avere i principali sostenitori all’interno del governo in Conte, Trenta e Moavero Milanesi.
Il giubileo Lgbt a Roma del settembre 2025 (Ansa)
Mario Venditti. Nel riquadro, da sinistra, Francesco Melosu e Antonio Scoppetta (Ansa)