
Con l'uscita a proposito della nave delle Ong il vicepremier grillino è andato fuori strada. Perfino i volontari hanno risposto picche alla sua offerta. Il collega ha dimostrato con i fatti che per fermare le tragedie l'unica soluzione è chiudere vie d'accesso e porti.Io Luigi Di Maio lo capisco. Stretto com'è fra Roberto Fico e Alessandro Di Battista, che gli vogliono soffiare il posto di leader dei 5 stelle, non sa più che fare. E come spesso capita quando ci si vuole sottrarre a da una situazione difficile ma non si sa che fare, alla fine si compie un passo falso. Quello dell'altro ieri, quando il ministro del Lavoro se n'è uscito proponendo di accogliere donne e bambini raccolti dalla solita nave delle Ong andata a pesca di migranti nel Mediterraneo, più che un passo falso è una sciocchezza. Prova ne sia che gli stessi volontari che danno assistenza ai profughi hanno risposto picche all'offerta del vicepremier. Accogliere mamme e figli ma non i papà equivarrebbe a separare i nuclei familiari, hanno ribattuto. Con ciò si capisce che il problema non è umanitario, ma ideologico. Una nave in mezzo al mare con a bordo alcune decine di extracomunitari non corre alcun pericolo, né lo corrono le persone soccorse. Rimanere lì, in attesa di un porto italiano dove attraccare, serve solo a cercare di forzare la mano al governo, costringendolo alla resa, cioè ad accettare che chi scappa dall'Africa attraversando il mare debba necessariamente essere accolto da noi, a prescindere dal suo diritto a ottenere l'asilo. E a prescindere da chi manovra l'ignobile traffico dei profughi.Se però il leader pentastellato, per esigenze interne, ha compiuto un passo falso, Matteo Salvini non si è mosso di un millimetro, ribadendo di non aver nessuna intenzione di aprire i porti agli immigrati, sia che si tratti di minorenni sia che a bordo delle carrette del mare in servizio di fronte alla Libia ci siano delle donne. Il capo della Lega, nonché ministro dell'Interno, in questo modo dimostra di avere un cuore di pietra, di essere razzista, xenofobo, fascista e pure seguace di Hitler come a sinistra sostengono? No, semplicemente prova di avere non solo senso pratico, ma anche lungimiranza politica, che è ciò che serve a chi si sia preso la briga di governare un Paese. La questione dei profughi infatti non si risolve rivolgendosi all'Europa (ci hanno provato senza risultato tutti i governi, in particolare quello guidato da Matteo Renzi), né la si affronta sperando che missioni tipo Mare nostrum o altro scoraggino chi è pronto a tutto pur di raggiungere le nostre coste. L'unica soluzione per fermare l'invasione, avendo però presente che l'invasione non serve a pagarci la pensione o a far crescere il Pil ma semmai a impoverire i nostri salari senza risolvere alcuno dei nostri problemi, è chiudere le vie di accesso e i porti, ossia rendere inutile il viaggio, perché una volta attraversata l'Africa, e perfino un tratto di mare, non si sbarca in Italia. Salvini ha fatto e sta facendo l'unica cosa che si poteva fare. Prova ne sia che dopo anni di chiacchiere inutili le partenze e gli arrivi sono diminuiti, anzi quasi arrestati. E con partenze e arrivi sono calati anche i morti. Sì, le statistiche dicono che, nonostante gli allarmi delle Ong, siccome si è ridotto il numero dei profughi che riescono a salire su un barcone, si sono ridotti anche i decessi. Alla faccia di tutti i buonisti che hanno predicato il contrario.Che il fenomeno migratorio si sia ridotto a causa della stretta lo ha certificato anche ieri sulla prima pagina della Stampa un giornalista che non può essere sospettato di simpatie per il «duce» leghista (ormai lo chiamano così, senza sapere che cosa fosse davvero il regime ai tempi del Duce). Domenico Quirico, inviato esperto di cose africane e mediorientali, ieri infatti scriveva che nel 2019 «l'Africa intera affronta il primo anno senza migrazione». Perché? «Le notizie che arrivano dal Nord del mondo sono chiare: le vie sono chiuse. In Niger, in Libia, lungo tutta la frontiera del mare i gendarmi, i soldati, i funzionari ora vigilano. L'incredibile è accaduto: l'Europa ha sbarrato le porte del mare e di terra. Come se per miracolo avesse di colpo spostato le sue frontiere, i suoi muri più a Sud».Il collega del quotidiano sabaudo, raccontando che cosa dicano negli sperduti villaggi del continente nero, è ancora più chiaro. «Qualcuno, testardo, tenterà. Partirà egualmente. Forse qualche rivolo di migranti riuscirà ancora a passare. Ma era la Grande Migrazione verso il Nord del mondo la stella polare su cui ruotava la vita di migliaia di giovani africani. E questa improvvisamente si è spenta». Partire era il modo per loro, per migliaia di extracomunitari, di risolvere i loro problemi. Ora dovranno rivolgersi a sé stessi, scegliendo se abbattere i dittatori che li governano, scegliendo la democrazia, o arruolarsi con qualche jihadista, come qualcuno già ha fatto anche qui da noi. Nel suo articolo, ovviamente, Quirico non si occupa di Salvini né di politica interna. Ma se c'è un leader europeo che si è intestato la battaglia per fermare l'invasione dall'Africa questo è il capo della Lega. Tutto il resto, compresi i passi falsi di Di Maio e le furbizie dei professionisti dell'accoglienza, i vari Orlando, De Magistris, Rossi, Nardella e così via, sono solo parole dettate da un breve calcolo politico.
Sebastien Lecornu (Ansa)
Il premier succeduto a sé stesso nel giro di poche ore recluta ben 34 ministri: molti macronisti, non c’è Retailleau. I suoi repubblicani furiosi, lepenisti e sinistra radicale invocano subito la sfiducia. I socialisti abbozzano. L’ipotesi è che il governo veda sì e no il Natale.
Volodymyr Zelensky (Ansa)
Il leader ucraino andrà alla Casa Bianca da Trump, che alla Knesset ha detto di volersi concentrare sulla Russia: «Risolveremo la situazione». L’intelligence tedesca: Mosca attaccherà la Nato. E Berlino valuta un’ulteriore esenzione sul debito per il riarmo.
Roberto Vannacci (Ansa)
- Il Carroccio cinque anni fa si era attestato al 22% mentre in questa tornata, pur schierando il generale, il passo indietro è stato molto evidente. Nel centrodestra serpeggiano critiche: «Qui, se ti presenti con retoriche estreme, non ti ascoltano».
- Zaia avvisa FdI: «Sono un problema? Allora vedrò di renderlo reale».
Lo speciale contiene due articoli.
Elly Schlein con Eugenio Giani (Ansa)
Povera matematica: per superare il centrodestra, la segretaria Pd, che non voleva nemmeno Giani, s’inventa le preferenze cumulative. E spara: «Se sommiamo Toscana, Marche e Calabria prendiamo più del governo».