Sui vaccini non è ammesso dubitare, ma contro i nostri lettori vale tutto
Ogni giorno il dorato mondo della medicina ci regala una emozione. Silvio Garattini, venerato guru della scienza italica, scrive su Avvenire che gli scettici e i renitenti al vaccino bisognerebbe prenderli da piccoli, possibilmente in classe. «Scienza e vaccini non sono opinioni: quando lo insegneremo a scuola?», si domanda l’illustre studioso. E spiega: «È urgente che il ministro dell’Istruzione si decida a introdurre in tutti i livelli e gradi della scuola un’ora alla settimana in ogni classe dedicata alla scienza che riguarda la salute. Questa ora deve essere realizzata da parte di insegnanti preparati per questo scopo attraverso una Scuola Superiore di Sanità da istituire il più presto possibile. Ci vorrà del tempo, ma se avessimo cominciato nel passato saremmo già a buon punto. Speriamo che non sia il solito auspicio!». Certo, bisogna cominciare prestissimo a eradicare ogni dubbio, a insegnare non tanto il metodo scientifico quanto l’obbedienza agli esperti (dato che è questa che Garattini va predicando da tempo). Il dubbio, si sa, da qualche anno è bandito, almeno per tutto ciò che riguarda le misure sanitarie. Se poi queste misure sono politiche (come quelle prese in tempo di pandemia) e non scientifiche, fa lo stesso: sempre allegri bisogna stare perché il nostro piangere fa male al re e a Pfizer.
In compenso, però, il dubbio può essere largamente esercitato quando si tratta di depotenziare le voci critiche e di demolire il dissenso. Non per nulla gli stessi che fanno professione di obbedienza cieca, pronta e assoluta ai diktat dell’autoritarismo medico-politico spacciato per «La Scienza» si preoccupano di insinuare che La Verità abbia pubblicato lettere false contro un ministro della Repubblica.
Lo fa in particolare Luca Bottura, a cui il nostro giornale con tutta evidenza illumina giornate altrimenti vuote. Il fine umorista (per lo più involontario) si è scoperto difensore della scienza e perfino di un ministro dell’odiato governo di destra-destra, cioè del suddetto Orazio Schillaci di cui una larga fetta di nostri lettori ha notato l’inadeguatezza, soprattutto dopo la squallida vicenda del Nitag e la cacciata di Eugenio Serravalle e Paolo Bellavite.
Come i nostri lettori sanno, nei giorni scorsi abbiamo pubblicato alcune delle numerose mail giunte in redazione a commento delle azioni di Schillaci. Ebbene, a parere di Bottura sono false o comunque molto dubbie. «La Verità ha pubblicato due pagine di presunte lettere contro il ministro Schillaci e il suo momentaneo stop ai novax», scrive il nostro eroe sulla Stampa. «Per Belpietro, colpito da tendinite fulminante alla mano destra, prognosi di due mesi senza complicazioni (se fa altre pagine, dico)».
Trattenendo le risate per la sagace ironia troviamo la forza di domandarci: perché Bottura insinua che le lettere siano inventate? Facile: si basa su alcuni autorevolissimi post pubblicati da un blogger il quale afferma che «La Verità costruisce una pagina che sembra dibattito popolare ma in realtà è un megafono del malcontento contro qualunque cosa non piaccia alla linea editoriale». In effetti sì, abbiamo fatto da megafono ai nostri lettori (che sono tali perché condividono la linea editoriale), la quale cosa ci sembra buona e giusta. Abbiamo dato voce a uno scontento che in questi anni i più hanno voluto ignorare, preferendo liquidarlo come espressione di stupidità e scarsa intelligenza. Posizione che Bottura, per altro, non perde occasione per ribadire: «Non credo la Verità abbia 17 lettori, e soprattutto escludo che tutti sappiano scrivere», afferma soddisfatto dall’alto del suo premio Pulitzer.
Poiché a noi le censure non piacciono - e ci dispiace che i nostri critici non possano dire lo stesso - riteniamo che Bottura, le sue presunte fonti e i suoi fan siano liberi di pensare ciò che vogliono. Se però muovono delle accuse, dovrebbero per lo meno esibire delle prove. Ma non le hanno, e non possono averle dato che non esistono. Dunque affastellano illazioni. Dicono, ad esempio, che le mail da noi pubblicate non possono essere vere perché sono tutte simili. Ma pensa, che cosa incredibile! Abbiamo pubblicato una paginata di lettere di persone arrabbiate con Schillaci e, guarda un po’, tutte le lettere parlano di Schillaci e sono... arrabbiate. Davvero stupefacente. Soprattutto, però, stupisce il livello di tristezza a cui certi personaggi riescono ad arrivare. Pur di imporre - non si capisce bene a che titolo - il discorso unico sui vaccini e le questioni sanitarie non solo arrivano a difendere nei fatti il ministro di un governo che ogni giorno affermano di disprezzare, ma si mettono pure a insultare i lettori di un giornale e a disquisire sulla veridicità delle missive che questo pubblica. Non fanno rabbia: solo un po’ di pietà e molta compassione.
In ogni caso, le chiacchiere stanno a zero. Se il caro Bottura e i suoi sodali possono dimostrare che abbiamo stampato mail inventate, lo facciano. Ci offriamo persino di semplificare loro la vita. Se saranno così cortesi da fornirci il loro indirizzo email saremo felici di inviare loro le lettere che abbiamo ricevuto. Di più: per fugare ogni dubbio inviteremo i nostri lettori a scrivere direttamente al loro indirizzo ciò che pensano di Schillaci e di queste polemiche. In questo modo sarebbe tutto più chiaro, no?
Certo, se questi geniacci - con lo stesso puntiglio che usano per fare le pulci a noi - avessero perso tempo ad analizzare azioni e affermazioni di chi ha gestito l’emergenza sanitaria di sicuro avrebbero fatto miglior servizio alla nazione e al giornalismo, oltre che a sé stessi. Ma sappiamo purtroppo che sarebbe troppo aspettarsi un pizzico di indipendenza intellettuale da questi fenomeni, gente così tanto abituata ad obbedire che ormai lo fa pure in assenza di un padrone.





