Il 5 maggio i club si riuniscono per iniziare la discussione sul triennio 2024-2027. A metà maggio è atteso il bando: la Lega punta a un miliardo. Sky e Dazn potrebbero spartirsi nove match in co-esclusiva con il decimo assegnato a un terzo player (Mediaset o Amazon). Ipotesi canale di Lega ancora viva con tivùsat sullo sfondo.
L’appuntamento è per venerdì 5 maggio alle 12 a Milano. I presidenti (o i delegati) delle società della Serie A si riuniscono di nuovo in presenza per prendere alcune decisioni cruciali per il futuro del calcio italiano.
Al centro della discussione ci sono sempre loro: i diritti televisivi. Prima fonte di introiti e anche di polemiche per i belligeranti patron dei club della massima serie.
L’assemblea dovrà scegliere il nome dell’advisor che valuterà le offerte arrivate da fondi e banche. In ballo ci sono una decina di offerte che variano molto sia per l’entità economica che per la struttura. Da una parte quelle dei fondi: si sono già mossi i private equity come Apollo, Apax, Carlyle, Three Hills Capital Partners, Searchlight e buon ultimo Oaktree (che ha giù un prestito in ballo con l’Inter) che secondo quanto riferito dalla Reuters ha messo sul piatto 1,75 miliardi di dollari per il 5% della newco. Dall’altra ci sono le banche Citi, Goldman Sachs, JP Morgan, Barclays e Jefferies. I primi chiederebbero di avere un ruolo anche nella futura governance dei diritti televisivi, le seconde invece sarebbero attive con un ruolo solo finanziario. Serve, insomma, una società terza che aiuti la Lega a valutare l’offerta migliore. Dopo una prima selezione nella short list sono rimasti in sei: Citi, Lazard, Rothschild, Goldman Sachs, Morgan Stanley e Center View Partners.
Quel che è certo, al momento, è che il nuovo bando non potrà contenere un importo inferiore ai 927,5 milioni, cifra messa sul piatto tre anni fa per la copertura del triennio 2021/2024. L’obiettivo della Lega resta quello di racimolare almeno 1 miliardo all’anno dai diritti interni per la Serie A, mentre sarà da definire la durata, che potrà variare dai tre ai cinque anni. Oltre alla scelta dell’advisor per le offerte dei fondi all'ordine del giorno ci sono l'invito a offrire per i diritti tv del campionato di Serie A, le attività della Lega all'estero e calcio femminile. Si lavorerà sui diversi pacchetti da mettere sul mercato per massimizzare le entrate. Una delle possibilità, nel tentativo di ottenere maggiori introiti, è quella di vendere nove partite su dieci sia a Sky sia a Dazn, che evidentemente poi si faranno concorrenza sul mercato trasmettendo i match in co-esclusiva. In questo modo resterebbe da assegnare la decima partita, presumibilmente il big match di giornata, che andrà comunque su una emittente diversa: in ballo ci sarebbe un terzo player che potrebbe essere uno tra Mediaset e Amazon. Il punto è che sia Sky che Dazn sono per motivi diversi in difficoltà ed è quindi quasi impossibile che possano arrivare a offrire le stesse cifre dell’ultimo triennio: 927,5 milioni all’anno per tre anni. Allargando la torta a entrambe il discorso cambierebbe. In virtù anche dell'esperimento portato avanti con successo dalla Serie B nell'ultimo triennio. Un esperimento votato alla non esclusività - con Sky, Dazn ed Heilbiz a trasmettere le partite del campionato cadetto - che ha fatto sì che quasi raddoppiare i ricavi da 26,7 a 50 milioni di euro.
Il bando sarà pubblicato a metà maggio ed è probabile che i broadcaster avranno circa un mese di tempo per consegnare le offerte. Se le buste non raggiungeranno le aspettative si andrà avanti con le trattative private. Se anche le trattative private non avranno l’esito sperato a settembre potrebbe prendere corpo il progetto del canale della Lega.
Un progetto di cui si parla già da qualche anno ma che non è riuscito ancora a decollare. Tra i profili interessati a quest'opportunità si è fatta avanti recentemente tivùsat. La piattaforma radiotelevisiva satellitare fondata nel 2009 da Rai e Telecom Italia si è esposta direttamente per voce del suo presidente Alberto Sigismondi: «Se si dovessero creare le condizioni per trasmettere il campionato nei prossimi anni, ospitando sulla nostra piattaforma il canale della Lega di Serie A, perché dire di no. Noi siamo pronti». Ma non è tutto qui. Perché anche nel caso non si riuscisse a portare a compimento il progetto del canale di Lega, il numero uno di tivùsat ha lasciato comunque aperte le porte al dialogo con i player che si aggiudicheranno i diritti televisivi, qualora il bando o le trattative private abbiano buon esito: «Comunque vada il prossimo bando, e quindi anche se non dovesse nascere il canale della Lega di Serie A, tivùsat rimane un perfetto veicolo sul satellite per i player che si dovessero aggiudicare i diritti tv delle partite e che vogliono raggiungere, anche con il 4K, ogni angolo del Paese» ha aggiunto Sigismondi.
Una partita, quella dei diritti tv, che influirà e di parecchio sui conti delle società, considerando che da ormai 20 anni la voce «diritti tv» costituisce la più cospicua fonte di guadagno dei club. Soldi che vengono distribuiti alle 20 squadre della Serie A - secondo quanto stabilito dalla legge Melandri - in base ai posizionamenti in classifica negli ultimi anni, all'audience televisiva di ogni singola partita e dal numero di tifosi presenti allo stadio. Oltre a questo una quota viene spartita in misura uguale. Nella stagione in cui il calcio italiano è tornato a recitare un ruolo da protagonista in Europa, tornare a essere competitivi e appetibili come gli altri grandi campionati come Premier League, Liga e Bundesliga, sarebbe un grande risultato.






