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La tassa globale del 15% non è ancora approvata ma è già un fallimento

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La tassa globale del 15% non è ancora approvata ma è già un fallimento
iStock
  • L’aliquota minima è stata indebolita dall’emergere di un numero crescente di scappatoie. Secondo l’osservatorio Ue, genererebbe una frazione del gettito fiscale inferiore al 5% del gettito dell'imposta globale sul reddito delle società, contro un 9% che si sarebbe potuto ottenere con un'aliquota del 15%, senza scappatoie, e oltre il 16% con una al 20%.
  • L’Italia può fare ben poco per combattere l'inefficienza di una misura ereditata dai precedenti governi, ma esistono delle alternative per tamponare una normativa lacunosa e poco profittevole, come la riduzione della pressione fiscale sul lavoro e il relativo taglio del cuneo previsto dalla riforma del fisco.

Lo speciale contiene due articoli.

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Zelensky al vertice in Florida porta sul groppone un altro scandalo mazzette
Ansa
L’Anticorruzione irrompe nel Parlamento: sospetti su quattro deputati del partito del presidente. Che sente gli europei e batte cassa: «800 miliardi per la ricostruzione».

Non era nemmeno atterrato in Canada, dove ha fatto scalo per parlare col premier, Mark Carney, prima dell’incontro di oggi con Donald Trump, a Mar-a-Lago. Volodymyr Zelensky, a poche ore da decollo dalla Polonia, ieri è stato raggiunto dalla notizia di un’ennesima indagine della Nabu, l’Ufficio nazionale anticorruzione, e della Procura speciale Sapo, su un presunto giro di mazzette che coinvolgerebbe quattro parlamentari del suo partito. Si tratta, secondo Ukrainska Pravda, di Yevhen Pyvovarov, Ihor Nehulevskyi, Olha Savchenko e Yuriy Kisel, esponenti di Servitore del popolo.

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Alessandro Morelli: «Ora si cambi il decreto Ucraina. L’Ue non boicotti la pace di Trump»
Alessandro Morelli (Imagoeconomica)
Il sottosegretario leghista a tutto campo: «Sto correndo per le Olimpiadi, mi sono rotto già tre costole. Il partito? Ha un solo leader: Matteo. Fortunatamente a Kiev non c’è una Flotilla per rovinare gli accordi».

Alessandro Morelli, non è passata inosservata ad alcuni fotografi una sua smorfia di dolore mentre partecipava ai lavori della legge di bilancio fra i banchi della Lega. Pure a lei questa legge non piace?

«Assolutamente no. La smorfia di dolore è legata al fatto che alle Olimpiadi Invernali di febbraio io sto dando letteralmente anima e corpo».

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La guerra vietata è guerra infinita
Ursula von der Leyen e Volodymyr Zelensky (Ansa)
La Carta Onu voleva bandire i conflitti. Invece, ha solo fatto sì che non venissero più apertamente dichiarati. Rendendo anche più difficile trovare vie d’uscita diplomatiche.

C’erano una volta le dichiarazioni di guerra. Frutto di meticolosa preparazione nelle cancellerie diplomatiche, illustravano con dovizia di argomentazioni il perché della ritenuta necessità della guerra contro il Paese cui la dichiarazione era diretta. E c’erano i trattati di pace, che mettevano formalmente fine alle guerre, il più delle volte con reciproche concessioni, ovviamente più pesanti da parte di chi, complessivamente, era risultato soccombente nel confronto di forze sui campi di battaglia. Le guerre non erano dirette alla reciproca distruzione dei belligeranti ma solo a risolvere, con una sorta di «giudizio di Dio», le controversie che non si erano potute appianare per via diplomatica.

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