2019-03-07
Strage di Pioltello: «Rfi sapeva da mesi del giunto rotto ma non lo sostituì»
La perizia dei pm milanesi sull'incidente avvenuto il 25 gennaio scorso. «I tecnici avvertirono del guasto, nessuno fece nulla. Fuori uso pure il sistema per i controlli».Che quel punto della rotaia avrebbe potuto cedere da un momento all'altro si sapeva, da almeno cinque mesi. I tecnici addetti al controllo avevano chiesto, già a fine agosto del 2017, la sostituzione urgente del «giunto incollato» che doveva tenere insieme due tratti della corsia che poi ha ceduto. Eppure nessuno, in Rete ferroviaria italiana, a quanto risulta ha mosso un dito. Non solo il pezzo non è stato sostituito, ma non sono stati messi in atto nemmeno i controlli più approfonditi, previsti dalla procedura, che avrebbero potuto, forse, far scattare, per tempo, l'allarme.Perché? Perché il sistema di diagnostica mobile che serviva a effettuarli (un treno speciale dotato di sensori di rilevamento) era, a sua volta, inutilizzabile, e «fermo in manutenzione da oltre un anno». Non è stata una tragica fatalità, quindi, a causare, la mattina del 25 gennaio 2018, all'altezza della stazione di Pioltello, il deragliamento del treno regionale di Trenord, carico di pendolari diretto a Milano, costato la morte di 3 donne e il ferimento di 46 passeggeri. Ma piuttosto il risultato di un'incuria protratta per mesi da parte dell'amministrazione di allora (oggi totalmente rinnovata). A dirlo è la perizia tecnica, richiesta dai pubblici ministeri milanesi che curano l'indagine sul caso, depositata ieri. Un documento elaborato dai periti, che non lascia spazio a dubbi. Nella sua tragicità la ricostruzione dell'accaduto è semplice: il deragliamento è stato causato dalla rottura di un piccolo tratto di rotaia, già posticcio e lungo una decina di centimetri, che si è staccato, sollevato ed è andato a conficcarsi tra la rotaia e la ruota del treno, facendo da cuneo e sollevandola quanto basta per farla uscire dal binario. Il peso del convoglio e la velocità hanno fatto il resto.«La causa (…) è stata la sopraelevazione della ruota destra causata dall'interposizione di uno spezzone di rotaia tra il binario e la ruota stessa (…) staccatosi a causa della manutenzione insufficiente», si legge nella relazione. I difetti di quel tratto di rotaia erano «osservabili a vista». I giunti presentavano «l'allontanamento delle testate», erano evidenti «punti di scollamenti» tra le parti e lo «sbriciolamento della massicciata» subito in prossimità del tratto erano tutti sintomi chiari della «inesorabile progressione di un danneggiamento ciclico, progressivo ed inarrestabile in base alla ben nota fenomenologia di ammaloramento e finale cedimento di un giunto». E infatti, i tecnici dell'azienda, addetti al controllo di quella tratta il loro dovere lo avevano fatto, per tempo. «Già il 29 agosto 2017 veniva richiesta, con l'invio di mail ufficiali, dalla unità manutentiva lavori locale della tratta in questione la rapida sostituzione del giunto», scrivono ancora i periti, ma nonostante questa richiesta di intervento definitivo, inviata agli uffici preposti di Rfi, non accadde nulla. Nessuno si preoccupò di procedere alla sostituzione e nemmeno le procedure standard di controllo più approfondito che vengono avviate in questi casi presero il via. «Le procedure avrebbero anzitutto previsto, in attesa dell'intervento di sostituzione, l'inserimento delle richieste di controllo a ultrasuoni», si legge ancora nel documento consegnato ai pm. Il controllo a ultrasuoni è un sistema capace di verificare con esattezza le dimensioni di un danno interno ad un singolo componente, senza richiedere che questo venga prelevato dalla sua sede. Purtroppo però «il treno Galileo» deputato alla diagnostica «e attrezzato per i controlli a ultrasonori era fermo per riparazione da oltre un anno», nel momento in cui venne attivata la segnalazione. E Rfi, a quel punto, che fece? Ancora una volta nulla, perché in sostituzione di quello che doveva essere effettuato con Galileo «nessun altro controllo ultrasonoro manuale venne predisposto».In questo modo, quello che era un pericolo, si è trasformato in tragedia. «L'assenza dei controlli ai fini della prevenzione, ancora più grave in quanto si tratta di una linea ad alto carico e ad alta frequenza», specificano ancora i periti nella relazione «non ha consentito di monitorare accuratamente la progressione irreversibile del danneggiamento del giunto» e «la mancata sostituzione del componente, secondo quanto le procedure previste dal Sistema di gestione della sicurezza imponevano», ha portato «la situazione precaria di quel tratto di rotaia fino al cedimento», mettendo a rischio, per mesi, ogni convoglio passato per quel punto. A essere precario, infatti, non era solo il pezzo poi saltato, ma anche «la condizione del giunto appartenente al binario di sinistra ovverosia gemello di quello fratturato, mostrava danneggiamenti tali da richiedere la segnalazione di immediata urgenza». Un elemento ulteriore rilevato dai periti che rende incomprensibile la «motivazione per cui l'azienda decise di «programmare la sostituzione per l'aprile 2018», cioè a quasi un anno di distanza dalla prima segnalazione. E comunque troppo tardi per evitare la tragedia.
Charlie Kirk (Getty Images). Nel riquadro Tyler Robinson