2019-08-31
Totonomine: Patuanelli per Toninelli e il Viminale può finire in mano a Leu
Scambio grillino alle Infrastrutture, Dario Franceschini sottosegretario e Pietro Grasso ministro. Romanzo Viminale: il totoministri dell'eventuale Conte bis - così come lo stesso varo del governo giallorosso - passa attraverso lo strettissimo vicolo che conduce al ministero dell'Interno. La scelta del successore di Matteo Salvini infatti tiene bloccata la trattativa. Ieri Luigi Di Maio ha definitivamente bruciato le quotazioni di Mario Morcone: «Riteniamo», ha detto Di Maio all'uscita delle consultazioni con il presidente del Consiglio incaricato, Giuseppe Conte, «che non abbia alcun senso parlare di modifiche ai decreti Sicurezza, vanno tenute in considerazione le osservazioni del capo dello Stato ma senza modificare la ratio di quei provvedimenti. Ho detto che non rinneghiamo questi 14 mesi di governo». Morcone, direttore del Consiglio italiano rifugiati, aveva rilasciato un'intervista al Fatto Quotidiano teorizzando l'abolizione del decreto Sicurezza bis, una politica di accoglienza totale e criticando i ministri uscenti Danilo Toninelli ed Elisabetta Trenta. Dunque per Morcone, uomo vicinissimo a Dario Franceschini, dopo le parole di Di Maio le porte del Viminale sembrano, salvo clamorosi imprevisti, sbarrate. Pietro Grasso, di Leu, è il più papabile futuro ministro della Giustizia. Emma Bonino ancora non ha sciolto la riserva sul sostegno di Più Europa al governo: potrebbe approdare alla Difesa. Nel il Pd i vicesegretari del partito, Paola De Micheli e Andrea Orlando, sono certi di entrare a far parte dell'eventuale governo: la De Micheli sarà ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, mentre Orlando potrebbe andare agli Esteri: ballottaggio con Paolo Gentiloni. Dario Franceschini sarà probabilmente sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio è in corsa per il Viminale. Il Pd chiede anche il ministero dell'Economia, che potrebbe però toccare a un tecnico: stabili le quotazioni di Letizia Reichlin, economista di solide tradizioni familiari comuniste (la madre Luciana Castellina è stata tra le fondatrici del Manifesto, il papà Alfredo un deputato del Pci), stabili quelle di Carlo Cottarelli. Se rivedremo spuntare in extremis Giovanni Tria, sarà il segnale che Silvio Berlusconi ha avuto voce in capitolo. Passando al versante del M5s, riconferma quasi certa per Riccardo Fraccaro (Rapporti col parlamento) e Alfonso Bonafede (che non vuole mollare la Giustizia ma dovrà rassegnarsi a occupare un'altra casella). Alle Infrastrutture andrebbe Stefano Patuanelli, uno dei pontieri più attivi con il Pd. Poltrona in vista anche per Francesco D'Uva e Vincenzo Spadafora. Il caso più spinoso, ovviamente, riguarda Luigi Di Maio. Il suo possibile approdo al ministero della Difesa ha provocato un certo malumore (eufemismo) negli ambienti militari. Di Maio vuole assolutamente il Viminale: è straconvinto che prendendo il posto di Salvini, e mostrando il pugno duro nei confronti dell'immigrazione selvaggia, i suoi consensi aumenteranno a dismisura, così come accaduto al leader della Lega. Nel Pd circola un'ipotesi suggestiva: proporre a Di Maio di fare il Commissario europeo per rimuovere l'ostacolo più grande sulla strada del Conte bis.
Attività all'aria aperta in Val di Fassa (Gaia Panozzo)
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