2023-03-04
Sveglia a Ursula & C. sugli effetti avversi. Aifa invece cincischia
«Troppi morti mentre si inoculavano le dosi»: interrogazione Fdi alla Commissione Ue. In Italia se ne parlerà solo tra un anno.Troppi morti in più in Italia e in Europa proprio nel corso delle campagne di vaccinazione contro il Covid-19. Per capire se ci sia una correlazione tra i due fenomeni, l’eurodeputato Sergio Berlato ha presentato un’interrogazione urgente alla Commissione europea per chiedere chiarezza e trasparenza. Allo stesso tempo, l’Aifa decide in qualche modo di chiudersi e comunica che d’ora in poi i dati sulle segnalazioni di reazioni sospette ai vaccini verranno resi noti solo una volta all’anno. Il messaggio è fin troppo chiaro: meno se ne parla e meglio è. L’ultima puntata dell’infinita battaglia per ottenere un minimo di trasparenza sui vaccini nasce il 24 febbraio scorso da una serie di dati forniti da Eurostat. L’ente di statistica europeo ha reso noto che nel mese di dicembre l’eccesso di mortalità nei Paesi dell’Unione europea è di nuovo salito bruscamente e ha toccato il +19% del numero medio di decessi per lo stesso periodo nel 2016-2019. Si tratta del valore più alto registrato l’anno scorso e di un gran balzo rispetto al +8,4% di novembre. Eurostat ha comunicato anche il dato italiano di dicembre, che a gennaio era stato stimato in un più che accettabile +0,5% e che invece ora viene rettificato a +9,4%. Questo dato pubblicato ogni mese si riferisce al numero di morti per tutte le cause misurato durante una crisi, al di sopra di quanto si potrebbe osservare in condizioni «normali». Questi numeri, quasi ignorati in Italia, non sono sfuggiti all’eurodeputato di Fratelli d’Italia Sergio Berlato, che ha presentato un’interrogazione urgente alla Commissione europea chiedendo che vengano immediatamente predisposti degli studi approfonditi. «Stando ai dati a disposizione e pubblicati da Eurostat, negli ultimi mesi in Europa si è verificato un brusco aumento di eccesso di mortalità in un arco temporale che coincide con la somministrazione dei cosiddetti vaccini anti Covid-19» spiega Berlato, in una nota. Un fenomeno che finora è stato di base ignorato dalle varie autorità sanitarie, ma che meriterebbe di essere studiato con attenzione e senza reticenze. Ancora Berlato osserva che «malgrado l’aumento preoccupante del numero delle reazioni avverse, anche mortali, che si sta verificando un po’ ovunque, parrebbe riscontrarsi da parte delle autorità sanitarie la tendenza a minimizzare o addirittura negare qualsiasi tipo di correlazione tra tali reazioni avverse e l’inoculazione delle sostanze geniche sperimentali definite impropriamente “vaccini anti Covid-19”». Nell’interrogazione parlamentare si chiede quindi che la Commissione proceda a studi approfonditi sui vaccini e sulle reazioni avverse (anche mortali) che si sono verificate in tutta Europa. Berlato ha anche chiesto ufficialmente alla Commissione se non ritenga necessario sospendere le autorizzazioni all’impiego dei vaccini contro il Covid, mettendone in dubbio sia l’efficacia sia la sicurezza. «Non intendo fermarmi», ha concluso l’eurodeputato vicentino, «fino a quando non verrà fatta completa chiarezza e non verrà garantita la giustizia richiesta da tantissime persone». Già, la chiarezza e la trasparenza. Il tema delle possibili controindicazioni dei vaccini contro il Covid è evidentemente ancora troppo delicato perché se ne possa parlare sulla base di dati puntuali e aggiornati. Mercoledì l’Agenzia per il farmaco (Aifa) ha comunicato nel suo rapporto che «In considerazione dell’andamento sostanzialmente stabile delle segnalazioni e in linea con l’approccio delle varie Agenzie regolatorie a livello europeo, d’ora in poi i dati sulle segnalazioni di sospette reazioni avverse ai vaccini anti Covid-19 confluiranno nel Rapporto sulla sorveglianza post-marketing di tutti i vaccini, pubblicato annualmente dall’Aifa». Non sia mai che qualcuno vada a curiosare troppo spesso su questi dati e si faccia qualche domanda. Meglio annegarli in una pubblicazione annuale più generica. Nell’ultimo rapporto, che riflette una farmacovigilanza completamente passiva e assai pigra, sono riassunti i dati sulle segnalazioni di sospetta reazione avversa registrate dalla Rete nazionale apposita nei due anni di campagna vaccinale, ovvero dal 27 dicembre 2020 al 26 dicembre 2022, per i cinque vaccini autorizzati. Le segnalazioni sono 140.595 su un totale di 144.354.770 dosi somministrate, per un tasso di segnalazione di 97 ogni 100.000 dosi. Le segnalazioni gravi corrispondono al 18,7% del totale e quelle non gravi all’81,3%. Tra gli eventi avversi più lamentati, di solito poco gravi, ci sono la febbre, la stanchezza, il mal di testa, dolori muscolari e articolari, dolori nella sede dell’iniezione, brividi, nausea. Insomma, poco di cui preoccuparsi. Poi c’è un singolare elemento che emerge dalle segnalazioni e riguarda il sesso: nel 70% dei casi sono arrivate da donne, contro il 30% degli uomini. Per l’Aifa il fenomeno si spiegherebbe con il fatto che le donne «probabilmente hanno una maggiore attenzione al proprio stato di salute, hanno più attitudine alla segnalazione» e poi ci sarebbe «una possibile influenza di fattori biologici, ormonali e genetici». Comunque, nel dubbio, se ne parla tra un anno.