Ogni volta la stessa storia: si vuol rimediare al sovraffollamento liberando delinquenti. Ma non ha mai funzionato: le celle si sono di nuovo riempite in pochissimo tempo. Mentre i cittadini subivano i colpi dei criminali tornati uccel di bosco. Carlo Nordio non faccia questo errore.
Ogni volta la stessa storia: si vuol rimediare al sovraffollamento liberando delinquenti. Ma non ha mai funzionato: le celle si sono di nuovo riempite in pochissimo tempo. Mentre i cittadini subivano i colpi dei criminali tornati uccel di bosco. Carlo Nordio non faccia questo errore. Caro ministro Nordio, la seguo e la stimo da tempo. Ricordo ancora quando, con l’esperienza accumulata negli anni trascorsi in tribunale, spiegò a un’opinione pubblica ubriacata delle inchieste del pool Mani pulite che la corruzione non si combatteva inasprendo le pene e minacciando anni di galera che poi lo Stato non era neppure in grado di far scontare, ma facendo leggi più semplici, che non fossero applicabili a discrezione dell’impiegato pubblico o del politico. Così come ho ben presente le molte volte in cui criticò l’uso indiscriminato delle intercettazioni da parte della magistratura, che spesso si trasformava in una pesca a strascico con cui anche un innocente, per una frase sbagliata, rischiava di passare dei guai. Sì, ho sempre apprezzato il suo modo pacato e ragionevole di affrontare le questioni che riguardano la Giustizia e non potevo, perciò, che essere d’accordo con l’abolizione dell’abuso d’ufficio, un reato che era diventato, nelle mani dei pubblici ministeri, uno strumento per azzerare sindaci e giunte senza che vi fosse neppure uno straccio di prova che testimoniasse un danno per la pubblica amministrazione o un illecito guadagno di chicchessia.Ciò detto, riconoscendole i meriti accumulati nella sua vita da magistrato e quelli più recenti da politico, devo però manifestarle il mio disappunto di fronte all’idea di risolvere il problema del sovraffollamento carcerario con una sorta di liberi tutti. È dai tempi di Franco Nicolazzi, ex ministro dei Lavori pubblici ed ex segretario socialdemocratico durante la prima Repubblica, che sento parlare dei limiti dei nostri penitenziari. Con Mani pulite, l’onorevole di Gattico finì al centro di una famosa inchiesta denominata «Carceri d’oro» e si capì che se le celle erano sovraffollate era a causa del fatto che i partiti, invece di costruirne di nuove, preferivano farsi pagare una tangente, con il risultato che i reclusori finivano per costare un occhio della testa e, dunque, se ne facevano pochi.Dal 1948 al 1990 gli «svuota carceri» sono stati 34. In pratica, ogni anno e mezzo il Parlamento votava un’amnistia o un indulto, rimettendo in libertà i condannati prima che avessero finito di scontare la pena. La motivazione era sempre la stessa: le prigioni scoppiavano e non si sapeva più dove mettere i detenuti. Però, una volta aperte le celle, queste tornavano immediatamente a riempirsi: vuoi per la reiterazione del reato da parte di chi era stato rimesso in libertà, vuoi per il generale senso di impunità che l’amnistia e l’indulto davano a quanti erano propensi a delinquere.Nel 1989, cioè prima che una modifica costituzionale innalzasse il quorum parlamentare per l’amnistia o l’indulto portandolo a due terzi dei componenti di ciascuna Camera e rendendo, dunque, più complicata l’approvazione dei provvedimenti di clemenza, i detenuti in Italia erano 30.000 e grazie al provvedimento votato da Montecitorio e Palazzo Madama scesero a 26.000, ma nel 1991 il numero delle persone rinchiuse già sfiorava la soglia dei 36.000. Nel 2006, anno in cui il governo Prodi, con il ministro della Giustizia Clemente Mastella, varò un indulto generalizzato che fece uscire 25.000 detenuti (dei 70.000 rinchiusi), finì esattamente come 15 anni prima. Infatti, nel 2013 i reclusi erano 60.000 ed Enrico Letta, con Annamaria Cancellieri come Guardasigilli, ne liberò 10.000. Penso che sia a lei, caro ministro, che ai lettori non sia sfuggito il fatto che a varare i provvedimenti di clemenza siano stati i governi di centrosinistra, così come non potrà essere ignorato che a ogni svuota carceri sia succeduto un «riempi carceri», perché molti dei liberati sono tornati a delinquere e, dunque, alla collettività sono costati il doppio, sia per i nuovi reati commessi, sia per gli sforzi compiuti dalle forze dell’ordine e dalla magistratura per assicurarli alla giustizia.Sì, caro ministro. Quella della polizia, e anche dei tribunali, sembra fatica sprecata se poi ogni volta chi delinque viene scarcerato dalla politica che, non sapendo come e dove custodire criminali, li rimette in circolo affinché tornino a fare quello che sanno fare, cioè rubare o compiere quelli che in gergo giudiziario e giornalistico vengono definiti reati minori.Vede ministro, se c’è una ragione per cui la maggioranza degli italiani vota centrodestra, ossia la parte politica per cui lei è stato eletto, è che da Giorgia Meloni e dalla sua squadra si aspettano legge e ordine, ovvero si attendono che i delinquenti siano assicurati alla giustizia, cioè condannati e rinchiusi. Purtroppo da noi è invalso il gioco delle tre tavolette e, per far sparire il sovraffollamento carcerario o i ritardi con cui si accumulano i processi nei tribunali, si fanno sparire i reati oppure li si abbuonano, facendo i saldi di fine stagione sulle pene. L’ultima volta lo ha fatto un cosiddetto governo di unità nazionale, con Mario Draghi e Marta Cartabia. La legge, che porta il nome di quest’ultima, per snellire il lavoro dei giudici ha stabilito che alcuni reati siano procedibili solo su denuncia della parte offesa e dunque, se sei stato derubato o rapinato, oltre ad aver subito il danno, devi pure farti carico di recarti in questura o dai carabinieri e fare la fila, perdendo una giornata, per denunciare qualcuno che poi, una volta preso, sarà liberato. Risultato, dopo la Cartabia alcuni reati sono miracolosamente diminuiti, anche se solo sulla carta, per effetto del calo delle denunce.La realtà, caro ministro Nordio, è che se si vuole restituire alla maggioranza degli italiani un senso di sicurezza e anche la certezza che lo Stato esiste ed è in grado di farsi rispettare, gli indulti, le amnistie, le Cartabia e pure gli svuota carceri non servono a nulla. Serve una sola cosa: costruire nuove carceri. È per questo che il centrodestra è stato votato ed è per questo che ancora oggi è maggioranza nel Paese. Se gli italiani avessero voluto un po’ più di delinquenti in libertà, probabilmente avrebbero scelto il centrosinistra. Dunque decida lei da che parte stare: se con la maggioranza silenziosa che l’ha votata o con quella minoranza chiassosa che ogni giorno protesta per qualche cosa, sovraffollamento delle carceri compreso.
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