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Nessuna Opa alleata minaccia Forza Italia. Tajani sarà reggente. Luigi una suggestione
Antonio Tajani (Ansa)
Il vicepremier: «La nostra linea europeista e atlantista è ferma» La Lega: «Le tre anime del centrodestra devono rimanere vive».
Dal fisco all’Ue, agenda per il centrodestra
Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi (Ansa)
Altro che metodo Draghi, chi vuol governare faccia proposte sui temi chiave. Il Pd sposterà la campagna elettorale su atlantismo e guerra. Ci vuole invece un programma d’urto sulla crisi. Fdi, Lega e Forza Italia affrontino ciò che interessa alla gente: salari, gestione Covid, bollette e rapporto con l’Ue.
Pd e centrosinistra hanno già avviato una campagna elettorale basata su due schemi. Il primo è il tentativo di rafforzare i mini partiti di centro con l’intento di indebolire il centrodestra, nella speranza che i Calenda di turno portino via un po’ di voti (o attraggano pezzi) di Lega o di Forza Italia. D’altro canto, il centrosinistra punterà tutto sul tema dell’atlantismo. O meglio, del rischio che in caso di vittoria di Lega, Fdi e Fi si spezzi l’equilibrio Nato e si favorisca l’avanzata dei russi. Arriveranno alcune accuse generiche e altre più puntuali. Non va escluso il peso e l’impatto di eventuali inchieste giudiziarie. Chi ha l’ambizione di governare il Paese non potrà restare succube di questa narrativa. Accompagnando il dibattito della campagna elettorale, giornalisticamente ci interessa il presidio di temi cruciali che rischiano di essere oscurati da personalismi e accuse rivolte alla genesi del «draghicidio». E cioè: come affrontare la crisi d’autunno? Quale politica energetica attuerà il Paese? Come ci muoveremo di fronte alle pressioni Ue sulla transizione energetica? Poi c’è la necessità di una riforma fiscale degna di tale nome, che impari dagli errori di metodo e merito degli ultimi mesi. Ci sarà da affrontare il dramma della inflazione e maneggiare con cura i rapporti con la Bce. Infine, l’enorme capitolo del Covid. Non basterà cacciare Speranza e il suo entourage. Immaginare una alternativa implica una presa di posizione sulla pandemia e sui futuri vaccini. L’adozione del green pass e l’obbligo prima surrettizio e poi per legge (vedi gli over 50) di vaccinarsi ha spezzato la società in due. Lega e Forza Italia sono stati in quella maggioranza di governo e ora non possono più nascondersi dietro Draghi: dovranno trovare una linea comune e farsene carico davanti agli elettori.

Lo speciale contiene quattro articoli.

Silvio lascia Draghi, parte la faida azzurra
Silvio Berlusconi (Ansa)
L’ala governista non digerisce la scelta di Berlusconi di seguire Matteo Salvini. Rissa tra Licia Ronzulli e Mariastella Gelmini, che poi abbandona Fi: «Volta le spalle agli italiani». Andrea Cangini vota la fiducia ed è pronto a uscire. Sullo sfondo si avvicina la federazione con il Carroccio.
Salvini e Berlusconi defenestrano i 5 stelle
Silvio Berlusconi e Matteo Salvini (Ansa)
     
  • I due leader chiudono ad accordi con i grillini: «Non ci si può contare». Senza di loro, un nuovo esecutivo penderebbe più a destra. Persino Giancarlo Giorgetti, però, vede il voto anticipato. In Fdi sospetti sugli azzurri: «Pur di tirare avanti, direbbero sì a qualsiasi soluzione».
  • Caro vita, guerra e legge di bilancio. La coalizione offra una fine ordinata. Gli alleati adottino una postura rassicurante per facilitare il percorso verso le urne.

Lo speciale comprende due articoli.

«La proposta di Fdi: intergruppo con Lega e azzurri»
Ignazio La Russa (Ansa)
Il vicepresidente del Senato, Ignazio La Russa: «No a un partito solo che si divide poi in bande. Mario Draghi al Colle? È presto, ma noi l'apprezziamo».
Le Firme

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