La guerra in Ucraina ha aperto la strada a una nuova visione delle forze armate europee e anche alla corsa necessaria per ripianare le riserve stoccate. L’invasione russa tuttavia impatta direttamente sull’industria della Difesa per una quota risicata dei budget, a pesare è il cambio di passo che ne è derivato. Soprattutto nel comparto della missilistica. Cartina al tornasole sono i conti di Mbda, gruppo per la Difesa controllato da Airbus, Bae Systems e Leonardo. «Nel 2022 l’impatto diretto del conflitto in Ucraina sui risultati del gruppo è stato pari a 300 milioni di euro», ha detto Lorenzo Mariani, ceo Mbda Italia, ed executive group director sales and business development di Mbda in occasione della conferenza stampa sui risultati 2022. «Se parliamo di impatto diretto collegato all’Ucraina, non previsto da budget precedenti e che nasce dall’esigenza del conflitto, c’è un solo contratto. Tutto il resto è onda lunga legata ai fenomeni di instabilità geopolitica e l’anticipo di alcuni contratti previsti a scadenza dopo il 2024 o il 2025». Forte di questa premessa, Mbda Italia ha chiuso il 2022 con ordini in forte crescita a 1,179 miliardi dai 629 milioni del 2021 e i ricavi da contratti a oltre 1 miliardo (1,025 miliardi) da 685 milioni dell’anno precedente. L’ebit si è attestato a 75 milioni (da 35 del 2021). A pesare come detto sopra la messa a terra di nuovi fondi europei e anche l’avvio di nuove strategie da parte della Difesa tricolore. Tanto che secondo il manager di Mbda sul target al 2028 da destinare al 2% del Pil per le spese per la Difesa «vedo volontà politica in Italia e a livello europeo», il target «va bene, è credibile» e «l’effetto sarà dirompente», ha aggiunto Mariani. «Oggi siamo sotto l’1,5% e siamo a 25-26 miliardi di spesa, di questi agli acquisti ne vanno poco più di un quarto, sui 6-7 miliardi. Se si arriva al 2% saliamo a 40 miliardi e le altre voci che sono costi personale e logistica non riuscirebbero ad assorbire più della metà. È credibile e l’impatto è utile per sostenere i grandi programmi». Salvo poi aggiungere che «è stata saggia la decisione di farlo per passi perché in un anno l’industria italiana, e lo dico per Mbda, faticherebbe a fare fronte ad un aumento così forte dopo anni di riduzione della spesa per la Difesa». Ne segue che l’obiettivo del 2023 è portare gli ordini italiani dagli attuali 820 milioni a una cifra di poco superiore al miliardo, puntando sui missili Aster, sui Samp-T di nuova generazione e anche sui Vshorad derivanti dall’ingresso della società nella nuova partita del velivolo e sistema d’arma di sesta generazione che va sotto il nome di Gcap, il progetto che l’Italia ha abbracciato assieme a Giappone, Gran Bretagna e in fatto di aziende Leonardo. Azienda che a breve entrerà nella fase di rivoluzione dei vertici. Le nuove nomine sono attese appena dopo Pasqua. «Dalla nuova leadership di Leonardo mi aspetto una cosa fondamentale: che curi Mbda come un gioiello, che capisca che è ’ l’unica vera joint venture europea, che è un valore per l’Europa e per i suoi azionisti e da cui può trarre sia cospicui utili ma anche un contributo alla sovranità italiana di cui Leonardo è massimo rapprsentante a livello industriale», ha chiuso la conferenza stampa, aggiungendo che «non è chi sta dentro che deve dire quali sono le caratteristiche del leader. Preferisco non commentare», ha replicato Mariani a chi gli chiedeva, proprio sulla scia delle indiscrezioni che lo danno tra i nomi per il ruolo di amministratore delegato di Leonardo, di tracciare il profilo ideale. Un messaggio chiaro.
Ci sono comparti industriali italiani che non hanno mai chiuso nonostante la pandemia, come quello dell'aerospazio e della Difesa. Se alcune attività aeronautiche civili hanno rallentato, come ha deciso di fare Airbus, o si sono fermate per un paio di settimane, come Boeing, altre hanno dovuto reagire rapidamente e attuare in pochissimo tempo protocolli mai adottati prima. Del resto se si costruiscono sistemi di Difesa e si maneggiano determinate tecnologie si possiedono già le competenze per gestire situazioni complesse. Oltre a Leonardo che non ha mai chiuso, anche in virtù del protocollo sottoscritto con i sindacati, ha sempre lavorato Mbda, che arriva alla cosiddetta fase due avendo già implementato sin dall'inizio del lockdown tutte le necessarie misure per garantire la piena sicurezza dei propri dipendenti e conseguentemente la continuità operativa. Mbda Italia ha sedi a Roma, Fusaro (Napoli) e a La Spezia per un totale di 1.400 dipendenti, e come tutte le realtà strategiche per il Paese ha continuato a operare ponendo in essere fin dall'inizio dell'emergenza le misure di salute e sicurezza previste, condividendo e sottoscrivendo un accordo tra imprese e sindacati già a metà marzo. Al contempo l'azienda ha permesso immediatamente il lavoro da casa implementandolo fino a picchi del 70% grazie agli strumenti e alle infrastrutture informatiche aziendali che garantiscono una gestione lavorativa a distanza mantenendo comunque alti i livelli di sicurezza. Fabbricando sistemi di Difesa missilistici per le nostre forze armate ed i suoi alleati non è semplice: la sicurezza informatica, l'inviolabilità delle reti, la validazione degli accessi ai server aziendali - che non si possono trasferire - sono fattori che assumono importanza vitale, come il mantenere all'interno dell'azienda ogni informazione classificata. Entrando nella fase due comincia un graduale e lento aumento delle presenze all'interno degli stabilimenti senza mai allentare l'attenzione sulla sicurezza e la salute dei lavoratori e del personale esterno che ha necessità di accedere ai siti. Continuerà la consegna di kit contenenti i dispositivi individuali di protezione agli ingressi come mascherine e, ove necessario, guanti, tute ed occhiali protettivi, così come la rilevazione della temperatura corporea (oltre 37.5° non si entra). All'interno delle sedi proseguono le attività di sanificazione programmate, sia quotidiane, sia generali nei fine settimana. Negli ambienti sono stati definiti appositi percorsi che includono l'indicazione del senso di marcia, come sulle scale, e definito il corretto uso degli ascensori per gestire il transito delle persone garantendo il distanziamento fisico, con particolare attenzione alle aree comuni e a quelle di ristoro. Mbda ha inoltre sottoscritto per i dipendenti una polizza assicurativa per la copertura sanitaria che integra l'assistenza pubblica in caso di contagio da Covid. Costoro e i collaboratori sono costantemente informati sulle iniziative poste in essere, così come continuo è il lavoro dei comitati di crisi locali e di quello nazionale. Infine l'Azienda ha messo in atto iniziative di solidarietà a supporto dei territori in cui Mbda è presente. Pasquale Di Bartolomeo, Ceo dell'azienda, ha dichiarato: «La nostra forza sono i nostri dipendenti, le persone di Mbda alle quali va il mio ringraziamento per aver consentito la continuità delle attività e per aver mostrato di concepire anche questa sfida come un'opportunità. Ognuno di noi, dalla sede aziendale o da casa, ha continuato a lavorare in una situazione emergenziale mai vissuta prima con grande flessibilità, impegno e dedizione. Ora siamo pronti ad accogliere le nostre lavoratrici e i nostri lavoratori nel graduale rientro in ufficio con tutte le necessarie tutele».




