2025-08-25
Tajani punta ad al-Jolani per tutelare i cristiani in Siria
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Antonio Tajani al Meeting di Rimini 2025 (Meeting Rimini)
È necessario «avere fiducia» nel presidente siriano al-Jolani, pur «sapendo bene di dover tenere aperti anche gli occhi». Così si è espresso il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, durante un convegno del Meeting di Rimini dedicato alla Siria e alla presenza dei cristiani nel Paese.«Il rischio della persecuzione c’è» ha detto il vicepremier, riconoscendo che «è scontato che ci siano tentativi di sottomissione e di persecuzione da parte di alcune frange dei sostenitori» di al-Jolani «che vogliono lo Stato islamico». Tuttavia, l’ex leader di Hayat Tahrir al-Sham (Hts) pare essere l’unica «garanzia che c’è al momento», nonostante «l’unità sia molto fragile» e «la presenza turca sia forte». È importante che per i cristiani ci siano le condizioni per rimanere in Siria così come in altri Paesi mediorientali, visto che la loro presenza «rappresenta un elemento di stabilità e di pace in tutto il Medio Oriente».Tajani ha poi ripercorso alcuni momenti dell’incontro con al-Jolani a Damasco lo scorso gennaio: «Conoscendo la storia di Al Sharaa, sono rimasto stupito, ho conosciuto un leader di alto livello. Mi ha detto che per lui non esistevano siriani musulmani e siriani cristiani, ma solo siriani». D’altra parte, però il vicepremier avrebbe adottato alcune accortezze prima del bilaterale: «Sapevo bene che se avessi parlato solo delle comunità cristiane avrei provocato una reazione negativa in lui. E infatti il giorno prima di andare da lui, andai a visitare la grande moschea di Damasco dove c’è San Giovanni e poi dopo incontrai tutta la comunità cristiana» ha ricordato.Con l’Italia che vuole essere «un punto di riferimento per la Siria», è importante assicurarsi «l’unità e la stabilità» e a tal fine, il vicepremier ha dichiarato: «Abbiamo rinforzato l’organico della nostra ambasciata a Damasco, abbiamo invitato subito gli imprenditori italiani a investire nel Paese». E ha annunciato: «Manderemo altri aiuti e ci saranno altre missioni in Siria». Ma la stabilità passa anche «dalla continuità culturale» e quindi serve «una collaborazione forte» in modo tale che «le università siriane possano dare opportunità ai giovani» per restare nel Paese, ma anche per evitare che facciano presa gli estremisti dello Stato islamico. Per rimettere in moto la Siria, ha aggiunto Tajani, «servono infrastrutture, una ferrovia per collegare anche Damasco alla Turchia, servono porti» e va messa anche nelle condizioni di poter utilizzare «le proprie risorse naturali». D’altro canto, al-Jolani gli ha garantito che non incentiverà l’immigrazione irregolare. Accanto a Tajani, sul palco del Meeting, il vicario apostolico di Aleppo, Hanna Jallouf, ha ripercorso il rapporto con al-Jolani prima che prendesse il potere a Damasco. Quando i membri di Hts sono arrivati nel villaggio di Knaye, oltre a fare razzia dei beni del convento e a vietare di indossare qualsiasi simbolo religioso, hanno rapito Jallouf e l’hanno messo in prigione «con 17 persone della comunità, donne e uomini» per 20 giorni. Nel 2022, il vicario apostolico ha chiesto un incontro con al-Jolani: «Abbiamo preparato un incontro come si deve. Con i nomi di coloro che sono stati ammazzati e i nostri beni rubati». Da lì è partita «una strategia comune di lavoro per restituire i beni», in primis «case e terreni alle vedove», che ha sancito un cambio di passo dei rapporti. Basti pensare che nel 2023 dopo che il Papa ha nominato Jallouf vescovo per la Siria, al-Jolani gli ha organizzato un ricevimento.