Nonostante l'obbligo di certificato sul luogo di lavoro, i booster superano le prime dosi.
È del 21 settembre 2021 il decreto legge che ha introdotto «misure urgenti per assicurare lo svolgimento del lavoro pubblico e privato mediante l'estensione dell'ambito applicativo della certificazione Covid-19 e il rafforzamento del sistema di screening». In soldoni, il dl indicava che dal 15 ottobre ad almeno il 31 dicembre 2021, per ora il termine dello stato d'emergenza, il green pass sarebbe diventato obbligatorio per accedere ai luoghi di lavoro. Il provvedimento, secondo Roberto Speranza & c., aveva la funzione di stimolo per l'immunizzazione di massa, una «spinta gentile» a vaccinarsi senza arrivare a obbligare tutti gli italiani a porgere il braccio per la puntura salvifica. Ma in realtà la «prima» spintarella non ha smosso granché i diffidenti, visto che soltanto ieri sono state somministrate 6.596 prime dosi e 40.096 terze.
Nel giorno clou del certificato verde, lo scorso 15 ottobre, c'erano 3,8 milioni di lavoratori non vaccinati. Al 13 ottobre, infatti, il 77,5% della popolazione, ovvero 45.896.082 di italiani, aveva ricevuto almeno una dose di vaccino (+402.786 rispetto alla settimana precedente) e il 73,3%, 43.455.924 cittadini aveva completato il ciclo vaccinale (+534.900 rispetto alla settimana precedente). Ma proprio in questa settimana già si registrava il calo del numero di somministrazioni, 1.040.938, con una media mobile a 7 giorni che sfiorava 152.000 dosi giornaliere. Per la seconda settimana consecutiva calava il numero di nuovi vaccinati: da 493.000 a 378.000, con un netto -23,2%.
Il 21 settembre, il report pubblicato dal ministero della Salute e l'Istituto superiore di sanità registrava 82,6 milioni di dosi (+200.000 rispetto il giorno precedente) con 76,2% di italiani over 12 che avevano completato il ciclo vaccinale, per un totale di 41.1 milioni di somministrazioni, mentre la prima dose era stata ricevuta dall'82,13% delle persone (44.3 milioni). L'Iss registrava inoltre che era già scattato il «booster», il richiamo o terza dose, con 6.800 persone che lo avevano già ricevuto. Ed è proprio la somministrazione della terza dose a evidenziare che il green pass obbligatorio ha già esaurito, se mai l'ha avuta, la sua carica di deterrenza: il richiamo supera ormai la prima siringa.
Sono sempre i numeri dell'ultimo report governativo a sottolinearlo: la media a 7 giorni dei nuovi vaccinati si è ridotta da 58.620 del 19 ottobre a 27.601 del 26 ottobre; praticamente, la metà. Sono solo 193.205 i nuovi vaccinati (-52,9% rispetto alla settimana precedente) mentre sono quasi 7,5 milioni senza nessuna dose di vaccino. E intanto, l'asticella dell'immunità di gregge (in realtà irraggiungibile, con questi vaccini) è stata fissata dal generale Francesco Paolo Figliuolo al 90% degli italiani inoculabili.
Dei 193.205 nuovi vaccinati nella settimana 20-27, ottobre il 79,1% appartiene a fasce anagrafiche che includono persone in età lavorativa. Al 27 ottobre, due settimane dopo il gp obbligatorio, il 78,5% della popolazione, 46.525.495, ha ricevuto almeno una dose di vaccino e il 75,1%, 44.507.167, ha completato il ciclo vaccinale. Ma le 152.345 somministrazioni giornaliere, numero in calo, comprendono anche le terze dosi: ne sono state somministrate 1.191.327, di cui 224.597 dosi aggiuntive e 966.730 dosi booster, con una media giornaliera di 29.000 somministrazioni che hanno riguardato il 38,41% della popolazione destinataria.
Ma continua la confusione comunicativa sulla terza dose. Per gli esperti di Speranza, si parla di «dose addizionale» per persone immunocompromesse, trapiantati e malati oncologici con determinate specificità, ossia circa 3 milioni di pazienti; di «dosi booster» per over 80, ospiti delle Rsa, personale sanitario e over 60 da somministrare dopo almeno 6 mesi dal completamento del ciclo vaccinale e che mirano a rafforzare la protezione immunitaria.