2020-08-18
Stupro di Lignano. Il primo invitò gli altri ad abusare della quindicenne
Una spiaggia di Lignano Sabbiadoro (iStock)
I tre minorenni immigrati verranno mandati in una comunità, come quella da cui si sono allontanati per compiere il misfatto.Erano affidati a una comunità milanese per minori stranieri non accompagnati e minori con problemi giudiziari, i tre ragazzini coinvolti nello stupro di gruppo di una quindicenne veneziana a Lignano Sabbiadoro. Due di loro torneranno in una comunità «adatta alla restrizione». Sperando che non si allontanino come hanno fatto a Ferragosto. Il terzo ragazzo, albanese, l'unico che non è stato riconosciuto dalla vittima, è stato denunciato a piede libero e riaffidato agli educatori della stessa comunità da cui si era allontanato - insieme agli altri due - mentre era con il suo gruppo in vacanza a Lignano. È stato denunciato perché a quanto risulta non ha partecipato attivamente all'aggressione, ma «se non ha assistito, comunque sapeva quali erano le intenzioni degli amici», ha sottolineato il capo della squadra mobile di Udine, Massimiliano Ortolan, alla guida degli investigatori che in 24 ore hanno ricostruito l'intricata vicenda.Sul fronte giudiziario emergono ulteriori elementi raccapriccianti. Sarebbe stato il diciassettenne egiziano (la cui nazionalità è al momento oggetto di verifica, perché potrebbe essere stato naturalizzato italiano) con precedenti per reati contro il patrimonio e contro la persona ad allontanarsi con la ragazzina sulla spiaggia. Vittima e aggressore si sono conosciuti a una festa. L'egiziano, a un certo punto, si sarebbe proposto per accompagnare la ragazza a casa e, una volta raggiunto un posto isolato, avrebbe abusato, «approfittando», sostiene l'accusa, «della condizione di inferiorità di lei». Poi avrebbe chiamato con il suo cellulare uno degli albanesi, che l'avrebbe raggiunto con un suo connazionale. Il terzo ragazzo, stando alla ricostruzione degli investigatori, avrebbe «fatto da palo». Attirati dalle grida della vittima, gli amici con i quali era andata alla festa sono arrivati sul posto, mentre gli aggressori erano in fuga. «Abbiano parlato con la ragazza e con i suoi amici», ha spiegato Ortolan, «ottenendo una descrizione parziale degli aggressori, con tanto di particolari come il taglio di capelli e un piercing». Tutti elementi che si sono rivelati fondamentali. Le telecamere degli esercizi commerciali della zona avrebbero poi inquadrato più volte gli aggressori, mettendo gli investigatori sulla pista giusta. «I colleghi, anche quelli a riposo e non in turno», sottolinea Ortolan, «sono arrivati sul posto e hanno rastrellato la spiaggia». Grazie all'attività investigativa si è appreso che alcuni ragazzi provenienti dalla Lombardia erano a Lignano già dal 14 agosto e si erano resi protagonisti di episodi che non erano passati inosservati. Il controllo nella struttura in cui alloggiavano in Friuli i ragazzi della comunità milanese ha fornito subito qualche conferma. Uno degli stranieri con il piercing, infatti, corrispondeva alla descrizione fornita dai testimoni. L'egiziano è stato quindi invitato a seguire la polizia al commissariato per accertamenti: ha sostenuto che la richiesta fosse un abuso, dichiarandosi estraneo ai fatti. Gli altri due minorenni (che comparivano nei filmati recuperati dalle telecamere) sono invece rimasti in silenzio e non hanno fornito la loro versione dei fatti. «La tempestività d'intervento è stata fondamentale per non consentire agli autori del reato di elaborare strategie di difesa o di tentare la fuga», ha detto il vicario della Questura di Udine, Luca Carocci, durante la conferenza stampa di ieri. La vittima (che è ricoverata in ospedale con una prognosi di 15 giorni) non è ancora stata sentita con tutte le garanzie previste in casi come questi e, al momento, ha fornito alla polizia solo delle indicazioni informali per permettere l'identificazione degli aggressori. La Procura, coordinata dal procuratore capo del Tribunale per i minorenni di Trieste, Leonardo Tamborini, sta valutando infatti se fissare un incidente probatorio. «Profondo dispiacere per la gravità inaudita dell'episodio e totale solidarietà alla vittima», sono stati espressi dal governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, che ha auspicato anche che «i colpevoli paghino senza sconti la loro inumanità di fronte alla giustizia». Mentre l'assessore lombardo alla Sicurezza, Riccardo De Corato, ha chiesto alle autorità di fornire il nome della struttura che li ospitava: «È giusto che i milanesi lo sappiano, vista la pericolosità di questi minorenni, anche a tutela dei loro coetanei residenti in città che rischiano di diventare le prossime vittime». Il collega friulano Pierpaolo Roberti, invece, punta l'indice su chi doveva vigilare: «Chi li aveva in carico? E chi ha pagato la vacanza premio a questi criminali?». E annuncia una battaglia legislativa: «Occorre fermare e regolamentare flussi e accoglienza dei minori stranieri mettendo mano a una legislazione che, colpevolmente, offre maggiori tutele agli aggressori che le vittime». Matteo Salvini, invece, su Twitter è stato lapidario: «Tre minorenni stranieri, ospiti (a nostre spese) di un centro di Milano e in vacanza (a nostre spese) a Lignano per Ferragosto. Fermati per violenza sessuale su una ragazzina. Viva gli sbarchi e l'integrazione... Roba da matti».
Jose Mourinho (Getty Images)