2021-05-19
Tocca alla Consulta sbrogliare la grana della presidenza Copasir
Ricorso di 60 costituzionalisti per ripristinare la legalità alla guida del ComitatoDopo le dichiarazioni del presidente Raffaele Volpi (ha ammesso l’anomalia al vertice del Copasir, ributtando la palla nel campo dei presidenti delle Camere) la poltrona del comitato per la sicurezza della Repubblica si fa traballante. Il comitato dei 60 costituzionalisti (già intervenuti chiedendo il rispetto della legge 124 del 2007) torna alla carica e presenta un ricorso alla Consulta per chiedere il ripristino della legalità alla guida del Comitato. «L’intervento della Corte costituzionale nel solco dell’indirizzo consolidato e granitico della sua giurisprudenza di tutela della autonomia parlamentare non come tutela astratta ma come tutela concreta e valorizzazione del principio democratico», ha spiegato Roberto Di Maria, ordinario di diritto costituzionale all'università di Enna. E non solo su questo si fonda il pressing per consegnare la presidenza del Copasir all’opposizione. A questa strategia si aggiunge la nota congiunta degli ex presidenti della Camera - Fausto Bertinotti, Laura Boldrini, Gianfranco Fini e Irene Pivetti - nella quale tutti concordano nel sostenere che la guida del Comitato deve essere affidato al partito di opposizione «quale garanzia costituzionale, in una democrazia fondata sull’equilibrio dei poteri e sul rispetto dei diritti della minoranza». Gli ex presidenti di Montecitorio rilevano che «ci sono ruoli nel Parlamento che devono essere interpretati dalle opposizioni, che è la condizione necessaria perché il Parlamento possa esercitare un controllo sulle attività del governo. In questa condizione, poi, tale considerazione è ulteriormente accentuata dal fatto che il governo oggi dispone di una maggioranza larghissima, il che rende ancora più acuta l’esigenza che una funzione di controllo venga esercitata da un rappresentante dell’opposizione». Mentre gli esperti proseguono la loro battaglia, Elio Vito e Adolfo Urso continuano a rivendicare l’illegalità in cui versa il Copasir. Il deputato di Forza Italia, che si è dimesso, incontrerà infatti domani il presidente della Camera, Roberto Fico, mentre, secondo quanto si apprende, anche il senatore di Fdi e vicepresidente del Comitato, avrebbe chiesto udienza al titolare di Montecitorio, dopo aver incontrato Elisabetta Casellati. Non esiste però uno strumento a disposizione di Fico e Casellati per chiedere le dimissioni di Volpi, l’unica soluzione è infatti quella che si trovi un accordo politico che traghetti la guida della bicamerale nelle mani dell’opposizione. Accordo politico legato a doppio filo alle prossime amministrative, su cui il centrodestra ancora non ha trovato una quadra. La questione adesso ritorna proprio ai vertici delle Camere. A meno che decidano a loro volta di attendere che si muova la Consulta. Ma sarebbe un effetto domino e su un tema delicato come quello della sicurezza nazionale si finirebbe con mettere in potenziale contrasto istituzioni dello Stato. Certo a quel punto dovrebbe intervenire il Colle, ma abbiamo visto che fino ad oggi Sergio Mattarella ha preferito tenersi lontano dalla spinosa decisione. Stesso discorso per il consigliere Ugo Zampetti. C’è infine un ultimo tema che riguarda le nomine dentro gli apparati dei servizi. È in corso uno scontro e la sostituzione di Gennaro Vecchione con Elisabetta Belloni servirà a formattare il Dis e completare le caselle. Appena finita la tempesta c’è da aspettarsi che si rassereni il clima pure al Copasir.
Il primo ministro del Pakistan Shehbaz Sharif e il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman (Getty Images)
Riyadh e Islamabad hanno firmato un patto di difesa reciproca, che include anche la deterrenza nucleare pakistana. L’intesa rafforza la cooperazione militare e ridefinisce gli equilibri regionali dopo l’attacco israeliano a Doha.
Emanuele Orsini e Dario Scannapieco