2022-04-22
Torna Zan. Ma è attacco all’utero in affitto
Alessandro Zan (Imagoeconomica)
Con il voto di tutto il centrodestra , la commissione Giustizia della Camera dà l’ok alla proposta di legge Meloni sulla maternità surrogata punibile anche se praticata all’estero. Intanto il deputato del Pd non si rassegna e ripresenta intatto il suo divisivo ddl.È stata una giornata politica all’insegna dei temi etici, quella di ieri, con sia il centrosinistra e sia il centrodestra che li hanno rimessi al centro della loro azione. Iniziando col centrosinistra, l’annuncio più significativo delle scorse ore è senza dubbio stato quel ritorno del ddl Zan. Naufragato in Senato il 27 ottobre scorso, il testo a breve tornerà a Palazzo Madama. A dare l’annuncio è stato direttamente lui, il primo firmatario della legge contro l’omobitransfobia, Alessandro Zan. «Il 27 aprile scade l’embargo di sei mesi», sono state le parole dell’onorevole del Pd, che ha pure specificato che verrà riproposto «lo stesso testo quello che aveva avuto il via libera alla Camera a larga maggioranza». «Il voto di ottobre è vittima di altre partite politiche, ora la situazione è diversa», ha chiosato Zan.D’accordo, ma in che senso «diversa»? A Palazzo Chigi sedeva e siede ancora Mario Draghi. La maggioranza di governo, poi, è la stessa. Perfino la pandemia, per quanto appaia infiacchita, non si può dire superata. L’unica triste nota di novità è la guerra in Ucraina, che però non si sa bene cosa possa avere a che fare con la norma cara al movimento Lgbt. Eppure, dialogando con La Repubblica, Zan è riuscito a stabilire acrobaticamente un nesso tra il suo ddl e gli attuali scenari geopolitici. «Siamo nel pieno di una guerra in Europa, dunque la questione dei diritti è urgente e centrale», sono state le sue parole. Per esser precisi, il deputato Pd vede nella ripresentazione della sua norma uno schiaffo nientemeno che a Vladimir Putin e al patriarca di Mosca. «Kirill, molto vicino a Putin», ha sottolineato l’onorevole, «per giustificare la guerra all’Ucraina ha usato l’argomento della crociata contro l’Occidente e la comunità Lgbt+». Ne consegue, seguendo lo Zan pensiero, come approvare una legge contro l’omobitransfobia dovrebbe costituire un sostegno al presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. Un’interpretazione singolare e che, comunque, non elimina un fatto: tra 11 mesi l’attuale legislatura finisce. Il tempo pertanto stringe e, se non è insufficiente, certamente non abbonda. Eppure Zan si dice tranquillo: «Se c’è la volontà politica, nulla è impossibile». Depone però contro la possibilità che la norma arcobaleno vada in porto anche la nuova scala delle priorità che, di fatto, la guerra in Ucraina ha imposto all’Italia: più spese militari, ricerca di nuovi approvvigionamenti energetici e bollette alle stelle da contenere. Bazzecole, a quanto pare, secondo il deputato del Pd. «Siamo consapevoli del “benaltrismo” che verrà sbandierato dai sovranisti», ha riferito sempre a La Repubblica, «ma è proprio questo il momento di ribadire l’importanza di una legge di civiltà». Di ben altro avviso è l’associazionismo pro life con Jacopo Coghe, portavoce di Pro vita e famiglia, secondo cui «ripresentare l’inutile e liberticida ddl Zan, con lo stesso testo originario, nel primo giorno utile dopo la bocciatura di ottobre, significa spaccare nuovamente il Paese e bloccare il Parlamento, condannandolo ad altri mesi di conflitti». Tutto questo per stare al centrosinistra.Però, come si diceva in apertura, anche il centrodestra sta tornando alla carica con i temi etici. Prova ne sia quanto avvenuto ieri in commissione Giustizia, dov’è stato adottato ufficialmente il ddl di Giorgia Meloni per rendere l’utero in affitto reato universale. La notizia è stata data dalla relatrice, Carolina Varchi di Fratelli d’Italia. Si tratta di un passaggio di notevole rilevanza per almeno tre ragioni. In primo luogo, perché fino a ieri in commissione Giustizia le proposte di legge contro la maternità surrogata erano due ed erano simili, dato che, oltre a quella della leader di Fdi, ce n’era una a firma di Mara Carfagna, ma si è evidentemente convenuto di puntare solo su uno dei due testi. In secondo luogo, l’adozione del ddl Meloni è significativa perché ciò fa sì che nei prossimi giorni possa essere fissato il termine per gli emendamenti e, dunque, l’iter della proposta possa proseguire. Infine, non sfugge come dieci giorni fa esatti sia stata un’altra forza politica di centrodestra, la Lega di Matteo Salvini, a mobilitarsi a sua volta presentando una proposta di legge di iniziativa popolare sulla maternità surrogata per la quale è prevista una raccolta di firme in tutta Italia. C’è insomma una convergenza, da parte di Meloni e Salvini, sull’utero in affitto come piaga da contrastare. Una piaga che, peraltro, l’ordinamento italiano riconosce ampiamente come tale, dal momento che la tutt’ora vigente legge 40 del 2004 all’articolo 12 prevede pene, e pure salate - fino alla reclusione di due anni -, per chiunque solo pubblicizzi «la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità». L’utero in affitto è dunque già solidamente contrastato dalle leggi; il fatto è che troppo spesso le si aggira, con circa 4.000 tra coppie e soggetti che si recano all’estero per ricorrere a tale pratica. Ed è proprio questo fenomeno che il ddl Meloni intende stroncare.