Un modello di digital trasformation multicanale lanciato da Retail Capital, che supporta i negozianti dell'intimo attraverso un ecosistema che si fonda su tre punti cardine: digitalizzazione dei punti vendita fisici, riconversione degli store in veri e propri e-commerce e delivery dedicata. L'obiettivo finale è tutelare il patrimonio di clientela fidelizzata negli anni con innesti tecnologici necessari alla sopravvivenza dei punti vendita, soprattutto nell'attuale contesto di emergenza. Ne abbiamo parlato con il suo ideatore Francesco De Paolo.
Come nasce Unyli?
«Unyli è il primo marketplace europeo nel settore underwear, nata dall'intuizione e dall'esperienza di Valentina Fabbri nel settore finanziario, e dal mio lungo background nel settore dell'intimo. Mi sono occupato personalmente dell'ideazione e dell'applicazione del modello Unyli, lanciando per primo - in Italia - con l'idea di sviluppare un ecosistema innovativo che si fonda sulla digitalizzazione dei processi sia b2b che b2c, sulla delivery dedicata a impatto zero, sulla formazione di personale esperto e gli hub 5.0, veri e propri store 5.0 per i retailer dell'intimo, ovvero negozi con una tecnologia di misurazione delle forme che permetteranno agli utenti di creare il proprio “avatar" per provare “virtualmente" tutti i capi presenti nei punti vendita e acquistare la taglia perfetta anche da casa.
Unyli è stato lanciato sul mercato dopo un lungo e accurato periodo di studi e di ricerche: da dicembre 2018 a marzo 2020 abbiamo intrapreso la fase di product market fit con i produttori, da marzo 2020 ci siamo dedicati al test della versione beta del modello sino ad arrivare a novembre 2020 con il lancio ufficiale del sito di Unyli».
Unyli non si occupa solo di vendita online, ma rivoluziona anche il negozio fisico. In che modo?
«Unyli è una piattaforma innovativa che accompagna i retailer dell'intimo premium-luxury in un processo di digital trasformation a 360 gradi, dall'offline all'online. La digitalizzazione parte, infatti, proprio dal negozio fisico, attraverso un layout innovativo e digitale, una gestione informatizzata del magazzino e della logistica e una piattaforma che, attraverso algoritmi e machine learning, permette di offrire un servizio studiato sulle singole esigenze del cliente. Unyli consente, quindi, ai retailer di avere accesso a un sistema di riconversione digitale dei punti vendita già attivi, a un modello di ottimizzazione delle vendite e delle scorte di magazzino con l'utilizzo di moderne tecnologie gestionali e, infine, come dicevamo di aver accesso al canale di vendita online, attraverso il marketplace proprietario.
L'obiettivo finale è tutelare il patrimonio di clientela fidelizzata negli anni con innesti tecnologici necessari alla sopravvivenza dei punti vendita, soprattutto nell'attuale contesto di emergenza, e garantire al cliente un'esperienza d'acquisto unica; motivo per cui Unyli mette a disposizione degli utenti personal shopper dedicati sia online che offline, e garantisce consegne a domicilio, nel rispetto di tutte le normative Covid, effettuate attraverso auto elettriche a impatto zero. Con la multicanalità i punti vendita fisici sono chiamati a interpretare anche il ruolo di hub di prossimità. La loro funzione sarà necessaria per garantire spedizioni in tempi brevissimi su tutto il territorio.
Inoltre, abbiamo appena lanciato l'iniziativa #SosteniamoINegoziantiItaliani, una campagna che nasce sui social e arriva nelle case degli italiani, ispirandosi a quella francese #NoelSansAmazon. Il progetto nasce sotto Natale ma sarà attivo in modo continuativo e a tempo indeterminato, perché soprattutto in questo periodo di emergenza vogliamo supportare il più possibile i negozianti italiani, spronando le persone a riscoprire i punti vendita locali e a un consumo critico e consapevole. Acquistare in un negozio di quartiere significa riconoscerne il valore economico e sociale; per questo motivo oltre a pianificare delle campagne social su Facebook e Instagram abbiamo deciso di coinvolgere i clienti, rendendoli protagonisti veri e propri di questa iniziativa: tutti coloro che acquisteranno un prodotto su unyli.com o da uno dei punti vendita affiliati, riceveranno un kit con i loghi, un cartoncino di ringraziamento e una cornice per fotografare i capi acquistati e condividerli sui social, facendosi portavoce e contribuendo alla diffusione di un messaggio così importante.
Attualmente stiamo sviluppando anche un camerino 4d in realtà aumentata per far vivere ai consumatori un'esperienza unica sotto il profilo sensoriale. Abbiamo, inoltre, lavorato sul ruolo del magazzino in ogni hub che diventa digitale e 4.0 ed è funzionale alla fast delivery per gli acquisti online, dunque non ha più una funzione di stockaggio bensì di gestione del picking su piccoli formati per le vendite web».
Cosa cerca un cliente che si reca in un negozio di lingerie?
«I clienti, seppur digitali e abituati alla velocità delle nuove tecnologie, hanno bisogno di essere guidati all'acquisto attraverso un servizio personalizzato e tailor made, approccio che rende i retailer simili ai commercianti tradizionali del passato che facevano della relazione con il cliente il perno della propria attività. Ed è per questo che mettiamo a disposizione dei negozianti anche dei corsi di formazione sul prodotto, di psicologia della vendita e un servizio di social media marketing.
Si stima che il 90% delle donne si ritrova a indossare il reggiseno della taglia non corretta, andando incontro a una lunga serie di fastidi e disagi fisici, posturali ed emotivi. Unyli è un'intuizione femminile trasformata in realtà: una realtà che unisce il mondo fisico e il mondo digitale, la boutique sotto casa e lo store online, la professionalità dei negozianti e le esigenze di ogni donna. Unyli vuole dare a ogni donna l'opportunità di trovare il capo di intimo femminile perfetto per sé, avvalendosi del supporto di figure competenti e fidate e di strumenti innovativi e rivoluzionari».
Francesco De Paolo
Quali sono gli ultimi trend del settore?
«Gli ultimi dati sul mercato italiano dell'intimo stimano un giro d'affari di 4,5 miliardi di euro, oltre 16 milioni di clienti fidelizzati e un potenziale di crescita di 10 milioni di utenti, margine che però rischia di non riuscire a raggiungere a causa di modelli strutturali e di approccio al mercato, ormai, obsoleti. Uno sviluppo rallentato ulteriormente dall'attuale situazione di emergenza globale che vede tra le principali categorie colpite i settori di intimo, accessori, calzature, abbigliamento e tessile per la casa, come recentemente confermato da Confcommercio e Federmoda.
Numeri che parlano chiaro se si considera che su oltre 8.000 punti vendita attivi nel segmento dell'intimo, il 90% non risulta informatizzato, con conseguenze importanti per tutto il settore.
Ne sono un esempio la gestione analogica delle migliaia di referenze in magazzino e dei flussi di vendita che generano rimanenze che mediamente, pesano in valore 1,6 volte i ricavi lordi annui. Situazione sui cui gravano, inoltre, la mancanza di una formazione adeguata del personale, la presenza di layout “superati" nei punti vendita e i tempi medio-lunghi di approvvigionamento stagionale da parte delle case produttrici».
Quanto è importante la digitalizzazione per un brand, al giorno d'oggi?
«È fondamentale e deve essere pianificato bene, non basta avere un semplice e-commerce, il processo di digitalizzazione per un brand è un passaggio molto delicato, richiede investimenti sia nelle infrastrutture che nelle figure operative. In Italia, soprattutto nel settore dell'intimo, ci sono aziende anche molto strutturate che sono ferme agli anni Novanta sotto il profilo tecnologico; sebbene digitalizzarsi è l'unica via percorribile in questo momento, è un processo che però richiede tempo e competenze soprattutto per ottenere lo stesso riscontro in termini di posizionamento rispetto al canale offline. Il mercato offre una miriade di soluzioni tecnologiche per le aziende ma non bastano, è necessario soprattutto cambiare mentalità e il modo di comunicare con i clienti. Siamo passati dalla persuasione alla relazione, essere un brand digitale significa avere ben chiari i propri valori che devono essere condivisi con e dai clienti; è in questo passaggio che si crea la relazione».
Su quali temi deve puntare un'azienda di intimo?
«Credo che le aziende di intimo che producono anche costumi abbiano una grande responsabilità sul tema del body positive: ogni donna deve poter vivere l'intimo come strumento di benessere e avere un rapporto positivo con il proprio corpo in ogni suo aspetto, col cambiamento, e con l'età, libere dai condizionamenti della pubblicità, e da standard di bellezza irraggiungibili, innaturali e malsani. Unyli è molto attenta a questo tema, nei prossimi mesi lanceremo delle campagne di comunicazione molto forti sul tema body positive, con un'impronta innovativa per il settore».
«Ouvert»

Bordelle
«La moda francese sarà di grande ispirazione per questo 2021» ha raccontato Sapna Palep a Stylecaster. In particolare lo stile «ouvert» (aperto, ndr) sarà una grande presenza nelle linee di lingerie per il prossimo anno. La sensualità si esprime così in un gioco di trasparenze con slip aperti nei punti più intimi. «Ora più che mai le donne hanno bisogno di sentirsi sensuali ogni giorno, e un paio di mutande con il lato b completamente in vista sono perfette».
Rappresenta perfettamente questo trend, il brand Bordelle, conosciuto in tutto il mondo per i suoi modelli ultra sensuali che rimandano all'arte del bondage. Il suo classico reggiseno ha visto un impennarsi delle vendite durante il primo lockdown, ma il successo del marchio non sembra arrestarsi.
Rosso

Intimissimi
Il colore dell'anno? «Una sola parola. Rosso». Dopo un anno così difficile come quello che abbiamo appena affrontato, cerchiamo colore e allegria. «Abbiamo bisogno di qualcosa che dia colore alle nostre giornate e sono sicura che moltissime donne sceglieranno il colore rosso proprio per questo motivo. Tanti designer indipendenti stanno puntando su questa tinta per le loro collezioni. Vedremo il rosso ovunque quest'anno» precisa Palep.
La collezione speciale per le feste, formata da corsetteria e lingerie di pizzo (insieme a pigiami di seta e maglie ultralight in cashmere, punta tutto sul rosso, da abbinare con eleganti toni avorio per la corsetteria. I pizzi sono invece lavorati con dettagli tono su tono, impreziositi da laccetti, incroci e fiocchi di raso.
Pizzo

Cosabella
Sensuale e romantico. Il mondo della lingerie non può fare a meno del pizzo. Un materiale che riesce a essere sensuale e comodo al tempo stesso, e di cui l'Italia ha fatto una vera e propria arte. «Quando penso al pizzo, penso al Belpaese» ha spiegato la Ceo di Journelle. «Il pizzo è un lusso. Ci riporta alle vacanze, al relax. Mi immagino in una piccola cittadina italiana, a guardare il sole che tramonta».
Chi meglio di Cosabella conosce la bellezza del pizzo? Il marchio italiano, nato nel 1983 dalla ricerca del «bello delle cose», è un vero must have per tutte le amanti della lingerie. Da sempre alla ricerca della perfetta armonia tra artigianato all'italiana e innovazioni all'avanguardia, Cosabella punta a creare design femminili senza tempo, che evochino sicurezza e sottolineino la personalità di ogni donna.
Il ritorno del «body»

Victoria's Secret
«I body sono destinati a tornare di gran moda nel 2021. Sono perfetti sia da indossare sotto gli abiti sia come top, sono un blazer dal taglio maschile». La lingerie infatti smette di essere nascosta e viene indossata anche in giro per la città (o nelle vostre riunioni su Zoom). Un pezzo comodo e semplice da indossare. «Tanto versatile quanto divertente».
Victoria's Secret - che ha appena inaugurato il suo primo store a Milano - offre un'ampia selezione di body, meglio conosciuti come «teddys», arricchiti da pizzi o dettagli luminosi o il semplice logo VS, da anni simbolo di "angelica" sensualità.