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Covid, all’estero si scusano. Qui si nega ancora l’evidenza

In Italia barricate per il ritorno anticipato dei medici no vax negli ospedali. In Germania invece ammettono di aver perseguitato ingiustamente i bambini. Mea culpa anche in Gran Bretagna, Danimarca, persino in Canada: dovremmo prendere esempio. Da Copenaghen pure su come si contrasta davvero l’invasione.

Lockdown, Dad, apartheid vaccinale. All’estero i politici chiedono scusa
Da sinistra: il primo ministro britannico Rishi Sunak, il ministro della Salute tedesco Karl Lauterbach, la premier della provincia canadese di Alberta Danielle Smith (Ansa)
Dopo le accuse di Rishi Sunak al Cts inglese e le moratorie danesi sulle iniezioni ai giovani, il ministro della Salute tedesco ammette: «Sbagliato chiudere gli asili nido». Berlino giura: «D’ora in poi, prima i bisogni dei bimbi».
I talebani dei divieti attaccano chi riapre: «Lo fanno solo per motivi politici»
Shopping in Oxford Street a Londra (Ansa)
Sotto accusa Inghilterra, Francia e Spagna. Ma da noi è peggio: si prolunga l’emergenza a scopi di potere, con risultati disastrosi.
Panico all’estero? Una esagerazione
Colonia (Ansa)
La Germania valuta strette, però a Colonia c’è la folla per il Carnevale. Il «lockdown» olandese è il lavoro da casa per 15 giorni. E il «coprifuoco», i bar e i locali chiusi alle 19
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