2023-03-28
Una piattaforma per cedere i crediti edilizi incagliati e detrazioni fino a 20 anni
Il governo lavora al meccanismo per disinnescare la bomba da 19 miliardi sul mattone. No all’uso degli F24: «Generano problemi di cassa». Villette, proroga al 30 settembre.«È in corso l’elaborazione di un sistema, una specie di piattaforma, che dovrebbe in qualche modo permettere di smaltire tutto l’arretrato». È il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti a prospettare la soluzione più a portata di mano per risolvere il problema dei crediti rimasti incagliati nei cassetti fiscali delle aziende dall’introduzione del Superbonus. E cioè la riapertura, da parte di alcuni istituti di credito, di una finestra per l’acquisto dei crediti attraverso una piattaforma mista pubblico-privato e la possibilità per le stesse banche di accedere a una detrazione di dieci anni o più. Da questo punto di vista Enel X, attraverso l’ad Francesco Venturini, ha già fatto sapere di «essere quasi pronta» e di poter dare «un decisivo impulso allo sblocco dei credi incagliati». Un problema, come è noto, che riguarda migliaia di imprenditori e ammonta a circa 19 miliardi. Lo scorso 16 febbraio, il governo ha decretato lo stop per cessioni di crediti e sconti in fattura, consentendo solo le detrazioni, vietando inoltre l’acquisto dei crediti da parte delle amministrazioni locali (Regioni in particolare) per ragioni di sostenibilità dei conti pubblici, mentre le banche avevano già chiuso gli acquisti. Il problema, dunque, riguarda quelli che sono stati ribattezzati gli «esodati» del Superbonus, per i quali occorrerà trovare una soluzione che consenta di smaltire i crediti senza gravare direttamente sul debito pubblico, come richiesto anche dalla Commissione europea. «Abbiamo sensibilizzato», ha spiegato Giorgetti, «le istituzioni e le banche». «Le banche e le Poste», ha aggiunto il ministro, «hanno annunciato che ricominceranno, in un quadro di maggiori certezze che abbiamo dato sotto il profilo giuridico, ad acquistare questi crediti». Per Giorgetti si tratta di una situazione che si è venuta a creare «non certo per i provvedimenti di questo governo ma è ereditata dalla grande confusione e dal Far West che si era venuto a creare nel 2020/22. Quelli che sono in difficoltà sono coloro che hanno iniziato i lavori nel 2022 in epoca antecedente il governo Meloni».Sul fronte parlamentare, c’è da registrare l’arrivo alla commissione Finanze di Montecitorio di un primo pacchetto di emendamenti riformulati al dl Superbonus, fra i quali mancano quelli riguardanti proprio lo sblocco dei crediti incagliati dei privati. C’è però una proposta, che verosimilmente sarà fatta propria dal governo, per consentire alle banche la detrazione dei crediti in dieci anni. Su questo, d’altra parte, Giorgetti, sempre dal capoluogo giuliano, ha parlato chiaro: «Speriamo di dare risposte risolutive», ha affermato, «io sono assolutamente favorevole al sistema delle detrazioni: cinque, dieci, anche 20 anni». «Il principio», ha proseguito, «è che non si debba passare necessariamente dal sistema della cessione che è fallito e che ha mandato in tilt il sistema delle banche e di chi deve acquistare. Penso sia una cosa giusta per i cittadini e che non comporti problemi per la finanza pubblica. Quindi perché no?». Non a caso, il presidente della commissione Finanze Marco Osnato, di Fdi, ha prefigurato le mosse dell’esecutivo affermando di credere che «sui crediti incagliati credo ci sarà una soluzione che prescinde dal Parlamento, soluzioni di mercato che aprono alla risoluzione e non hanno bisogno di un passaggio parlamentare». Facendo eco a Giorgetti, Osnato ha spiegato che «ci saranno alcuni veicoli privati che si faranno carico di questi crediti», mentre «gli F24 non mi pare che ci saranno, anche perché le banche avevano meno interesse». Posizione ribadita dal sottosegretario all’Economia Federico Freni perché l’utilizzo degli F24 «genererebbe sostanziali e rilevantissimi problemi di cassa», tanto che il governo ha dato parere contrario. Per il decreto, che dovrà passare al Senato e che necessita di essere convertito senza incidenti di percorso, è molto probabile l’utilizzo da parte dell’esecutivo dello strumento della fiducia. Nel frattempo, le votazioni sulle proposte di modifica del testo, inizialmente previste per il primo pomeriggio di ieri, sono poi slittate alla sera. Tra queste, da segnalare quella che, se approvata, estende i documenti necessari per accedere alla cessione del credito, mentre nei giorni scorsi è stato raggiunto un accordo molto importante a livello politico, che ha consentito al relatore Andrea de Bertoldi di presentare un pacchetto di emendamenti in cui ci sono, tra le altre cose, le deroghe allo stop sulle cessioni dei crediti e dello sconto in fattura per i lavori legati al Sismabonus acquisti, l’edilizia ex Iacp (case popolari) e Onlus, l’eliminazione delle barriere architettoniche e l’autocertificazione per caldaie e infissi per lavori in edilizia libera non ancora iniziati ma per cui siano stati presi accordi prima del 16 febbraio 2023. Quanto alla proroga del Superbonus per le ville unifamiliari sulle quali è stato effettuato almeno il 30% dei lavori entro il 30 settembre 2022, l’ipotesi che si è profilata ieri attraverso uno degli emendamenti riformulati è che questa sarà fino al 30 settembre. A un certo punto era sembrato che l’orientamento prevalente fosse quello di limitare la proroga al 30 giugno.
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