2024-06-02
«L’uomo del Pd cercava affari con noi: si offrì di farmi incontrare i vertici»
Roberto Tomasi, ad di Aspi (Imagoeconomica)
Alla sinistra non interessava solo il porto ligure, ma anche gli appalti della rete viaria a pagamento. Roberto Tomasi conferma il ruolo di Mauro Vianello, il dem indagato con Toti & C.: «Portò da me i dirigenti del partito perché voleva migliorare il loro rapporto con noi».L’ingegnere Roberto Tomasi, amministratore delegato di Autostrade per l’Italia, ha confermato alla Verità che il presunto corruttore Mauro Vianello, mentre cercava di fare affari con Aspi, spendeva i suoi contatti (fortissimi) dentro al Pd. L’imprenditore sarebbe persino riuscito a far incontrare a Tomasi un paio di dirigenti dem, partito molto critico, dopo il crollo del ponte Morandi, per la gestione dei cantieri Aspi in Liguria. Il Pd locale non ha gradito i nostri articoli sull’inchiesta che ha travolto il governatore Giovanni Toti e sugli stretti rapporti dei vertici piddini con Vianello, accusato dalla Procura di Genova di aver corrotto il presidente dell’Autorità portuale del capoluogo ligure, Paolo Emilio Signorini. Su Internet il partito di Elly Schlein parla di «operazione subdola» e denuncia il «tentativo di delegittimare l’operato del gruppo dirigente ligure». Eppure nessuno dei dem ingaggiati nelle aziende di Vianello in veste di dipendenti o consulenti (il segretario provinciale Simone D’Angelo, il responsabile Infrastrutture della segreteria nazionale, Alessandro Terrile, e l’ex responsabile Porti della segreteria provinciale, Davide Gaggero) ha accettato di rispondere alle nostre domande sul quadro equivoco che sta emergendo dalle carte dell’inchiesta e sulle accuse che arrivano dagli stessi militanti di sinistra.In un volantino realizzato da alcuni ex militanti del Pd si fa riferimento a un doppio rendez-vous, risalente al giugno del 2022, tra i dirigenti di Aspi e Vianello, alla ricerca di affari con la sua Santa Barbara Srl, società specializzata nella prevenzione di incendi in porto.E a uno di questi appuntamenti avrebbero preso parte almeno due esponenti dem. Il passaggio clou del manifestino è questo: «Signorini organizza un incontro presso Ente bacini per aiutare Vianello e Gaggero a costituire un’associazione temporanea di imprese (ati, ndr) con Autostrade per entrare nell’“affare” tunnel subportuale. Vianello convoca all’incontro, per supporto politico al Piano, il segretario Pd di Genova D’Angelo e la segretaria Pd Liguria Valentina Ghio». In effetti, in un’intercettazione, Vianello anticipa a Signorini: «Dopo ci vediamo coi due segretari del partito […] ci troviamo anche con il segretario regionale e provinciale, li chiamo tutti a raccolta…». In un’ulteriore conversazione, prima dell’appuntamento di Roma del 23 giugno 2022, Signorini, dice, a proposito di Vianello: «È una cosa che interessa a lui». Riguardo al meeting genovese, fissato per il 28 giugno, sempre l’ex presidente dell’Autorità portuale spiega a un collaboratore di Tomasi, l’ingegner Alberto Valerio Selleri: «Poi combino anche con Mauro Vianello, che abbiamo incontrato con Roberto e facciamo una riunione con lui». Selleri di rimando riferisce che Tomasi gli aveva già parlato «di questo Vianello che voleva anche farci vedere qualcosa» e lo definisce «quello che si occupa di incendi...». Per il Nucleo di polizia economico-finanziaria guidato dal generale Andrea Fiducia il monitoraggio dell’utenza di Vianello «consentiva di chiarire la motivazione dell’interesse di questi a stringere rapporti con i vertici di Aspi, agevolato dall’operato di Signorini». Non basta. Secondo le Fiamme gialle «l’intento di Vianello era quello di costituire un consorzio in previsione dei futuri lavori per la costruzione del tunnel subportuale, nella prospettiva di aggiudicarsi l’appalto per svolgere il servizio di prevenzione incendi». L’imprenditore, in quei giorni, è particolarmente eccitato e auspica «l’assalto al cielo». Al telefono assicura: «Io sono rimasto d’accordo con Autostrade che facciamo un consorzio […] noi e loro […] se così fosse sarebbe una grande cosa […] noi facciamo il braccio operativo e loro fanno il braccio gestionale». Ma forse non è pronto per quella scalata celestiale e in una successiva conversazione telefonica riferisce: «Voglio capire bene per filo e per segno come fanno il servizio loro […] quanto hanno investito […] come si può fare... cioè non è facile […] non sono i cento, i duecento e i trecento che ci mancano, però, se per entrare dentro devo investire due milioni di euro bisogna che come minimo chieda aiuto a qualche d’uno, ecco». Alla fine, dagli atti, non emerge il lieto fine. Eppure, sebbene Vianello al momento sia solo colpito dalla misura dell’interdizione dall’attività professionale, il suo modus operandi ci fa domandare: in Liguria esisteva un sistema Toti oppure c’era un Sistema tout-court di cui quasi tutti erano partecipi? Noi abbiamo provato a chiedere chiarimenti all’ad di Aspi Tomasi e questi, a differenza dei politici, ha deciso di non sottrarsi alle nostre domande. E le risposte sono state molto interessanti.«I due incontri con Vianello ci sono stati, perché ci era stato chiesto da Signorini di farli. In realtà veniva incontrato perché era presidente dell’Ente bacini e ci aveva anche riferito di essere interessato a fare delle attività… ma questo non c’entra nulla con il tunnel subportuale. La sua azienda fa attività di vigilanza antincendio, quindi non c’entrava niente con il tunnel. Noi gli abbiamo risposto che per fare delle attività in Autostrade per la parte antincendio occorreva avere tutta una serie di caratteristiche, avere mezzi, strumenti per poter partecipare…». Facciamo notare che secondo la Guardia di finanza l’obiettivo di Vianello era la galleria sottomarina. Risposta: «Le attività dell’imprenditore genovese sul tunnel erano quelle relative all’Ente bacini, controllato dall’Autorità portuale, di cui lo stesso Vianello è presidente (sospeso, ndr), per la ricollocazione delle aree».Ricordiamo a Tomasi che l’indagato, nelle intercettazioni, fa riferimento a un incontro con il segretario provinciale D’Angelo, capogruppo in Comune e responsabile amministrativo e finanziario della Santa Barbara, e con l’ex segretaria regionale Ghio, oggi parlamentare. Questi due soggetti Tomasi li ha visti? «Questo forse, se richiesti, lo spiegheremo in Procura. Vianello aveva detto: “Poiché voi avete problemi con l’area Pd, forse è opportuno che spieghiate tutte le attività di manutenzione e di ammodernamento che state facendo. Io li conosco molto bene”. Io ho replicato: “Io non li conosco, quindi se lei vuole organizzare…». Poi, forse, comprendendo la possibile ambiguità della proposta ricevuta, Tomasi ci tiene a precisare: «Questo non c’entrava nulla con la richiesta (di entrare in affari con Aspi di Vianello, ndr)… davanti a loro mai parlato di attività da effettuare in Autostrade per l’Italia, né sul tunnel subportuale». Il faccia a faccia con i dem sarebbe servito «solo per spiegare le attività di ammodernamento» sulla rete autostradale. Ma Vianello queste delucidazioni le fa dare nelle stesse ore in cui offre le sue prestazioni ad Aspi, ovvero il 28 giugno 2022, è la facile obiezione. «Lui ce li ha fatti incontrare e io li ho incontrati in Ente bacini, assolutamente sì» conferma Tomasi. Un briefing a cui avrebbero partecipato «diverse persone», ora tutti potenziali testimoni: «All’evento erano presenti diversi miei collaboratori e di Ente bacini» puntualizza l’ad. Che precisa, cogliendo il comprensibile stupore del cronista: «Io sono serenissimo perché lo spirito era quello di spiegare che cosa facessimo come attività di ammodernamento in Autostrade, sulle gallerie…». Tomasi specifica: «Le nostre cantierizzazioni in Liguria vengono attaccate spesso perché, ovviamente, la gente fa fatica a comprendere un po’ le motivazioni di questi cantieri continui, importanti». E per questo Vianello avrebbe detto: «Perché non spiegate anche a loro (ai dem, ndr) quello che state facendo in modo tale da rasserenare il confronto? Quando si spiega ovviamente diventa tutto più semplice… non avendo voi contatti o relazioni con il Pd… io li conosco e se volete vi organizzo l’incontro». A questo punto Tomasi chiosa: «Questa è stata l’attività fatta da Vianello all’interno del partito e questa cosa ci ha fatto piacere, visto che non c’era mai stata occasione di spiegare». Sino a quell’occasione: «Fu un dialogo sereno, politico da parte loro, mentre l’interesse nostro, come detto, era spiegare quali fossero le attività di ammodernamento che stavamo portando avanti, ma il tunnel subportuale non c’entrava nulla». In conclusione Vianello voleva fare affari e si portava dietro i dirigenti del Pd. Rispetto a quanto riportato nelle intercettazioni e nel volantino, qualcosa di vero c’è. Tomasi: «Vianello spiegherà le sue cose in Procura. Per noi i suoi intendimenti erano positivi: “Io conosco quelli del Pd, ho un ottimo rapporto con loro” diceva».Un tema che potrebbe aver usato come captatio benevolentiae, considerato il suo interesse a entrare nei cantieri autostradali. «Ma noi gli abbiamo detto che per partecipare alle nostre gare bisogna avere determinati requisiti (mezzi, formazione del personale). “Tu ce li hai?” e lui ammise di non averli. “Beh allora ci dispiace, per le gare di Aspi bisogna avere questi requisiti e infatti Vianello non prese nulla, né partecipò a nessuna gara».Ribattiamo che nelle intercettazioni lui parla di un’ati, addirittura da realizzare con Aspi. Tomasi: «Posso immaginare che lui volesse fare un’ati, non so di cosa, ma di sicuro non per il tunnel subportuale, non so che valenza potesse avere quel tipo di attività per il tunnel». Ma Vianello ha fatto o no riferimento a un’ati? «Questo personalmente non lo ricordo» conclude il manager, «però, ricordo benissimo che noi parlammo di competenze tecniche tanto che con lui non si finalizzò nulla». Se Aspi ha accettato di dare la propria versione su questa vicenda, i piddini D’Angelo e Ghio non hanno mostrato la stessa trasparenza. In compenso, tramite un comunicato, è riapparso sulla scena Toti. Il quale, ieri mattina, nella sua casa di Ameglia, dove si trova agli arresti domiciliari, ha incontrato l’assessore regionale alle Infrastrutture Giacomo Giampedrone, alla presenza del proprio avvocato Stefano Savi. «Dal lungo confronto è emersa con forza l’intenzione di andare avanti in modo compatto insieme alla maggioranza di centro destra, alla luce degli importanti risultati ottenuti in questi nove anni di mandato» si legge nella nota. Per questo sarebbe stato deciso di «respingere senza indugi e con assoluta fermezza la mozione di sfiducia di martedì prossimo in Consiglio regionale». È stato rimarcato «il totale convincimento che la giunta-pienamente operativa- e l’amministrazione regionale debbano continuare a lavorare per la realizzazione dei progetti di mandato […] con lo stesso spirito di sempre» e «con la leale collaborazione» tra politica e «apparato tecnico istituzionale dell’ente». L’avvocato Savi ha, infine, spiegato di confidare nel fatto «che il lavoro della Procura terrà nel giusto conto anche le esigenze istituzionali della Regione Liguria».