2020-05-24
Salvini: «Sul vostro scoop il silenzio degli indecenti»
Parla il leader leghista: «Vergognosa la complicità di media e politici sulle frasi di Palamara. Con Mattarella una lunga telefonata, abbiamo parlato anche del decreto Rilancio. Gli attacchi alla Lombardia? Squallido ridere sui morti, c'è chi gode di quelle vittime».«È il silenzio degli indecenti». Strano weekend per Matteo Salvini, accompagnato dalle parole e dalle scuse di Luca Palamara, dall'eco della telefonata al presidente Sergio Mattarella, dalla singolare distrazione dei garantisti da talk show e di redazione, dall'attacco a freddo alla Regione Lombardia. E in previsione di una nuova battaglia, martedì in Parlamento, per l'autorizzazione a procedere sulla Open Arms. Un leader in trincea, il suo luogo dello spirito preferito. Senatore Salvini, da dove cominciamo?«Più delle frasi di Palamara mi ha impressionato il silenzio vergognoso e complice dei media italiani. Timidi trafiletti sui giornali, qualche secondo dei telegiornali. Se le stesse parole (“Ha ragione, siamo indifendibili, ma il ministro va attaccato" è il senso, ndr) fossero state indirizzate a un ministro del Pd o del M5s oggi ci sarebbero processi, indignazione, speciali dei tg, caschi blu. Trovo che sia una complicità silenziosa. È una vergogna, ma ci sono abituato».Ma c'è qualcuno che ha preso posizione a suo favore?«Si, sono così pochi che non faccio fatica a ricordarli. Il pentastellato Ignazio Corrao dal quale ci separa tutto, ma è stato leale e l'ho ringraziato. Francesco Giro di Forza Italia, qualche altro. Se arrivo a cinque fra gli esponenti politici, esagero. Non me ne faccio un cruccio. Ho letto anche che il problema non sarebbero le parole, ma il fatto che le avrei usate come linea difensiva al processo di Catania per la nave Gregoretti. Una follia».Perché, da quelle conversazioni la magistratura non sembra serena nei suoi confronti.«Rimango tranquillo, non ho dubbi che il giudice saprà distinguere fra un sequestratore di navi e un ministro che applica la legge per difendere il suo Paese. Il problema delle frasi dei pm è un altro».Ci spieghi quale.«Il problema non è Salvini, ma il cittadino italiano. Che da oggi ha il diritto di pensare che non sarà giudicato in base alla legge ma in base alle simpatie e al colore politico. Ringrazio La Verità per lo scoop a nome dei 20.000 innocenti passati per il carcere, anche se quell'incapace del ministro Bonafede sostiene che in galera vanno solo i colpevoli. La giustizia va riformata e quando torniamo al governo ci concentriamo su questo».Si presume non solo per le frasi Whatsapp.«No, per ristabilire i diritti degli italiani perbene. Un anno fa due bambini di 11 anni sono stati falciati dal Suv guidato da un mafioso ubriaco e drogato. Al processo, la richiesta è di 10 anni, significa che il colpevole fra tre anni è fuori. La vita di due bambini vale tre anni di pena? Mi sembra agghiacciante. E la riforma la organizzeremo con la magistratura e l'avvocatura».A proposito, dopo le parole di Palamara come ha reagito il mondo delle toghe?«Devo dire che sia giudici sia pm mi hanno espresso solidarietà e sostegno. Ci sono tanti professionisti di valore che non vedono l'ora di liberarsi delle correnti e delle pastette. Il monolite rosso non c'è e questo apre alla speranza».Cosa ha detto al presidente della Repubblica?«È stata una telefonata lunga, il mio caso non era certo l'unico tema. Ho espresso a Mattarella il mio rammarico, posso dire che non ero il solo ad essere colpito. Abbiamo parlato anche del decreto Rilancio».Lo approva o ci sono riserve?«Altro che riserve, dopo tre mesi la cassa integrazione non è ancora arrivata, c'è gente che l'ha vista col binocolo. Temo che possano esserci tensioni sociali e non vorrei che qualcuno nel governo auspicasse chiusure e sanzioni per tenere il Paese in scacco a scopo di sopravvivenza politica. Il premier Conte scherza col fuoco».Il premier ha lanciato la campagna contro la burocrazia è per la riapertura dei cantieri. Un obiettivo anche della Lega.«C'è un dettaglio, quelle di Conte sono solo parole. Ha ripetuto che bisogna seguire il modello a Genova. Ebbene, le faccio un esempio concreto. La Gronda, nuova autostrada di 65 km, finanziata con 4,2 miliardi da Autostrade per l'Italia, quasi tutta in galleria, un gioiello di ingegneria che porterebbe via il traffico pesante dalla città, decine di migliaia di posti di lavoro. È tutto pronto. Manca solo la firma del ministro per le Infrastrutture, De Micheli. La stiamo aspettando dal settembre scorso, otto mesi».Il motivo del ritardo?«Perché i grillini non vogliono l'autostrada, preferiscono i monopattini. E il Pd non trova il modo di bypassare il loro niet. Così i genovesi restano ostaggi del traffico e dell'inquinamento. Al di là degli slogan, l'Italia di Conte è questa. Appena possibile faremo una grande manifestazione in Liguria».L'Italia riparte se esiste collaborazione fra le forze politiche.«L'Italia riparte se il governo smette di essere contro l'industria. Il professor Ricolfi, che non è certo un sovranista, sostiene che questo esecutivo vuole creare un Paese di assistiti e di parassiti, dipendenti dai sussidi e da chi li eroga. Della serie: se stai buono ti arrivano 300 euro».In questi giorni è andato in scena l'attacco alla Lombardia. Errori nella gestione dell'emergenza o campagna con finalità politiche?«La cosa più squallida è sentir ridere attorno ai morti. Al supermercato ho incontrato un signor che mi ha detto: io non l'ho mai votata ma condivido ciò che ha detto in Senato, sono indignato perché c'è gente che gode del numero delle vittime lombarde. È segno di squallore umano contro un sistema che funziona. Fino a prima della pandemia 150.000 italiani venivano in Lombardia a farsi curare da altre regioni. Il primato di un'eccellenza».Allora cosa è accaduto nel momento più duro dell'emergenza?«Prendo spunto dalle parole del professor De Donno: ci è esplosa la bomba in casa, abbiamo fatto tutto il possibile nel miglior modo possibile per salvare vite. Ora qualcuno spera che ci siano processi come quello si sismologi che non avevano previsto il terremoto de L'Aquila. Che tristezza. Ma la sinistra è specialista in strumentalizzazioni. La provincia italiana più colpita in percentuale è Piacenza. Che facciamo, incolpiamo Bonaccini?».Ha parlato con il presidente Mattarella anche di questo?«Sì, la depenalizzazione per medici e amministratori in prima linea dentro lo tsunami della pandemia dovrebbe essere assicurata. Piuttosto inviterei a indagare nel Lazio, dove i pasticci con le mascherine acquistate e scomparse mi pare imbarazzante. Ma già, lì comanda Zingaretti, quindi tutti zitti». Martedì si riaprono le ostilità, arriva in aula la prua della Open Arms. Si replica?«Spero che vengano giudicati gli atti e i fatti. Se si va a simpatie rischio l'ergastolo».Come va con Zaia e Giorgetti? Si legge di differenze di opinione e di scenari elettrici.«Leggo anch'io le favole. Con Giorgetti ci sentiamo tutti i giorni. Sono orgoglioso di come Zaia ha gestito l'emergenza in Veneto e di come Fontana, stando nel centro della prima ondata, ha saputo tenere duro. Nonostante le speranze di molta stampa siamo compatti. La nostra forza è nei cittadini, nei territori. E nella voglia degli italiani di cambiare passo. Le minestrine di Conte non bastano più».
Massimo Cacciari (Getty Images)
Nel riquadro Roberto Catalucci. Sullo sfondo il Centro Federale Tennis Brallo