2018-06-12
Sull’energia sarà derby M5s-Lega per la poltrona che vale 15 miliardi
Dopo la partita sui sottosegretari, si aprirà quella per alcune autorità strategiche. Come il Gse, che controlla gli incentivi per le rinnovabili. I grillini per il bis di Francesco Sperandini, vicino al Giglio magico. Il Carroccio farà muro.Le nomine non finisco mai. È scattata la settimana decisiva per trovare la quadra su sottosegretari, viceministri e capi di gabinetto del governo di Giuseppe Conte. Lo stesso vicepremier e numero uno del Viminale, Matteo Salvini, ha auspicato di chiuderà entro la settimana la vicenda. Dopo scatterà il rinnovo di Cassa depositi e prestiti. Ma appena chiuse queste caselle, che dovranno passare dall'ennesima trattativa tra Lega e 5 stelle, ci sarà una nuova tornata decisiva, quella per le nomine nel settore energetico. Sono in scadenza i vertici del Gse, il gestore dei servizi energetici, con un portafoglio di oltre 15 miliardi per incentivi alle fonti rinnovabili, di Sogin, la società che deve smantellare le centrali nucleari, e dell'Arera, l'Autorità di regolazione dell'energia, gas, acqua e rifiuti.Le nomine delle prime spettano al Tesoro (sono società al 100% controllate da via XX settembre), di concerto con il ministero dello Sviluppo economico, competente per questi settori. Le nomine dell'Arera (cinque componenti) spettano invece al Consiglio dei ministri e devono ottenere il gradimento delle commissioni parlamentari competenti (Attività produttive, Ambiente e Territorio) con il voto favorevole di due terzi dei componenti.È un passaggio delicato, perché negli anni queste società sono finite sempre più nel mirino della politica. Nello specifico Gse, dove nel 2013 arrivò come presidente e amministratore delegato Francesco Sperandini, su indicazione dell'allora sottosegretario del Mise, Claudio De Vincenti. Si trattò di una nomina espressione del Partito democratico di Roma, alla quale persino Il Sole 24 Ore dedicò un articolo nel novembre del 2014, nel quale si raccontava di imbarazzanti cene per la raccolta fondi in campagna elettorale. In quegli anni Sperandini è stato un renziano di ferro, in sintonia con l'amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi. Ha sempre avuto stretti rapporti con l'ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi e con Alberto Bianchi, il presidente della Fondazione Open che finanziava la Leopolda di Matteo Renzi. Negli ultimi tempi, però, dopo il referendum costituzionale del 4 dicembre 2016, ha cercato di costruire un rapporto di stima con Riccardo Fraccaro dei 5 stelle (che ha conosciuto quando il deputato pentastellato era responsabile legale della società energetica Nesco) e soprattutto con Luca Lanzalone, presidente di Acea, nel gruppo grillino che si occupa di partecipate insieme con Stefano Buffagni e Laura Castelli. Le conoscenze pentastellate hanno aperto una frizione forte con la Lega. Sperandini rischia essere sostituito da Stefano Besseghini, presidente e amministratore delegato di Rse, società del gruppo Gse che si occupa di ricerca di sistema. Vicino alla Lega (a cui spetterebbe la nomina, secondo gli accordi con i pentastellati) è conosciuto e gradito dalle grandi società Enel, Acea, A2a, Edison. Del resto, a lato delle questioni politiche, Sperandini è stato raggiunto da due delibere dell'Anac di Raffaele Cantone, sia per conflitto di interessi sui suoi stessi incarichi (oltre a presidente e amministratore delegato ha avuto l'interim della divisione che assegna gli incentivi) sia per aver ritirato l'incarico al responsabile anticorruzione del Gse: una spada di Damocle sul suo futuro. Anche se il partito di Luigi di Maio sembra intenzionato a sostenerlo.Alla Sogin, invece, l'attuale amministratore delegato è Luca Desiata mentre il presidente è Marco Ricotti, docente al Politecnico di Milano. Sogin viene rimborsata per le sue attività con le bollette elettriche, ma c'è polemica sui ritardi accumulati negli anni. A febbraio si è dimesso non senza polemiche il presidente del collegio sindacale, Pietro Voci, rappresentante della Ragioneria. Si era parlato di motivi personali, ma al Mef dicono che dietro ci sarebbero critiche professionali.Candidato alla presidenza sarebbe Pietro Putti, avvocato, oggi alla presidenza del Gme (Gestore mercato elettrico), amministratore delegato, un nome tecnico che piace al mondo delle aziende del settore. Per Arera il discorso è ancora più delicato. A quanto risulta alla Verità, gli accordi di governo dovrebbero vedere due commissari ai 5 stelle, due alla Lega e uno alla minoranza (o Pd o Forza Italia). Il dossier è aperto con grande preoccupazione delle imprese, che vorrebbero persone esperte e note. I grillini potrebbero puntare su Massimo Beccarello, docente universitario alla Bicocca e consulente di Confindustria energia. Oppure su Stefano Pupolin, già responsabile affari istituzionali di aziende energetiche (Enel, Erg) e ora consulente di Acea, vicino quindi al sindaco di Roma Virginia Raggi e all'onnipresente Lanzalone. La Lega potrebbe invece puntare su Stefano Saglia, già sottosegretario all'Energia: la moglie Paola Vilardi ha partecipato per la Lega alle ultime elezioni comunali a Brescia.Intanto sul fronte delle nomine pesanti si comincia a tirare le fila, ma non sarà semplice. Entrò venerdì il governo deve stilare la lista. Per Cassa depositi e prestiti il nome di Massimo Sarmi, ex Poste, sembra essere in difficoltà per via della vecchia multa Consob, mentre Flavio Valeri, numero uno di Deutsche bank in Italia, si è tirato formalmente fuori dall'agone. Attesa per i capi di gabinetto (previste difficoltà per il ritorno di Vito Cozzoli al Mise) e gli staff dei ministri che verranno indicati anche in tutti gli altri dicasteri. Da riconfermare o sostituire anche i vertici dell'Agenzia delle entrate, Demanio e Dogane, soggetti anch'essi a spoil system. Il governo però sarebbe intenzionato a lasciare Ernesto Maria Ruffini al suo posto, in quanto grande esperto di rottamazione e condoni.
Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio europeo in occasione del suo incontro con il premier greco Kyriakos Mitsotakis.
Antonella Bundu (Imagoeconomica)
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