2025-02-15
Stavolta l’attentatore non è pazzo. E dopo l’attacco ha pregato Allah
Nel riquadro Farhad Noori, l'afgano che ha compiuto l'attentato a Monaco (Ansa)
Con il cambiamento politico in corso finisce anche l’era della reticenza degli inquirenti su identità e movente dei terroristi. L’afgano che ha colpito a Monaco, spiegano, era «chiaramente islamista» e «sano di mente».L’attentatore afgano che l’altro giorno con la sua Mini Cooper ha falciato 36 manifestanti chiamati in piazza dal sindacato Ver.di a Monaco ha urlato «Allah è grande» e ha pregato prima di finire in manette. Poi ha ammesso di essersi lanciato consapevolmente con l’auto contro e vittime (due di loro rischiano la vita, mentre altre otto sarebbero in condizioni molto gravi). La Germania si sveglia con la conferma dell’ennesimo attacco terroristico in casa propria. E mentre la politica si interroga, gli inquirenti confermano: Farhad Noori avrebbe agito con un movente di natura «religiosa». Non sarebbero emerse al momento prove di un legame diretto con lo Stato islamico o con organizzazioni jihadiste, ma il suo «orientamento islamista», così viene definito dagli inquirenti tedeschi, non lascerebbe dubbi sulla matrice ideologica del gesto. Il giorno precedente l’attacco avrebbe detto ai parenti: «Domani forse non ci sarò più».Giunto in Germania nel dicembre 2016 passando per l’Italia, dove era approdato nella Locride con il classico barcone nel mese di gennaio, ripartendo il giorno seguente per Brescia, si era presentato come un minore straniero non accompagnato. La sua richiesta di asilo, però, era stata respinta, perché considerata «non credibile» dal Tribunale amministrativo tedesco, che avrebbe voluto convincere con una inverosimile storia della sua fuga dall’Afghanistan. Sosteneva di essere «perseguitato da una banda» che aveva «distrutto il negozio» di famiglia e «ucciso» suo «padre». Nella sentenza di rigetto si legge che «è inverosimile» la possibilità che il giovane, «nel caso dovesse tornare in Afghanistan, sia esposto a minacce concrete». E, così, Farhad è rimasto a Monaco. Ha ottenuto prima una sospensione dell’espulsione, poi un permesso di soggiorno per lavoro (da addetto alla sicurezza in un supermercato). Sui social si presentava come fitness-model, con un’attività particolarmente intensa su Instagram. Ma oltre a postare foto in posa mentre mostrava i muscoli e video motivazionali c’erano anche messaggi e contenuti religiosi che non sono sfuggiti agli investigatori. Che avrebbero accertato anche la sua frequentazione assidua di una moschea e un’ossessione crescente per un certo fondamentalismo. La pm titolare dell’inchiesta, Gabriele Tilmann, ha chiarito: «Non c’è alcuna prova che facesse parte di una rete jihadista, ma il suo attacco è chiaramente ispirato dall’ideologia islamista». L’analisi dei dispositivi elettronici sequestrati potrebbe fornire ulteriori dettagli sul suo percorso di radicalizzazione. Rispetto alle prime notizie diffuse ieri dalla polizia tedesca sui precedenti penali, le autorità hanno definitivamente rettificato: era presente negli archivi delle forze dell’ordine solo perché citato come testimone in alcuni procedimenti che riguardavano la sua attività di addetto alla sicurezza. L’unica segnalazione che lo riguarda è stata inviata dall’agenzia per il Lavoro che gli contestava di non aver comunicato per tempo di aver intrapreso un’attività lavorativa. Alla fine si è beccato una denuncia per frode dell’indennità di disoccupazione. E il procedimento è stato chiuso dopo il pagamento di una multa. È incensurato, insomma. E, stando agli inquirenti, senza alcun accertato problema di natura mentale. Anche se il quotidiano tedesco Die Welt ritiene che l’afgano «sarebbe stato in cura per disturbi post-traumatici e allucinazioni». Il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier, che ieri ha visitato il luogo dell’attentato, ha dichiarato che «la brutalità di questo atto ci sconvolge e ci lascia attoniti». L’attacco ha avuto un effetto dirompente sulla campagna elettorale in corso per il Bundestag. Olaf Scholz, cancelliere uscente, che oggi sarà a Monaco, nel frattempo si è visto costretto a ricordare le norme varate dal suo governo in materia di sicurezza, sottolineando la sua «personale preoccupazione». E ha affermato che l’attentatore «dovrà essere punito e dovrà lasciare il Paese». Il tema dell’immigrazione e delle norme che dovrebbero regolarla è stata la scintilla che ha scatenato la recente crisi politica al Bundestag, con la Cdu che si è avvalsa dell’appoggio parlamentare dell’Afd di Alice Weidel per fare approvare le sue proposte. Ieri il segretario parlamentare della Cdu, Thorsten Frei, ha definito «urgente» un cambio di passo sulla «politica migratoria e della sicurezza in Germania». Secondo Frei, sono necessari «il blocco degli ingressi illegali e i respingimenti diretti alle frontiere». Il tema è una bomba politica: l’Afd cavalca l’onda del malcontento con richieste di espulsioni di massa. Angela Merkel, ormai fuori dalla scena politica, è intervenuta per criticare l’apertura della Cdu all’Afd, ricordando il pericolo di normalizzare la destra. Ma l’elettorato appare sempre più diviso tra chi chiede una stretta radicale e chi teme derive populiste. Friedrich Merz continua comunque a ribadire che non intende allearsi con Alternativa per la Germania se il voto confermerà il vantaggio che gli garantiscono i sondaggi. Ma l’attentato di Monaco potrebbe aver mischiato le carte.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.