2021-06-18
«Le tasse sulle sigarette elettroniche danneggiano il mercato e la salute»
Umberto Roccatti, presidente Anafe (IStock)
Il presidente Anafe: «Stangata del 300% in tre anni su questi prodotti. Così però si favorisce il business illecito e si distruggono le aziende locali. Lo svapo ha una tossicità inferiore del 95% rispetto al fumo tradizionale».Circa 9 milioni di italiani su un totale di 12 milioni di fumatori, non riescono o non vogliono abbandonare quest'abitudine. «A loro offriamo un'alternativa dal rischio estremamente ridotto. Chiediamo non sia tassata in maniera punitiva e che venga raccontata in modo obiettivo, senza assecondare falsi miti». Così Umberto Roccatti, appena riconfermato nel ruolo di presidente di Anafe, l'Associazione nazionale produttori fumo elettronico aderente a Confindustria, riassume le priorità del suo mandato per il prossimo triennio. «Il vaping», sottolinea Roccatti «ha ancora tanta strada da fare nel nostro Paese, bisogna affermarne i punti di forza, messi in ombra da alcune fake news».A quali si riferisce?«La principale è che lo svapo attira i ragazzini. Numerose analisi hanno dimostrato il contrario, peraltro lo conferma la logica. Se la sigaretta elettronica davvero induce al fumo, i fumatori sarebbero dovuti aumentare, invece stanno lievemente diminuendo. Anche grazie agli aromi, che consentono di provare un'esperienza diversa a chi tenta di staccarsi dal tabacco. I liquidi al gusto tabacco provocano una ricaduta frequente nelle sigarette tradizionali, chi esplora sapori diversi se ne allontana più facilmente». Un'altra convinzione erronea?«Che la nicotina sia cancerogena. Crea dipendenza come fanno molte altre sostanze, ma gli stessi farmaci antifumo la contengono. Non deve spaventare, a uccidere sono il catrame e i componenti nocivi che si sprigionano con la combustione».Sta dicendo che la sigaretta elettronica è un prodotto sicuro?«Studi ormai consolidati, in particolare quelli di Public health England, l'ente di salute pubblica inglese, gli riconoscono una tossicità inferiore del 95% rispetto alle sigarette. Tali ricerche non sono mai state smentite. E in Europa, in 15 anni, non si è registrato un singolo episodio di ospedalizzazione legato ai prodotti presenti sul mercato. Le evidenze, peraltro, iniziano a essere di medio e lungo periodo».Riguardano anche il fumo passivo?«Lo svapo passivo non esiste, svapare non dà possibilità di inquinare in maniera sostanziale l'ambiente. Una ricerca recente ha evidenziato che non favorisce nemmeno la diffusione del Covid-19. Possiamo dibattere se sia gradevole o meno in ambienti chiusi, ma l'aspetto appartiene a un'altra sfera, fa parte dell'educazione delle persone».Però l'Oms, l'Organizzazione mondiale della sanità, mantiene un atteggiamento di netta chiusura verso il tema.«Fa un discorso generale, di carattere internazionale. Dove il vaping non è regolato a dovere si sono presentati problemi, pensiamo agli Usa o alla Filippine. L'Europa ha norme stringenti, spesso irrigidite dai singoli Stati. La sicurezza dei consumatori è garantita».Lei è anche vicepresidente di Ieva, l'organismo di categoria su scala continentale. Come giudica l'atteggiamento dell'Ue?«Se davvero vuole passare dal 25% dei fumatori attuali al 5% in poco meno di 20 anni, deve riconoscere il ruolo e il peso della sigaretta elettronica rispetto al tabacco combusto, dare rilevanza alla relatività del rischio. Quello pari a zero non esiste, i vaccini lo hanno dimostrato. Occorre essere pragmatici, trasferire lo stesso approccio alla gestione del tabagismo. Devo dire che c'è qualche spiraglio, le posizioni nell'Unione si stanno ammorbidendo».E in Italia?«L'unica tassa che è stata aumentata dalla scorsa legge di bilancio è stata quella sulla sigaretta elettronica. Una follia: è stato previsto un incremento scaglionato in tre anni che arriva al 300%. La fiscalità va ribilanciata, è fuori tempo oltre che fuori luogo: quest'autunno arriverà la bozza dell'accisa a livello europeo, che determinerà delle soglie armonizzate».Quali sono i rischi di un inasprimento?«L'esplosione del mercato nero, dei prodotti contraffatti. Si metteranno a rischio le imprese, la salute dei consumatori, gli stessi introiti per l'erario. Lo ha dimostrato il caso dell'Estonia, che ha varato un'imposizione pari alla nostra, costringendo il pubblico a comprare online i prodotti in Lettonia, distruggendo le aziende locali. Tempo due anni, il governo ha fatto marcia indietro. Tra l'altro, il servizio del bilancio del Senato ha considerato il gettito erariale stimato dalla norma eccessivamente ottimistico».In sintesi, cosa chiede Anafe?«Di non guardare solo il breve periodo. Lo svapo offre possibilità enormi in termini di risparmio di costi per la salute pubblica. Dovrebbero prenderne atto anche le istituzioni sanitarie: siamo una forza complementare alle politiche sacrosante per favorire l'abbandono del fumo».
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