2021-05-17
Una tavolozza di colori sui capelli che s’imbiancano
Anche gli antichi Egizi, Greci e Romani avevano l'abitudine di tingersi con soluzioni naturali. Oggi invece usiamo prodotti chimici: trucchi e segreti per trattare le chiome senza rovinare le loro caratteristiche.Un aspetto dei capelli che ci interessa più di altri è il colore. Chi ha i capelli biondi vorrebbe averli castani e viceversa, chi li ha neri li desidera rossi e così via. A determinare il colore naturale dei nostri capelli è la melanina. La parola melanina deriva dal greco antico mèlas (nero): è una proteina con funzione anche pigmentaria. Essa determina la colorazione innanzitutto della pelle, infatti l'individuo - ma anche l'animale - che ne è privo si definisce albino e quello che ne produce meno albinoide. La melanina è presente nella pelle in bassa o più alta quantità a seconda di fattori innanzitutto genetici, ma la produciamo anche in ragione dell'esposizione ai raggi ultravioletti. Quella che chiamiamo abbronzatura, infatti, è la colorazione più scura assunta dalla pelle che produce più melanina proprio per proteggerci da quei raggi: è la funzione fotoprotettiva della melanina dalle radiazioni ionizzanti. Dal punto di vista chimico, ci sono due tipi di melanine: i pigmenti artificiali come poliacetilene, polianiline e polipirroli, e le melanine di origine biologica che sono diffuse nel regno animale, vegetale e protista. Presentiamo melanina, spiega Wikipedia, «nel midollo e nella zona reticularis della ghiandola surrenale, nello stria vascularis dell'orecchio interno e nel pigmento di alcuni tipi di neuroni situati nel locus coeruleus, nel Ponte di Varolio, nel nucleo motore del nervo vago e nella substantia nigra del sistema nervoso centrale e poi nella pelle, nel tessuto pigmentato sotto l'iride». Ragione per cui la melanina determina anche il colore degli occhi, ma quella che in questo momento ci interessa è quella dei capelli. Chiamiamo eumelanina quella dei capelli scuri e feomelanina quella dei capelli chiari, biondi e rossi. La melanina dei capelli rossi è il tricocromo, simile alla feomelanina. i poteri della melaninaUn'altra particolarità della melanina nei capelli è che chi li ha biondi ha i pigmenti soltanto nella cuticola, chi li ha scuri ha i pigmenti nel midollo. Nei capelli rossi, infine, i pigmenti di melanina sono sostituiti da pigmenti solubili diffusi. Abbiamo visto la scorsa settimana che ogni capello è formato da 3 parti: lo stelo o fusto, il bulbo immediatamente sotto la pelle, e la radice, ancor più sotto. Lo stelo ha uno strato esterno, la cuticola, formata da cellule cornee con la forma di scaglie, incastrate una sull'altra proprio come le tegole di un tetto. Uno più interno e voluminoso, la corteccia, formata da cellule che contengono i pigmenti di melanina, e al centro il midollo. Melanina a parte, i capelli sono anche ricchi di sali minerali e anche qui abbiamo un rapporto tra quantità e colore: si trova molto ferro nei capelli rossi, magnesio in quelli neri e piombo in quelli castani. La melanina è prodotta dai melanociti per mezzo di un processo biochimico che si chiama melanogenesi. Tramite l'influenza di vari ormoni, compresi estrogeni e testosterone, i melanociti sintetizzano l'enzima tirosinasi che poi muta l'amminoacido tirosina in melanina. Con il tempo, a causa del mancato scambio enzimatico tra tirosina e melanociti, i nostri capelli perdono colore e diventano grigi, bianchi o biondo perla. L'avvento della perdita di colore dei capelli s'inizia, di solito, tra i 30 e i 40 anni. Si chiama incanutimento o canizie. Se si manifesta prima, si chiama canizie precoce, mentre è congenita negli albini. L'età effettiva di incanutimento dipende anche dal dna: ci sono persone che non raggiungono mai il bianco, ma solo un colore grigio, magari a 60 anni, altre che a 20 vedono spuntare il primo capello bianco, replicando la canizie all'età nella quale la conobbero altri familiari. Ma anche lo stress, l'uso di prodotti per i capelli troppo aggressivi e un'alimentazione squilibrata possono incanutire anzitempo. Qualunque siano le sue motivazioni, l'incanutimento è stato sempre corretto da che l'uomo ha scoperto modi per farlo. La pratica di tingere i capelli ha almeno 4.000 anni: gli antichi Egizi impiegavano l'henné; i Greci intingevano pettini di piombo nell'aceto per scurire i capelli grigi pettinandoli, proprio come si fa con le lozioni contemporanee come Grecian 2000; gli antichi Romani sapevano schiarire le ciocche con il sapone fatto di sego, il grasso di bovini, ovini ed equini, e cenere, il sapo. Nel Quattrocento e Cinquecento le donne veneziane ottenevano riflessi biondi particolarissimi, il famoso «biondo veneziano», distribuendo sui capelli appena lavati una tintura schiarente con una sponzeta (spugnetta) e poi, dopo averli fatti passare nel foro del cappello senza fondo e con tesa molto larga che si chiamava solana e aver poggiato le lunghezze sullo schiavonetto, un accappatoio di seta, facendoli asciugare al sole sul terrazzino sul tetto di casa detto altana. la rivoluzione del 1907Balzando in avanti ai nostri tempi, è Eugène Schueller, poi fondatore di L'Oréal, l'inventore della prima tintura chimica per capelli, nel 1907. Dopo 40 anni, arriva la tintura per capelli casalinga, la Poly Color della Schwarzkopf. Poco più di un decennio prima, nel 1935, l'attrice di Hollywood Elsa Lanchester mostrava due mèches (ciocche schiarite) bianche in un'acconciatura a cofana ispirata alla regina egizia Nefertari nel film (e anche nella locandina) La moglie di Frankenstein. Una pettinatura e una tintura talmente iconiche che sono rimaste leggendarie e sono stracitate. Anche nel cortometraggio Frankenweenie del 1984 di un Tim Burton ancora ignoto come regista (fu anche licenziato dalla Disney per aver «sprecato risorse» nel realizzarlo), il resuscitato non è Frankenstein ma è il barboncino Sparky che s'innamora di una barboncina con il pelo acconciato così, a cofana e mechato. Con la tintura si può colorare (o decolorare) la tonalità naturale dei capelli. Non vi ricorriamo soltanto per colorare un capello grigio o bianco, ma anche per schiarirne uno scuro o scurirne uno chiaro oppure effettuare mescole cromatiche basate sul chiaroscuro come mèches, colpi di sole, shatush, balayage eccetera, e quindi cambiare look. Possiamo tingere i capelli in molti modi. Ci sono le tinture a tempo determinato, che servono a colorare i capelli bianchi oppure a colorare, di toni più scuri, i capelli non ancora incanutiti. Esse poggiano pigmenti colorati sulla cuticola del capello. Nel caso di quella temporanea, i pigmenti saranno rimossi al primo shampoo. La colorazione temporanea può assumere forma di shampoo, di maschera, di lozione o crema (di queste ultime c'è anche la versione spray o mascara per capelli di recente invenzione). La colorazione semipermanente, invece, resiste a più shampoo (da 4 a 8). La colorazione permanente contiene composti che, reagendo tra di loro all'interno del capello, dove essi penetrano durante il tempo di posa, lo tingono. Sono composte da un reagente che contiene coloranti primari, copulanti, ammoniaca o suoi sostituti, sostanze tampone deputate a mantenere il ph del capello basico, antiossidante per evitare l'ossidazione dei coloranti a contatto con l'aria; poi, da un attivatore che contiene agenti a loro volta ossidanti come l'acqua ossigenata. Le due parti vanno mescolate e distribuite sui capelli. C'è poi una tintura «estrema» che sarebbe la decolorazione: essa disperde le molecole di colore del capello e in questo modo lo schiarisce. Molto spesso è necessario decolorare prima di tingere, per esempio nel caso del passaggio da un colore molto scuro a uno molto più chiaro. Si possono schiarire i capelli anche senza ricorrere al decolorante. Per esempio esponendoli al sole (magari con un agente acido che intensifica, come il succo di limone), il quale li fotoossida tramite i raggi Uv, con l'effetto di decostruire la melanina come fa il perossido di idrogeno. Perciò i capelli vanno idratati e nutriti, anche con prodotti dotati di filtri Uv, in caso di esposizione solare prolungata (anche a raggi artificiali come quelli delle lampade Uv) e di decolorazione o colorazione chimiche. Le tinture per capelli permanenti hanno gran successo perché consentono di scegliere all'interno di una gamma ampia di colori, coprono benissimo i capelli bianchi, sono economiche e facili da usare (anche da soli, non serve andare per forza dal parrucchiere, anche se andarci è piacevole e certamente un parrucchiere possiede una professionalità che nessuno ha nel fai da te tricologico domestico). Gli aspetti positivi della tintura permanente sono: ampio raggio di colorazioni e sfumature; copertura perfetta dei capelli bianchi; costo economico; facilità di utilizzo. Uno svantaggio è che possono, seppure raramente, causare allergie e quindi è consigliabile eseguire il test di allerta allergia 48 ore prima di usarle: si pone un piccolo quantitativo di colorante (da solo, non miscelato con il reagente) sulla pelle dietro l'orecchio e se entro 48 ore compaiono pruriti, arrossamenti o gonfiori, non bisogna procedere con la colorazione. fenomeno di massaSecondo la ricerca «Le donne italiane e la colorazione» realizzata da L'Oréal Italia, 7 italiane su 10 dai 15 ai 75 anni di età si colorano i capelli e l'82% (anche chi non vi fa ricorso) considera la colorazione «un valido alleato di bellezza». Circa 16 milioni di donne in Italia si tingono i capelli, in media una volta ogni due mesi. Le donne italiane che si tingono sono il 67% della popolazione femminile dai 15 ai 75 anni, contro una media europea del 61%. Un risultato che non stupisce, visto che il 39% delle italiane è preoccupato dall'invecchiamento, rispetto al solo 27% delle donne tedesche. Il 50% delle italiane va dal parrucchiere, delle spagnole ci va il 44%, il 41% delle francesi, il 30% delle tedesche e il 28% delle inglesi. Andare dal parrucchiere, magari a tingere la chioma, non è un'abitudine solo femminile: il 76% dei maschi italiani va da parrucchiere o da barbiere (e il 12% dall'estetista). Un'altra tendenza abbastanza recente, che riguarda le donne sopra i 55 anni, è lasciare crescere i capelli incanutiti, come fanno la maggior parte degli uomini. Ci sono perfino le testimonial, come la top model Yasmina Rossi o la conduttrice Paola Marella e il motto del movimento di «liberazione» dalla «schiavitù» della tintura è «Go grey!», «Diventa grigia», che mima il «Go vegan».
Jose Mourinho (Getty Images)