Da due anni assistiamo al bando delle informazioni contrarie alla narrazione dominante su virus e vaccini, bollate come «fake news». Il bavaglio è stato giustificato in nome della salute pubblica. Ma resta un inganno.
Mario Monti è stato un precursore: ora Nicola Zingaretti promette guerra alle «fake news», mentre Gianni Riotta accusa chi, criticando il pass, osa schierarsi contro Mario Draghi. Così, la stampa celebra orgogliosa la sua stessa servitù.
Invece di accettare un serio dibattito sulla vaccinazione di massa, si cerca di delegittimare chi sottopone ad analisi critica il punto di vista dominante. Mentre il business foraggia social e i cosiddetti siti anti bufala.