2023-07-14
Timmermans alza subito il tiro: «Emissioni zero prima del 2050»
Dopo la legge Natura, un altro eurosiluro: «In 7 anni, +10% di materie prime riciclate».C’è qualcosa di buono che porta il nome Timmermans, la birra, perché, viceversa, il commissario europeo al Clima, Frans Timmermans (copia sbiadita e molto più brutta del governatore Bonaccini, ci scusi del paragone), ne combina più di Bertoldo. Non si è smentito neanche in ciò che ha dichiarato ieri in vista summit sul clima di Dubai questa settimana. È arrivato alla ventottesima edizione rivelandosi un monumento all’inutilità. Di che si tratta? Di nuove proposte, anzi di nuovi regolamenti, che riguardano la tutela dell’ambiente e l’intensificazione di riciclo delle materie prime.Probabilmente Timmermans aprirà un’azienda e si chiamerà «Sfasciacarrozze Timmermans». Soltanto i costi di queste operazioni ricadranno sulle spalle degli imprenditori. Il geniale commissario, ieri, incassata la (mezza) vittoria sulla legge Natura, ha subito alzato il tiro, annunciando che l’addio ai combustibili fossili avverrà «ben prima del 2050». Ha pensato che per i veicoli in via di rottamazione, entro il 2035, le case automobilistiche dovranno fornire ai demolitori istruzioni chiare e dettagliate su come sostituire e rimuovere parti e componenti durante l’uso e la fase di fine vita di un veicolo. Sembra un testo di bioetica. Non so chi l’ha scritto ma inserire «fine vita» per lo sfascio di una macchina mi pare eccessivo e, secondo me, apparirebbe eccessivo anche al dizionario Zanichelli. Ma tralasciamo. Quello che invece è certo è che, di questo passo, si potrà parlare appropriatamente di «fine vita» non per le auto, ma per gli imprenditori e i consumatori. Infatti, chi pagherà questo sfasciacarrozze ecologico? Loro dicono che i singoli Stati membri dovranno provvedere con incentivi agli imprenditori e alle imprese che saranno incaricate di riciclare materie prime critiche come plastica, acciaio e alluminio. E qui fermiamoci un attimo: ci manca solo di caricare le imprese ancora di ulteriori spese e di ulteriore burocrazia in un momento non certo felice, soprattutto per l’inflazione che la signora Cristina Laguardia ha fomentato con l’aumento dei tassi di interesse che si sono riversati sempre sui soliti due noti: famiglie e imprese. Probabilmente la Lagarde pensa che una famiglia o un’impresa sia una mucca che può essere munta 24 ore al giorno e che produce latte all’infinito. Segnaliamo alla signora Lagarde che molte mucche ormai sono morte, cioè le ha colte il «fine vita» di cui parla lo sfasciacarrozze Timmermans.Pensate che per la costruzione di un nuovo veicolo, il 25% della plastica utilizzata dovrà provenire da riciclaggio, di cui, a sua volta, il 25% dovrà essere riciclato da veicoli fuori uso. Questi signori sostengono anche, impunemente, senza senso del ridicolo, che entro il 2035 avremo 1,8 miliardi in più di entrate con la creazione di ulteriori posti di lavoro a favore dell’industria della gestione del riciclaggio di rifiuti. In sintesi: ammazziamo imprese e famiglie però creiamo nuovi posti di lavoro. E chi l’ha detto? Intanto le imprese pagheranno, poi gli incentivi arriveranno, forse, dagli Stati membri che già - forse Timmermans non lo sa - tra aumenti energetici post Covid e inflazione a suon di stare in ginocchio, ormai, l’ortopedico curante può analizzare menisco, rotula e crociati senza radiografia perché la pelle è finita e si vede il ginocchio, infatti, siamo ridotti all’osso. Ma ieri hanno aumentato la dose, come si dice, perché non si parla più del 25% ma del 30% della plastica proveniente da veicoli fuori uso. Secondo l’Ue, nel giro di sette anni dovremo aumentare almeno del 10% il volume di materie prime riciclate e raccogliere, smistare ed elaborare almeno il 45% delle materie prime contenute nei rifiuti. La follia del provvedimento è evidente quando scrivono in un comunicato che «le nuove norme rafforzeranno la responsabilità del produttore istituendo sistemi nazionali di responsabilità estesa del produttore con requisiti uniformi». A parte che a questi signori servirebbe una maestra elementare per imparare a scrivere, ma soprassediamo alla grammatica, per tornare al fatto che ad alcuni Stati membri, come il nostro (dove tra l’altro l’industria automobilistica langue, qui un pensiero accorato, riconoscente e devoto va alla famiglia Agnelli) manca solo di dover pagare soldi per incentivare il riciclaggio di materie prime quando è alla ricerca di soldi per diminuire le tasse. Ridicola e offensiva è poi l’affermazione che queste misure verranno ampliate per includere motocicli, camion e autobus. Ora, essendo che la maggioranza degli autobus sono di proprietà pubblica, forse, per dare il buon esempio, semmai si doveva partire da quelli. Invece gli autobus pubblici, molti dei quali sono praticamente a pezzi, una volta morti non saranno sottoposti al riciclaggio dei loro componenti; mentre le industrie dovranno sobbarcarsi la spesa, le famiglie ne subiranno le conseguenze tramite l’aumento dei prezzi dei veicoli, e lo Stato, che dovrebbe per primo assumersi la responsabilità di questo provvedimento, la prenderà, forse, per ultimo. A tutto questo si aggiunge il fatto che entro il 2035 dovremo circolare solo con veicoli elettrici le cui batterie acquisteremo in Cina aumentando l’import e diminuendo l’export, una delle maggiori fonti del Pil italiano. Io vorrei far salire su dei pullman tutti i commissari e anche i membri della commissione Ambiente, esageriamo, tutto il Parlamento europeo, e fargli fare i viaggi con degli autobus elettrici con partenza Anversa e destinazione Siracusa. Io credo che ci metterebbero un mesetto, stante l’attuale inesistenza di colonnine per la ricarica, e li vorrei vedere con le batterie scariche sulla Salerno-Reggio Calabria. Penso che, stremati, o lascerebbero il posto loro indegnamente offerto, o si convincerebbero a cambiare la politica dell’ambiente europea.
Edoardo Raspelli (Getty Images)