2025-02-26
Stellantis trascina il crollo delle auto mentre l’Ue dorme su multe e Green deal
La casa di Elkann perde il 17,9% il mercato dell’Unione cede «solo» il 2,6. Da Bruxelles nessuna svolta sui paletti proelettrico.In un angolo remoto di Bruxelles, i burocrati si accingono a mettere in piedi una soluzione miracolosa per risolvere la questione delle multe e la transizione energetica. Il piano auto è atteso per il 5 marzo come risultato del «Dialogo strategico», avviato lo scorso 30 gennaio. C’è solo da sperare che la ricetta sia efficace perché l’industria delle quattro ruote, una volta punta di diamante della manifattura europea, sta cadendo a pezzi. A gennaio le immatricolazioni nella grande area allargata che oltre alla Ue comprende anche Gran Bretagna e Svizzera sono cadute del 2,1%. Il calo ha riguardato i principali Paesi. In particolare i tre più grande: Francia (-6,2%), Italia (-5,8%) e Germania (-2,8%), mentre la Spagna ha mostrato un andamento positivo (+5,3%). Nell’Unione europea, le immatricolazioni sono calate del 2,6%. La Commissione si è infilata in un labirinto, cercando di risolvere le sue contraddizioni mentre fuori la situazione è fuori controllo. E qual è il gruppo messo peggio? Stellantis, ovviamente il cui progetto industriale si è dimostrato un fallimento. Il matrimonio fra i francesi di Psa e gli eredi Elkann maggiori azionisti di Fca non ha avuto il successo sperato. Tra alleanze improbabili e strategie confuse, l’azienda ha tutte le carte in regola per diventare il punto di riferimento di come non bisogna fare le cose nel mondo automobilistico.Le immatricolazioni del gruppo, il mese scorso, sono state 154.079, in calo del 16% rispetto a un anno prima, con la quota di mercato scesa al 15,5% dal 18%. Nell’Unione europea, le immatricolazioni sono state 133.506, in calo del 17,9% su anno, con quota di mercato al 16,1%, contro il 19,1% di un anno prima. Come spiegano gli analisti di Equita «Stellantis ha sottoperformato, con tutti i brand in calo in doppia cifra con la sola eccezione di Alfa Romeo (+21% a 5.000 unità), Peugeot (-3% a 55.000 unità) e Jeep (-9,6% a 11.000)».Per il 2025, si aspettano «un recupero dei volumi (in un mercato sostanzialmente debole), anche per il completamento delle operazioni di chiusura degli stock soprattutto nel mercato nord americano». Aggiungono gli esperti di Intermonte: «La quota di mercato di Stellantis, pari a 15%, è in calo sia anno su anno (-2,6%) sia, soprattutto, rispetto al 2019 (-7,3%). Al netto della performance di Stellantis, il mercato europeo avrebbe mostrato una crescita del +1%». Per quanto riguarda i marchi, nell’intera Europa il calo ha riguardato l’intera flotta: Peugeot 55.445 (-3,4%), Opel/Vauxhall 28.449 (-27,7%), Citroen 27.170 (-16,8%), Fiat 23.608 (-20,4%), Jeep 10.984 (-9,6%), Alfa Romeo 4.792 (+21,3%), Ds 2.191 (-41,1%) e Lancia 1.052 (-73,2%).Stellantis si conferma secondo gruppo in Europa dopo Volkswagen, con i tedeschi che hanno registrato un totale di 268.409 immatricolazioni, in crescita del 5,3% su anno e quota di mercato salita al 27% dal 25,1%. Segue al terzo posto il gruppo Renault con 97.910 immatricolazioni (+5,4%) che ha una quota di mercato salita al 9,8% dal 9,1% di un anno fa.Mentre Stellantis viaggia in affanno (quanto grande lo capiremo oggi con la presentazione dei conti) l’Unione Europea è in fibrillazione su come «completare» la transizione energetica. Tutti parlano di una mobilità sostenibile, di batterie e auto elettriche, ma sembrano dimenticare una cosa fondamentale: nessuna di queste soluzioni ha realmente risolto i problemi legati ai costi, all’efficienza e all’effettiva praticità. Le auto elettriche, a quanto pare, sono il futuro. Ma il futuro sembra essere ancora molto lontano nonostante la crescita del 34% a 124.341 unità, registrata il mese scorso , grazie a un significativo aumento delle immatricolazioni in Germania (53,5%), Belgio (37,2%) e Paesi Bassi (28,3%): i tre Paesi insieme hanno rappresentato il 64% di tutte le immatricolazioni di auto elettriche a batteria la cui quota di mercato è ferma al 13,6%.Allora, che fare? Come si fa a uscire da questa spirale di confusione? Purtroppo l’unica cosa che sembra davvero crescere è l’incertezza, mentre il mercato va a rotoli e Stellantis non riesce a riprendersi. È proprio questo il grande problema dell’Unione Europea: impegnata a cercare la soluzione perfetta, ma incapace di vedere la realtà che si sta sgretolando sotto i suoi piedi.In conclusione, mentre l’Europa si perde tra le pieghe di regolamenti e strategie energetiche, il mercato dell’auto europeo sta crollando a vista d’occhio. Stellantis, che avrebbe dovuto essere il grande protagonista di un modello di governance più moderno è diventata l’emblema di come non affrontare le sfide del mercato moderno. E mentre la Ue continua a tergiversare e a fare promesse, noi ci troviamo con auto che non vendono, un mercato che crolla e un futuro che sembra sempre più incerto.«Il piano europeo dovrà fornire misure concrete per rendere il settore maggiormente competitivo coinvolgendo tutto l’ecosistema», afferma Andrea Cardinali, direttore generale dell’Unrae, l’associazione dei concessionari. A Bruxelles capiranno? C’è da augurarselo.
Emmanuel Macron (Getty Images). Nel riquadro Virginie Joron
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L'evento organizzato dal quotidiano La Verità per fare il punto sulle prospettive della transizione energetica. Sul palco con il direttore Maurizio Belpietro e il vicedirettore Giuliano Zulin, il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, il presidente di Ascopiave Nicola Cecconato, il direttore Ingegneria e realizzazione di Progetto Terna Maria Rosaria Guarniere, l'Head of Esg Stakeholders & Just Transition Enel Maria Cristina Papetti, il Group Head of Soutainability Business Integration Generali Leonardo Meoli, il Project Engineering Director Barilla Nicola Perizzolo, il Group Quality & Soutainability Director BF Spa Marzia Ravanelli, il direttore generale di Renexia Riccardo Toto e il presidente di Generalfinance, Boconi University Professor of Corporate Finance Maurizio Dallocchio.
Kim Jong-un (Getty Images)