2025-03-29
In Myanmar i morti sono quasi 1.700 ma la giunta militare bombarda i ribelli
Migliaia di edifici collassati per il sisma. Tajani: «Nessun italiano tra le vittime». L’Ingv: «Ora il rischio è la liquefazione del suolo».Nemmeno la distruzione del terremoto fa deporre le armi in Myanmar. Mentre si continua a scavare sotto le macerie, dopo che venerdì un sisma di magnitudo 7.7 ha devastato il Paese, la giunta militare bombarda le regioni sottoposte allo stato d’emergenza, alla ricerca dei ribelli oppositori del regime. Il People’s defence force, acerrimo nemico della giunta, ha reso noto che gli attacchi aerei hanno colpito Sagaing, distante solamente 16 km dall’epicentro. Un membro dell’organizzazione umanitaria Free burma rangers, David Eubank, ha anche comunicato alla Bbc che «dal terremoto ci sono stati tre attacchi aerei nello stato meridionale di Shan e Kareni la scorsa notte. Quindi, non si fermeranno».Intanto il numero delle vittime del sisma aumenta: nel momento in cui scriviamo si registrano quasi 1.700 morti e 3.400 feriti in Birmania, oltre a un numero ancora sconosciuto di dispersi. Tra coloro che hanno perso la vita ci sono anche 12 bambini rimasti uccisi nel crollo di una scuola nell’area di Mandalay, E pare che, a livello finanziario, «il costo del terremoto potrebbe superare il Pil del Myanmar», secondo un’analisi dell’Usgs (il Servizio geologico degli Stati Uniti, ndr). Mentre in Thailandia i morti sono dieci, con ancora 47 persone disperse sotto i resti del grattacielo in costruzione crollato venerdì.Stando a quanto comunicato dal governo «parallelo» di unità nazionale birmano (che ieri sera ha un cessate il fuoco parziale unilaterale per facilitare i soccorsi, ndr), a essere stati danneggiati dal sisma sono quasi 3.000 edifici, decine di strade e sette ponti. Gli aeroporti internazionali della capitale Naypyidaw e di Mandalay restano chiusi. Reuters ha riferito anche che una torre di controllo del traffico aereo di Naypyidaw sarebbe crollata. In Thailandia, sempre secondo quanto riportato dall’agenzia britannica, potrebbero essere 5.000 le strutture danneggiate.E dopo che il capo della giunta militare del Myanmar, Min Aung Hlaing, in una mossa inconsueta ha richiesto aiuti internazionali, nella giornata di ieri, rispondendo all’appello, sono arrivati i primi soccorritori stranieri. Una squadra cinese è atterrata nell’aeroporto di Yangon con droni e rilevatori di terremoti, secondo il Guardian, mentre Pechino ha annunciato che fornirà oltre 13 milioni di dollari in aiuti, tra cui kit di emergenza, coperte e tende. Sempre ieri sono atterrati anche i soccorritori indiani, in attesa di navi con 40 tonnellate di aiuti sempre provenienti dall’India. Anche Mosca ha inviato soccorritori e aiuti umanitari, così come la Malesia e Singapore. Le Nazioni Unite hanno stanziato, invece, cinque milioni di dollari come primi aiuti mentre l’Ue 2,5 milioni. Ma anche gli Stati Uniti forniranno assistenza. Nonostante questa gara di solidarietà, gli abitanti delle aree colpite dal sisma sono stati lasciati soli. Una testimone ha raccontato a Reuters: «Molte persone sono intrappolare ma non arriva alcun aiuto semplicemente perché non ci sono né personale, né attrezzature, né veicoli».I residenti di Mandalay hanno spiegato di non aver ricevuto alcun supporto da parte dell’autorità militare. Le richieste di macchinari per rimuovere detriti sono state pubblicate anche su Facebook nella disperata corsa contro il tempo per trovare superstiti sotto le macerie. E c’è chi teme che l’assistenza non venga indirizzata verso chi ne ha davvero bisogno. Il relatore speciale dell’Onu per i diritti umani in Myanmar, Thomas Andrews ha commentato su X: «La risposta della giunta al ciclone Mocha e al tifone Yagi dimostra la sua volontà di trasformare gli aiuti in armi in mezzo ai disastri naturali», per poi ammonire che «il mondo deve collaborare con il governo di unità nazionale, con le organizzazioni etniche e i gruppi della società civile per raggiungere coloro che hanno bisogno».E la situazione potrebbe peggiorare visto il rischio di liquefazione del suolo. Il Paese, che già si trova in un’area altamente sismica, visto che sorge tra due placche tettoniche ed è tagliato da Nord a Sud dalla faglia di Sagaing, potrebbe subire ulteriori danni. Dopo un sisma del genere, il suolo può perdere coesione comportandosi come un fluido e potrebbe far collassare le abitazioni presenti sopra il terreno. A parlarne è stato il presidente uscente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) Carlo Doglioni (il 29 marzo il ministro della Ricerca ha nominato Fabio Florindo come nuovo presidente). «Con un evento di questa intensità, sarebbe davvero strano se non si verificassero decine e decine di frane, come anche fenomeni di liquefazione del terreno», ha spiegato.Riguardo al centinaio di italiani presenti in Myanmar e agli 8.000 attualmente in Thailandia, il nostro ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha confermato a News room su Rai 3 che «non ci sono italiani tra le vittime e i feriti, non solo nelle zone dove il terremoto ha fatto più danni ma anche nelle altre aree». In termini di aiuti, il vicepremier ha precisato: «Ho dato immediata disposizione per spendere tre milioni per le attività di primo intervento attraverso la Croce rossa». E a descrivere i momenti drammatici sul campo è stato l’ambasciatore italiano in Myanmar, Nicolò Tassoni Estense, che ha affermato all’Ansa: «La situazione resta molto critica». E, pur sostenendo che a Yangon la scossa «è stata molto più contenuta», ha sottolineato: «Lo scenario in altre importanti città del Paese, a cominciare da Mandalay e Naypyidaw, è completamente diverso», con «anche delle complessità logistiche connesse, c’è scarsità di energia elettrica, ci sono interruzioni di comunicazione e tutto questo rende gli sforzi complicati».
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)