
Catturato l'uomo che in un agguato di camorra ha sparato in piazza a Napoli ferendo gravemente una bambina. Fermato anche il fratello che l'ha aiutato a fuggire. L'arresto in una settimana è un minimo risarcimento per tutti gli innocenti colpiti delle mafie.Quando Noemi si è ripresa dal coma ha trovato le lacrime dei suoi genitori, l'emozione dei medici e la gioia di un'intera città. Da ieri la «Napoli sentimentale» è tornata infatti a sorridere dopo sette giorni di attesa e speranza per questa bambina di appena 4 anni d'età, vittima innocente di un killer senza scrupoli, ingaggiato per ammazzare Salvatore Nurcaro, presunto affiliato di un clan rivale.Ieri, però, anche la «Napoli degli onesti», che non sempre coincide con quella sentimentale, ha potuto festeggiare. Armando Del Re, 28 anni, originario dei Quartieri spagnoli, è stato fermato a Siena dai Carabinieri. Secondo il procuratore Giovanni Melillo è il sicario che nel video shock diffuso nei giorni scorsi ha scavalcato, indifferente, due volte la piccola rimasta a terra agonizzante. Catturato anche il fratello Antonio, di appena 18 anni, accusato di averlo aiutato nel raid e nella fuga. Si era rifugiato a Nola, nella provincia profonda.È una notizia di grande peso, questa, e per varie ragioni. La premessa è che l'arresto «sprint» dei Del Re può cambiare la storia del rapporto tra Stato e camorra. Ora killer e malviventi sanno che sarà difficile farla franca come in passato, quando le indagini sulla bassa manovalanza della criminalità hanno peccato troppe volte di sciatteria, come denunciano da tempo i familiari delle vittime. Su input di Matteo Salvini non è più così, il ministro dell'Interno vuole una strategia aggressiva anche contro i camorristi di basso cabotaggio poiché solo in questo mondo - parole sue - «lo Stato e i napoletani vinceranno la sfida».Ieri il leader della Lega ha pure annunciato che giovedì 16 maggio sarà «a Napoli per il Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica». È prevedibile che la visita si trasformerà in una festa. L'arresto di Armando e Antonio Del Re è indubbiamente un successo del ministro dell'Interno, seppur condiviso con «Forze dell'ordine, inquirenti e magistratura» che egli stesso ha ringraziato con calore. Salvini aveva promesso giustizia ai genitori di Noemi. E così è stato. Non era affatto scontato. Negli ultimi 40 anni in Campania risultano essere un centinaio (intesi come morti, con i feriti arriviamo a 400) le vittime innocenti della camorra. Nella lista ci sono tanti giovani (per esempio Luigi Sequino e Paolo Castaldi, 21 e 20 anni), madri (come Silvia Rutolo e Teresa Buonocore) e persino un giovane disabile, Antonio Landieri. Uomini perbene come Nicola Nappo, Mario Ferrillo, Pasquale Campanello, Tonino Esposito Ferraioli sono stati ammazzati da innocenti e i loro familiari ancora attendono di conoscere i nomi di chi li ha privati dei loro cari. Nel resto dei casi di vittime incolpevoli di qualsiasi male, ci sono voluti mesi, anni, a volte decenni per individuare i colpevoli. Nel caso di Noemi è bastata una settimana.Ecco, l'arresto dei killer di Napoli risarcisce, seppur in piccolissima parte, tutti gli innocenti colpiti delle mafie, a partire dai bambini e dagli adolescenti: soltanto in Campania, la camorra ne ha uccisi una dozzina. Sono storie strazianti. La prima del triste elenco, Simonetta Lamberti, ha 11 anni quando viene crivellata di colpi da un sicario della camorra nel corso di un attentato il cui obiettivo era il padre, l'allora procuratore anticamorra Alfonso Lamberti. Correva il 29 maggio 1982 e molti anni dopo Alfonso verrà condannato per aver favorito alcuni clan camorristici ed espulso dalla magistratura. Il 15 dicembre 1983 tocca purtroppo a Luigi Cangiano. Abita nel Rione Siberia, poco distante dal carcere di Poggioreale. Ha 10 anni e mentre gioca con un gruppetto di amici esplode un conflitto a fuoco tra la polizia e una banda di spacciatori: alla fine della sparatoria Luigi rimane a terra esamine. Una simile sventura capita pure alla 16enne Rosa Visone l'8 novembre 1986. A seguito di una sparatoria tra carabinieri e pregiudicati camorristi, perde la vita a Torre Annunziata.Il 25 agosto 1989 Carmela Pannone, una bambina di 5 anni, si trova ad Agropoli in vacanza. Mentre è in auto con i tre cuginetti e lo zio Giuseppe Pannone, tre killer a bordo di una Renault 19 sparano incuranti della presenza dei bambini. Carmela muore subito dopo il ricovero in ospedale, due cuginetti rimangono feriti, lo zio spira sul colpo. Fabio De Pandi viene invece ucciso da un proiettile vagante il 21 luglio del 1991. Aveva 11 anni. Era in un'auto, nel quartiere Soccavo di Napoli. Poco distante due gruppi camorristici si stavano fronteggiando a colpi di pistola. Il 15 ottobre del 1995 Gioacchino Costanzo, un bimbo di due anni, viene ucciso in auto con lo zio, pregiudicato, venditore di sigarette di contrabbando a San Giuseppe Vesuviano, che il commando di sicari aveva deciso di eliminare. Il 26 gennaio 1997 Ciro Zirpoli, 16 anni, viene ammazzato senza pietà a Ercolano perché figlio di un pentito. Giovanni Gargiulo è invece il fratello di un pentito. Ha 14 anni quando i killer lo assassinano in via delle Repubbliche Marinare, la mattina del 18 febbraio 1998. È l'esecuzione di un ragazzo che è poco più di un bambino. Pure l'omicidio di Valentina Terracciano è tremendo. Il 12 novembre del 2000, a soli 2 anni d'età, viene uccisa in un negozio di Pollena Trocchia (Napoli). Gli assassini vogliono colpire il fratellastro dello zio, Domenico Arlistico, ma non riuscendo a trovarlo decidono per una vendetta trasversale. Sparano a Fausto Terracciano, zio di Valentina: alcuni proiettili colpiscono alla testa la piccola che muore in ospedale dopo un giorno di agonia. Il 27 marzo 2004 Annalisa Durante ha 14 anni quando muore durante un conflitto a fuoco nel quartiere Forcella di Napoli. I sicari puntano a Salvatore Giuliano, uno dei nipoti dei boss dell'omonimo clan e colpiscono la ragazza. Il 6 settembre 2015 un proiettile vagante uccide anche Gennaro Cesarano, un ragazzo di 17 anni: a sparare è una paranza, un gruppo di fuoco composto da camorristi di giovanissima età.Ma la storia che più di ogni altra ha lasciato il segno è datata 18 maggio 1990. Nel Rione Sanità, si consuma un agguato in cui perde la vita anche Nunzio Pandolfi, un bambino di 2 anni. All'omelia funebre il parroco don Franco Rapullino urla «Fuitivenne», fuggite da Napoli, perché è una città perduta. Anche il papà di Noemi ha detto di volersene andare via. Salvini lo ha invitato a restare. Forse ora ci ripenserà.
Robert Redford (Getty Images)
Incastrato nel ruolo del «bellone», Robert Redford si è progressivamente distaccato da Hollywood e dai suoi conformismi. Grazie al suo festival indipendente abbiamo Tarantino.
Leone XIV (Ansa)
Nella sua prima intervista, il Papa si conferma non etichettabile: parla di disuguaglianze e cita l’esempio di Musk, ma per rimarcare come la perdita del senso della vita porti all’idolatria del denaro. E chiarisce: il sinodo non deve diventare il parlamento del clero.