2023-10-30
Stati Uniti pronti al peggio in Medio Oriente
Washington prevede l’allargamento del conflitto tra Israele e Hamas e prepara maggiori tutele per le sue forze nell’area. Ripristinate le comunicazioni a Gaza dopo il pressing americano. Ma nella Striscia è il caos: assaltate le scorte di cibo. Pioggia di razzi dal Libano.Il governo degli Stati Uniti ritiene altamente probabile che l’attuale conflitto israelo-palestinese possa allargarsi e in tal senso sta lavorando affinché le sue forze presenti nell’area abbiano le contromisure necessarie. Lo scrive Axios, citando alcune fonti secondo le quali il tema dell’allargamento del conflitto è stato discusso venerdì scorso (quindi poco prima dell’inizio della seconda fase della risposta militare israeliana a Gaza), dal capo del Pentagono Lloyd Austin e dal ministro della Difesa di Israele Yoav Gallant. Anche Israele ritiene che l’allargamento del conflitto sia inevitabile, visto che l’intelligence è convinta che gli Hezbollah, su ordine di Teheran, aumenteranno esponenzialmente la portata dei loro attacchi (ieri in una sola ora sono stati lanciati sei missili), mentre è in corso la controffensiva a Gaza. E le dichiarazioni su X del presidente iraniano Ebrahim Raisi vanno in questa direzione: «I crimini del regime sionista hanno superato la linea rossa, il che potrebbe costringere tutti ad agire. Washington ci chiede di non fare nulla, ma continuano a dare ampio sostegno a Israele. Gli Stati Uniti hanno inviato messaggi all’Asse della Resistenza (i gruppi sostenuti dall’Iran in Medio Oriente) ma hanno ricevuto una risposta chiara sul campo di battaglia». A proposito degli Usa, il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, in un’intervista alla Cnn ha parlato anche della «responsabilità» del premier israeliano di «tenere a freno i coloni in Cisgiordania». E la Francia gli ha fatto eco, condannado la «violenza inaccettabile» dei coloni. Sotto pressione degli Usa, inoltre, le comunicazioni internet e telefoniche sono state ripristinate a Gaza. Sullivan ha poi confermato l’esistenza di una trattativa sugli ostaggi (che Hamas vorrebbe scambiare con i 7.000 suoi miliziani detenuti in Israele) e di come Hamas usi i civili come scudi umani: «Siamo in trattative sugli ostaggi. E stiamo affrontando una situazione simile con i cittadini americani e di altre nazionalità intrappolati a Gaza. È vero che l’Egitto è pronto a consentire ai cittadini americani e stranieri di attraversare il valico di Rafah ed entrare nel Paese. Gli israeliani non hanno problemi con questo. Hamas sta però prevenendo la loro uscita e presentando una serie di richieste. Non posso parlare in pubblico delle richieste ma sono oggetto della trattativa in corso». Intanto, ieri Biden ha avuto un nuovo colloquio telefonico con Netanyahu, il primo dopo il blitz nella Striscia. Dove Israele ha riaperto il secondo di tre valichi per permettere il passaggio di acqua potabile per un totale di quasi 29 milioni di litri al giorno, mentre ha convocato l’ambasciatore russo dopo la visita di Hamas, ritenuta «una grave mancanza di una condanna del terrorismo» Oggi arriverà a Washington il ministro saudita della Difesa, Khalid bin Salman, fratello del principe ereditario Mohammed bin Salman ed ambasciatore del regno negli Stati Uniti. Sempre secondo Axios, Khalid bin Salman incontrerà Sullivan, il segretario alla Difesa Lloyd Austin, il segretario di Stato Antony Blinken e un gruppo di senatori. Sul campo le operazioni israeliane si susseguono e continuano a morire i capi delle organizzazioni jihadiste. Ieri la Jihad islamica ha annunciato l’uccisione di Taysir Alghouti, membro dell’Ufficio politico dell’organizzazione e con lui sono morti anche i suoi familiari, tutti colpiti nella loro casa di Rafah, mentre in serata è stata annunciata l’eliminazione di Saraya Al-Quds, comandante del battaglione di Nablus della medesima organizzazione. L’esercito israeliano ha diffuso un’infografica con i volti e i nomi di una cinquantina di esponenti di spicco di Hamas uccisi dall’inizio della guerra. Tra loro ci sono Shadi Barud, vicecapo dell’intelligence militare dell’organizzazione terroristica; Jawad Abu Shammala, ministro dell’Economia di Hamas; Jamila al-Shanti, unica donna dell’ufficio politica dell’organizzazione ed Ezzam Abu Raffa, responsabile del sistema dei missili anti tank, dei droni, della sorveglianza aerea, dei parapendii e dell’intera difesa aerea di Hamas. Intanto a Gaza regna il caos, tanto che l’agenzia dell’Onu per i profughi palestinesi (Unrwa) ha parlato di anarchia dopo che i negozi e i centri di distribuzione umanitari sono stati saccheggiati. «Migliaia di persone sono penetrate in più negozi e centri di distribuzione dell’Unrwa nel centro e nel sud di Gaza. È un segno inquietante dell’ordine che crolla per l’assedio e i bombardamenti». Mentre scriviamo si apprende che ci sono stati degli arresti da parte della polizia di Hamas, così come la forza interinale dell’Onu ha reso noto che un peacekeeper ha riportato lievi ferite dopo che sabato scorso alcune granate hanno colpito la base della Forza di interposizione in Libano delle Nazioni unite (Unifil). Secondo il quotidiano Haaretz, gli israeliani avrebbero ordinato la totale evacuazione dell’ospedale al-Quds, un fatto che l’Organizzazione mondiale della sanità ha definito «profondamente preoccupante». Tuttavia, gli israeliani sanno come Hamas abbia i suoi centri di comando all’interno degli ospedali, come visto con lo Shifa Hospital che ospita nei suoi piani interrati il quartier generale delle Brigate Ezzedin al-Qassam, il braccio armato di Hamas. Mentre si combatte, Papa Francesco ha lanciato il suo monito affinché si fermi il conflitto: «Cessate il fuoco a Gaza, fermatevi. La guerra è sempre una sconfitta. A Gaza si lascino spazi per garantire gli aiuti umanitari e siano liberati subito gli ostaggi. Nessuno abbandoni la possibilità di fermare le armi».
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