2023-11-18
Tanto disagio per nulla: sciopero flop
La partecipazione si ferma a un misero 3% nei trasporti, al 4 nella sanità e nella pubblica amministrazione, al 6,5 nella scuola. Intanto però, nel disinteresse dei sindacati, l’ex Fiat svuota le fabbriche e invita i suoi fornitori ad andare a produrre all’estero. Cronaca di un flop annunciato: lo sciopero di Cgil e Uil si rivela un fallimento totale, e del resto c’era poco di diverso da aspettarsi, considerato che la mobilitazione dei sindacati rossi contro la legge di bilancio era stata annunciata prima della presentazione della legge di bilancio. I numeri: l’adesione è stata del 3% nei trasporti, e del 4% negli enti locali, nella sanità e nelle poste, mentre nelle scuole si è attestata al 6,5%. Alle 12 di ieri, Trenitalia comunicava che aveva circolato regolarmente il 100% dei treni a alta velocità, il 99% degli Intercity e l’85% dei regionali. L’adesione allo sciopero era stata, tra macchinisti e capotreno, del 5% per l’alta velocità, del 7% per gli Intercity e del 16% per i regionali, per un adesione totale, nel Gruppo Fs, del 5,29%. Uno sciopero preventivo, tutto politico, con Maurizio Landini, leader della Cgil, che insieme al collega della Uil Pierpaolo Bombardieri ha deciso di sfidare il buon senso chiamando i lavoratori ad astenersi dal lavoro per motivi incomprensibili agli stessi lavoratori, i quali infatti non hanno ascoltato il richiamo della foresta rossa. L’ansia da comunicazione della «duplice», Cgil e Uil, che hanno tentato per tutta la giornata di nascondere il flop diffondendo solo i dati delle roccaforti rosse, è la dimostrazione plastica di quanta poca credibilità abbiano ormai questo genere di strumentalizzazioni propagandistiche. «Grande adesione allo sciopero generale promosso da Cgil e Uil», hanno scritto i sindacati ieri pomeriggio, «e straordinaria partecipazione alle manifestazioni e ai presidi in tutto il Paese sulla base dei dati fin qui pervenuti dai territori e dalle categorie. Nel Centro Italia, adesioni medie di oltre il 70% in alcune regioni. Alta l’adesione anche nei settori che oggi si sono fermati a livello nazionale, pubblico impiego, scuola, Università, ricerca, Poste e trasporti. In quest’ultimo si registrano picchi del 100% nei porti, fino all’80% nella logistica e nei Tpl e nel trasporto ferroviario, comparti sottoposti alla precettazione, del 70%. Adesioni del 100% alla Sammontana Spa Gelateria di Firenze e alla Servizi Ospedalieri di Lucca. Astensione totale anche alla Dussman Ristorazione scolastica di Ancona. In tanti e tante hanno incrociato le braccia in tutti i settori privati». Se c’è bisogno di andare a cercare i picchi di astensione col lanternino in giro per l’Italia, significa che lo sciopero è fallito: quando una mobilitazione riesce, i cittadini se ne accorgono perché, tanto per fare un esempio banale, i mezzi pubblici non effettuano il servizio regolare. Visto che ieri di questo sciopero non si è accorto nessuno, mancava poco che i sindacati comunicassero nome e cognome di quelli che hanno aderito: «A Firenze alla The Bridge», hanno fatto sapere Cgil e Uil, «il 70% degli addetti si è astenuto, al Nuovo Pignone l’80%; ad Ancona alla Fincantieri raggiunto l’80% di adesioni, alla Ariston il 90% e alla Tod’s di Fermo il 60. Stop per l’80% degli operai della Ast di Terni. Nel Lazio oltre il 90% degli addetti Findus e Cmb Carpi hanno aderito allo sciopero, così come il 70% dei lavoratori della filiera Amazon. 60% raggiunto alla Rdb Italprefabbricati di Teramo, 90% alle Trafilerie Meridionali di Chieti e 75% alla Teknocall dell’Aquila». Nell’attesa di conoscere la percentuale di adesione allo sciopero nel mercatino ortofrutticolo settimanale di San Sebastiano al Vesuvio, registriamo invece una discreta affluenza alla manifestazione nazionale di Piazza del Popolo a Roma, dove hanno parlato Landini e Bombardieri: «Noi siamo qui», ha detto Landini, «perché rappresentiamo la maggioranza di questo paese, di chi paga le tasse e con il lavoro tiene in piedi il paese e che oggi non viene ascoltato da questo governo. Noi a differenza del governo abbiamo in testa di dare un futuro al paese» «Questa piazza», ha aggiunto Bombardieri, «è una risposta democratica di persone che soffrono, che hanno pagato per essere qui. È una risposta di democrazia a chi fa il bullo istituzionale. Bisogna avere rispetto dei lavoratori». La triplice dei bei tempi è diventata duplice, si è ristretta, infeltrita. La Cisl, infatti, non ha partecipato allo sciopero: «Con la Cisl», ha commentato Bombardieri, «continuiamo a fare battaglie sulle proposte unitarie. Per fortuna in Italia c’è il pluralismo sindacale, non c’è il sindacato unico. Chiediamo aumenti salariali, interventi sulla sicurezza sul lavoro e sul fisco». Alla fine della manifestazione un paio di bombe carta esplodono mentre la piazza si sta svuotando, senza fare feriti. Soddisfatto il vicepremier Matteo Salvini, il più agguerrito avversario dello sciopero di ieri: «Matteo Salvini», recita una nota della Lega, «esprime grande soddisfazione alla luce dei numeri delle adesioni allo sciopero di oggi, con scarsa partecipazione a partire dal settore trasporti». «Non ho sconfitto Landini», commenta lo stesso Salvini, «ma è la vittoria del buonsenso: una minoranza ha legittimamente avuto la possibilità di manifestare, senza bloccare milioni di italiani». All’accusa di «bullismo istituzionale», riferita alla decisione della Commissione di garanzia di non considerare la manifestazione di ieri uno sciopero generale, e alla precettazione disposta da Salvini, risponde direttamente Giorgia Meloni: «Non so cosa si intenda», dice il premier, «per bullismo istituzionale. C’è stato il pronunciamento di una autorità indipendente che segnalava al sindacato che non c’erano i requisiti per lo sciopero generale. Non è qualcosa che ho deciso io, lo ha detto un’autorità indipendente, poi c’è stata una decisione del sindacato di farlo rientrare nelle prescrizioni dell’autorità indipendente. Il governo sulla vicenda ha un ruolo marginale. La precettazione era un atto dovuto». «Massimo rispetto per chi oggi ha scioperato», ha sottolineato il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, «va tuttavia segnalato che l’adesione allo sciopero nella scuola è stata molto bassa. Si configura l’insuccesso dell’iniziativa di alcuni sindacati. Andiamo avanti sulla strada delle riforme».
Gattuso e la Nazionale lasciano San SIro al termine del match perso per 4-1 contro la Norvegia (Ansa)
(Arma dei Carabinieri)
L’organizzazione era strutturata per assicurare un costante approvvigionamento e una capillare distribuzione della droga nelle principali piazze di spaccio del capoluogo e della provincia, oltre che in Veneto e Lombardia. Il canale di rifornimento, rimasto invariato per l’intero periodo dell’indagine, si trovava in Olanda, mentre la gestione dei contatti e degli accordi per l’invio della droga in Italia era affidata al capo dell'organizzazione, individuato nel corso dell’attività investigativa. L’importazione della droga dai Paesi Bassi verso l’Italia avveniva attraverso corrieri ovulatori (o “body packer”) i quali, previa ingestione degli ovuli contenenti lo stupefacente, raggiungevano il territorio nazionale passando dalla Francia e attraversando la frontiera di Ventimiglia a bordo di treni passeggeri.
Lo schema operativo si ripeteva con regolarità, secondo una cadenza settimanale: ogni corriere trasportava circa 1 chilogrammo di droga (cocaina o eroina), suddiviso in ovuli termosaldati del peso di circa 11 grammi ciascuno. Su ogni ovulo era impressa, con pennarello, una sigla identificativa dell’acquirente finale, elemento che ha permesso di tracciare la rete di distribuzione locale. Tutti i soggetti interessati dal provvedimento cautelare risultano coinvolti, a vario titolo, nella redistribuzione dello stupefacente destinato alle piazze di spaccio cittadine.
Dopo due anni di indagini, i Carabinieri sono stati in grado di ricostruire tutta la filiera del traffico di stupefacenti: dal fornitore olandese al promotore che in Italia coordinava la distribuzione alla rete di corrieri che trasportavano la droga in ovuli fino ai distributori locali incaricati dello spaccio al dettaglio.
Nel corso delle indagini è stato inoltre possibile decodificare il linguaggio in codice utilizzato dagli indagati nelle loro comunicazioni: il termine «Top» era riferito alla cocaina, «Spa» all’eroina, «Pantaloncino»alle dosi da 5grammi, mentre «Fogli di caramelle» si riferiva al contante. Il sequestro di quaderni contabili ha documentato incassi giornalieri e movimentazioni di denaro riconducibili a un importante giro d’affari, con pagamenti effettuati tramite bonifici internazionali verso conti correnti nigeriani per importi di decine di migliaia di euro.
Il Gip del Tribunale di Venezia ha disposto la custodia cautelare in carcere per tutti i venti indagati, evidenziando la «pericolosa professionalità» del gruppo e il concreto rischio di fuga, considerati anche i numerosi precedenti specifici a carico di alcuni appartenenti all’organizzazione.
L’esecuzione dei provvedimenti restrittivi e delle perquisizioni è stata condotta con il concorso di Carabinieri di rinforzo provenienti da tutti i Comandi Provinciali del Veneto, con il supporto dei Reparti Mobili e Speciali dell’Arma, delle Unità Cinofile Antidroga e del Nucleo Elicotteri Carabinieri, che hanno garantito la copertura aerea durante le operazioni.
L’Operazione «Marshall» rappresenta un importante risultato dell’attività di contrasto al narcotraffico internazionale e alle organizzazioni criminali transnazionali, confermando l’impegno costante dell’Arma dei Carabinieri nel presidio del territorio e nella tutela della collettività.
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