2020-03-11
Tim pronta vendere il 40% della rete a Kkr e incassare 2 miliardi
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Due importanti annunci per Tim, all'inizio di quello che l'ad Luigi Gubitosi ha definito «l'anno delle operazioni», la società di telecomunicazioni ha fatto sapere di voler creare insieme al fondo di private equity Kkr una newco a cui attribuire la rete secondaria in fibra e rame, e insieme alla spagnola Telefonica ha avviato le negoziazioni per l'acquisizione della brasiliana Oi.Per quanto riguarda la prima operazione, Kkr acquisirà il 40% della nuova società per una cifra di 2 miliardi di euro, sulla base di un equity value di 4,3 miliardi e un enterprise value di 5,7 miliardi. «Passiamo al livello successivo, saremo noi a guidare lo sviluppo della fibra in questo Paese», ha fatto sapere Gubitosi, secondo cui l'operazione non dovrebbe presentare problemi sul fronte della golden power, lo strumento in base al quale il governo può intervenire per salvaguardare gli assetti proprietari di società ritenute cruciali per l'interesse nazionale. Per Gubitosi la golden power «si applica a tutti gli asset strategici, e Tim lo è, ma stiamo parlando di una quota di minoranza, nella rete secondaria, di un fondo che sarà un investitore passivo che viene da un Paese amico e ha esperienza nelle infrastrutture». L'operazione viene effettuata, ha spiegato il cda. in vista della «prevista integrazione con Open Fiber», la società controllata pariteticamente da Enel e Cassa depositi e prestiti con cui Tim dovrebbe costituire la rete in fibra ottica; ma a questo proposito Gubitosi ha precisato che la trattativa «non durerà per sempre» e «Enel a questo punto deve decidere se è interessata alla proposta».La seconda operazione è quella a cui hanno dato il via Tim e Telefonica, che attraverso le loro controllate in Brasile hanno presentato a Bank of America Merrill Lynch, consulente della compagnia telefonica brasiliana Oi, il loro interesse ad avviare le negoziazioni per l'acquisizione congiunta del gruppo, in tutto o in parte. A questo proposito Gubitosi ha spiegato: «Abbiamo studiato a lungo il dossier Oi e siamo pronti a passare alla fase operativa» e la manifestazione di interesse presentata da Tim insieme a Telefonica «potrebbe trasformarsi in un'offerta vincolante verso dicembre», anche se è presto per una previsione, perché per arrivare all'acquisto «il prezzo deve essere ragionevole e tutti devono essere d'accordo».Nella serata di martedì Tim aveva comunicato i risultati del 2019, anno in cui la società ha registrato un utile netto di 1,3 miliardi di euro, tornando a distribuire un dividendo. La generazione di cassa è stata pari a 1,7 miliardi di euro (+198% rispetto ai 578 milioni del 2018), mentre l'indebitamento finanziario netto si è ridotto di 1,4 miliardi da inizio anno e di 473 milioni di euro nel quarto trimestre a 23,8 miliardi. Il consiglio di amministrazione ha quindi deliberato la distribuzione di un dividendo di 1 centesimo per le azioni ordinarie e di 2,75 centesimi per le azioni risparmio. La società guidata da Luigi Gubitosi ha poi aggiornato il suo piano al 2022, rivedendo «al rialzo alcuni obiettivi grazie ai risultati raggiunti nel 2019 superiori alle aspettative, in particolare incrementando i target di generazione di cassa (4,5-5 miliardi) e riduzione dell'indebitamento» a 20 miliardi di euro.
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