Il ministro Giuli ha consegnato i documenti sugli oltre 863.000 euro destinati alla pellicola del presunto killer di Villa Pamphili. Nuova stretta sul tax credit.
Rexal Ford
Rivelazione di «Open»: mentre Francis Kaufmann, accusato del duplice omicidio di Villa Pamphili, è in carcere ad Atene, qualcuno lo sta aiutando a far sparire le tracce delle sue frodi da Imdb, il database di Amazon che è il punto di riferimento per i cinefili.
Inquirenti a Villa Pamphilj (Ansa). Nel riquadro, il killer Rexal Ford, pseudonimo di Francis Kaufmann
Per gli inquirenti Anastasia Trofimova sarebbe stata uccisa dal «regista» Francis Kaufmann quasi una settimana prima della piccola Andromeda. Per la Procura è duplice omicidio.
Dario Franceschini (Imagoeconomica)
L’Italia non ha finanziato solo progetti che nessuno vede, ma anche finti registi come il killer di Villa Pamphili. Il pentolone ora è stato scoperchiato, ma i dem rigirano la frittata. Accusano il governo e nascondono la vera causa: il sistema Franceschini.
L’Italia non finanzia solo film che nessuno vede: dà soldi anche a film fantasma, che nessuno ha mai realizzato. Con la scusa di sostenere il cinema italiano, come abbiamo raccontato nelle scorse settimane, ai tempi di Dario Franceschini il ministero della Cultura ha elargito a piene mani denaro dei contribuenti, finanziando pellicole prodotte all’estero da produttori e registi stranieri: e già questo appare incredibile. Però il giallo di Villa Pamphili, con madre e figlia morte abbandonate nel parco romano, ha svelato che perfino i millantatori, finti registi che non hanno mai girato neanche un minuto di cortometraggio in vita loro, forse assassini, possono accedere ai fondi pubblici. Basta essere un po’ truffatori e un po’ mitomani come Rexal Ford ma, soprattutto, avere qualche amicizia giusta nel milieu culturale che ruota intorno al ministero. Così, un tizio senza arte né parte, senza un mestiere e un futuro, un cialtrone che ha irretito una ragazza arrivata dalla Siberia, ai tempi del governo giallorosso è riuscito a ottenere un contributo di quasi un milione per un film che non ha mai visto una sala di proiezione. Non sappiamo dove siano finiti i soldi, se in colossali bevute, in pantagrueliche mangiate o gigantesche sniffate o se, semplicemente, siano serviti a consentire al presunto erede di John Ford di pagarsi i soggiorni romani e le vacanze tra Malta e la Grecia. A questo punto della storia, con i cadaveri di una bimba e di una giovane donna abbandonati in un parco, poco importa come Rexal Ford, alias Francis Kaufmann, abbia dilapidato il denaro. Ciò che conta è come sia stato possibile che il ministero glielo abbia regalato per un film che è esistito solo nella sua mente. Nel Palazzo del Collegio romano per lunghi anni non si è mossa foglia senza che Dario Franceschini, capo di un’importante corrente del Pd, sapesse. Con Renzi e Gentiloni prima, con Conte e Draghi poi, l’ex segretario pro tempore del Partito democratico ha fatto il bello e il cattivo tempo, lasciando la poltrona per un breve periodo a un grillino di cui tutti si sono perfino dimenticati il nome. Per quasi un decennio Franceschini, che insieme alla carriera politica ha nutrito ambizioni da scrittore, è stato il deus ex machina della Cultura con la C maiuscola, quella che al cinema o a teatro, ai premi o in tv, si prende molto sul serio.
Dunque, appare un po’ strano che, dopo aver a lungo rappresentato l’immagine del mecenate (con i soldi pubblici), oggi l’ex ministro faccia finta di nulla e si inabissi nelle acque del Tevere per far perdere le proprie tracce. Come è stato possibile che il ministero da lui guidato abbia dato il via libera all’opera di fantasia di Rexal Ford? Chi autorizzava i finanziamenti? E, soprattutto, chi controllava che il denaro fosse davvero impiegato per la realizzazione di una pellicola? È così facile aggirare un sistema e ottenere soldi per un’opera che non c’è e non ci sarà mai? E quali altri film fantasma, oltre a quello di Rexal Ford-Francis Kaufmann, sono stati finanziati?
Sono domande legittime in quanto i fondi sono sostenuti dalle tasse degli italiani. Ma dentro il Pd provano a rigirare la frittata. Una volta che si è venuti a sapere di quasi un milione di euro donati a un tizio senza arte né parte, a sinistra provano a gettare la croce addosso all’attuale ministro accusandolo di scarsi controlli. Non conta che il caso risalga ai tempi in cui il dicastero era retto da un compagno e nemmeno che il ministero sia occupato in larga parte da militanti di sinistra, insediati più per la tessera che per le competenze. Ciò che importa è non perdere il controllo di una postazione vitale per mantenere, oltre alle clientele, anche il controllo su cinema e premi. Gli artisti che si lamentano per il taglio dei fondi sono preoccupati perché la pacchia rischia di finire, perché «l’aiutino» pubblico non sosterrà più i loro flop. Anni fa, Giulio Tremonti disse che con la cultura non si mangia: si sbagliava, con la cultura si mangia e anche molto. Basta avere la tessera giusta.
Ps. In queste stesse pagine raccontiamo il caso del teatro nazionale di Firenze: il governo ha chiuso i rubinetti e la sinistra già protesta per il bavaglio. In realtà, a preoccupare i compagni è solo il portafoglio: il loro.
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Giuseppe Conte e Dario Franceschini (Ansa)
- La Coevolution di Roma ha incassato 13 finanziamenti pubblici per 12 film tra il 2022 e il 2024, ma uno solo di questi è stato davvero girato. E prima ancora durante la pandemia con il governo giallorosso il sistema ha disertato tutti i controlli.
- Il presunto autore delle musiche di «Stelle della notte» di Rexal Ford nega di averci mai lavorato.