2018-12-24
Gli uomini comprano solo due paia di mutande all'anno. Le donne almeno il doppio
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I cassetti di biancheria intima degli italiani pullulano di slip vecchi. Oltre al calo esponenziale della spesa, è stato calcolato che nel 2021 l'italiano medio spenderà in 12 mesi solo 15,22 euro. La compagna, la mamma o la sorella invece, sborseranno 32,28 euro. Quale colore di slip indossare durante le feste? Se per Natale potreste osare il bianco ricordate che la notte di Capodanno, come insegnano i più scaramantici, l'intimo deve essere tassativamente rosso e mai indossato prima. Evitate invece il nero: porta sfortuna.Per lo shopping di fine anno i più gettonati sono i boxer stretch, scelti nel 65% dei casi. Tra boxer e slip scegliete sempre il primo. A meno che il vostro fisico sia equiparabile a quello di David Beckham. Il perizoma? Non va più di moda. Le donne ora preferiscono tagli semplici, comodi, quasi maschili. O lo slip alto che copre i rotolini di troppo. Lo speciale contiene quattro articoli e una gallery con i consigli per gli acquisti.Che cosa è accaduto nel 2013? L'anno si apre con la presidenza irlandese dell'Unione europea, prosegue con le dimissioni di Papa Benedetto XVI e l'insediamento di Papa Francesco. Viene ri-eletto Giorgio Napolitano alla presidenza della Repubblica e la Juve vince il secondo scudetto consecutivo. La natalità non si schioda ma la popolazione italiana continua comunque a crescere grazie a un calo della mortalità e all'aumento dell'immigrazione.Il 2013 è stato soprattutto questo. Ma quei 12 mesi dovrebbero essere ricordati anche per un crollo verticale del mercato della biancheria intima. Gli italiani, uomini e donne, non hanno mai comprato così poche mutande, slip, boxer, coulotte e tanga come nel 2013, l'anno nero delle mutande in Italia.Quell'anno il fatturato delle mutande, maschili o femminili, è stato di appena 2 miliardi e 678 milioni di euro, il 16,6% in meno rispetto al 2012 e inferiore del 13,3% rispetto a quello dell'anno successivo, il 2014, quando si assisterà a un'impennata a quota 3 miliardi e 88 milioni. Il giro d'affari resterà stabile fino al 2017. Il 2018 sta per salutarci facendo segnare 973 milioni di fatturato per slip e boxer da uomo e 2 miliardi e 79 milioni per slip e coulotte da donna per un totale di 3 miliardi e 52 milioni. Niente male, tutto sommato, il guaio è che fino al 2021 i consumi sono previsti nuovamente in calo. Chissà perché.È come se gli italiani si fossero settati su una dotazione standard di intimo e, a eccezione di qualche slip o boxer in più o in meno, avessero mantenuto inalterato il numero di mutande nei cassetti.Se li aprissimo troveremmo la conferma che il maschio italiano è molto meno propenso all'acquisto di intimo rispetto a qualsiasi altra figura femminile del suo universo-mondo, che sia compagna, mamma o sorella. Nel 2018 la donna italiana ha speso infatti 34,60 euro per acquistare mutande, a fronte di un costo medio di 11 euro per articolo; significa rimpinguare il cassetto con almeno 3 mutande in 12 mesi e, cioè, in media un nuovo capo ogni 4 mesi. Invece l'uomo ha speso in mutande solo 16,20 euro, che significa, mediamente, non comprarne neanche due in un anno dato che il costo unitario medio è di circa 9 euro. L'uomo italiano compra un paio di mutande ogni 6 mesi. Oggettivamente un po' poco.E quello che perplime, diciamo, è che l'interesse del maschio latino per l'indumento è perfino in calo. È stato calcolato che nel 2021 l'italiano medio spenderà, ogni anno, solo 15,22 euro. La compagna, la mamma o la sorella invece, "investiranno" 32,28 euro. L'aumento del prezzo unitario, previsto in lieve ma costante crescita fino al 2021, dice, in sostanza, che il numero di mutande nei cassetti degli italiani non aumenterà. Praticamente, si può dire che il mercato delle mutande è un mercato di “sostituzione", come quello delle automobili o dei cellulari. Quel poco che si compra, sebbene solitamente non lo si possa indossare per provarlo, lo si acquista preferibilmente in negozio, non online. Il 95% delle mutande comprate in Italia nel 2018, sia dagli uomini che dalle donne, è, infatti, stato acquistato non attraverso un computer, ma al cospetto di qualche addetta o addetto di negozio. Ora: i numeri potrebbero far pensare che italiane e (soprattutto) italiani siano degli sporcaccioni impenitenti che, avendo poche mutande, se le cambiano raramente. Ma non è così. Anzi. L'Italia, nel 2018, spende nell'intimo, abbastanza per piazzarsi al quinto posto nel mondo, sia che si parli di intimo maschile sia che si parli di intimo femminile. Davanti a noi solo Stati Uniti, Regno Unito, Russia e Germania. In altre parole chi si cambia poco le mutande non siamo noi.
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