2022-05-18
Speranza straparla di scienza. Gli scienziati lo sbugiardano
Roberto Speranza (Imagoeconomica)
Nemmeno i tecnici del ministero sanno motivare l’obbligo, che moltissimi medici, da Matteo Bassetti a Maria Rita Gismondo, bocciano. Da lunedì, poi, bavaglio sui voli di compagnie con licenza italiana, sugli altri no: un vero Einstein...A Roberto Speranza piace nascondersi dietro un dito. Specie se il dito è di uno scienziato. Uno che gli regga il gioco, lo trova. Gli altri, finge che non esistano.L’ex assessore all’Urbanistica non vuol saperne di affrancare i ragazzini dal bavaglio. Le mascherine in classe «non sono mai state scelte politiche», ha giurato lunedì, a margine di un evento elettorale a Genova. «Sono scelte tecniche che vanno valutate in quanto tali». Valutiamole: sono una incommensurabile sciocchezza. Nella migliore delle ipotesi, schermano i fanciulli durante le lezioni, ma poi gli stessi studenti, che in aula si presentano bardati, al parco, al bar, al ristorante o allo stadio, sono - vivaddio - liberi di scambiarsi bicchieri, panini, abbracci e baci. Nello scenario peggiore, invece, le mascherine sono un’inutile tortura, della quale neppure il dicastero di Speranza conosce la ratio. Almeno, stando a una clamorosa email di Gianni Rezza. Il direttore della Prevenzione in lungotevere Ripa, rispondendo a uno studio legale fiorentino, che voleva conoscere quali ricerche provassero i vantaggi, in termini di rapporto rischi/benefici, delle protezioni facciali, ha ammesso: «Questa amministrazione […] non è in possesso della specifica documentazione richiesta». In sintesi: il ministro insiste con le mascherine a scuola; sostiene che si tratta di una scelta tecnica; eppure i suoi stessi tecnici non ne sanno nulla. Non solo. Non è nemmeno vero che la fantomatica «scienza», l’oracolo di Delfi dei competenti un tanto al chilo, sposi la linea Speranza. Anzi. Per un Pier Luigi Lopalco che difende le mascherine e un’associazione di pediatri che le definisce un «sacrificio necessario», si trovano decine di altri esperti ben più scettici. zero proveMatteo Bassetti, ex talebano del green pass, sottolinea che «restiamo l’unico Paese, o uno dei pochi, con l’obbligo della mascherina a scuola. Non ci sono dati certi sul ruolo che le mascherine hanno avuto nel ridurre la trasmissione del contagio nelle scuole». Emblematico il caso della California, dove il bavaglio coatto, che vigeva tra i banchi da agosto 2021, non ha minimamente limitato la variante Omicron. Al contrario, da quando l’imposizione è stata soppressa, il 12 marzo scorso, i contagi sono crollati. E uno studio spagnolo, uscito due mesi fa, dimostrava che gli obblighi di mascherina a scuola «non sono associati a una minore incidenza o trasmissione del Sars-Cov-2». Perciò Bassetti conclude che, al contrario di quel che va pontificando il compagno potentino, sull’insensata vessazione degli alunni «ha deciso solo la politica».Anche Guido Rasi, già consulente dell’ex commissario Francesco Paolo Figliuolo, nell’ultimo mese di lezioni, lascerebbe «liberi i bambini e i ragazzi dall’obbligo di mascherina. Dopo la scuola hanno una vita sociale e tante interazioni che non prevedono più» la necessità di coprirsi bocca e naso. In una recente intervista alla Verità, Maria Rita Gismondo ha denunciato i danni psicologici che causeranno questi apparentemente salvifici pezzi di stoffa, inducendo, soprattutto i più piccoli, a metabolizzare «il concetto che l’altro non è l’amico da conoscere ed esplorare, ma l’untore». Bisognerebbe tenerne conto. Financo il «pandemicamente corretto» presidente dell’Ordine dei medici, Filippo Anelli, sostiene che distanziando i banchi e tenendo le finestre aperte - fattibile, con l’estate incipiente - «si può pensare a eliminare la mascherina a scuola». Un prudentissimo compromesso lo propone, alla Verità, il pediatra Gian Vincenzo Zuccotti: «Visti i tassi di vaccinazione raggiunti e visto che l’infezione, nei più giovani, è quasi sempre blanda, basterebbe che a portare le mascherine fossero gli alunni delle classi in cui ci sono bambini fragili». Le soluzioni, insomma, esistono. Ed è meglio non tirare fuori, come ha provato a fare il Corriere della Sera, il modello New York, «dove ci si avvia a ripristinare il livello alto di allerta» per il Covid. Il sindaco Eric Adams, ieri, ha invitato i manager ad andare al lavoro in metro, per dare un segnale di ritorno alla normalità. E nella Grande Mela non sarà ripristinato alcun obbligo di mascherina al chiuso. pasticcio in volo Così, dopo Giovanni Toti, Matteo Salvini e il sottosegretario all’Istruzione, Rossano Sasso, a esprimersi contro la bardatura facciale con 30 gradi all’ombra è stato, ieri, Andrea Costa, sottosegretario alla Salute: «Sono convinto, e lo sostenevo già prima», ha commentato, «che soprattutto durante le lezioni, quando ragazzi e bambini sono seduti al proprio posto, si possano togliere le mascherine. Mi auguro ci possa essere lo spazio per fare una riflessione, pur se siamo vicini alla scadenza dell’anno scolastico». Mentre loro riflettono, appunto, i giorni passano. Speranza blinda la dottrina sunnita sul velo. E l’Italia, ostaggio del comunista lucano, viaggia contromano pure in aeroplano. Ieri, l’Enac ha comunicato le nuove linee guida sull’uso dei dispositivi di protezione a bordo dei velivoli. Resta il delirio che La Verità ha anticipato: mascherina obbligatoria, però solo sui voli gestiti da compagnie con licenza italiana. Quindi, sull’Ita Airways da Roma a Milano si sta a volto coperto; sul Ryanair da Milano a Dublino no. Sicuro, ministro, che ce lo prescriva la scienza? Un aereo vien voglia di prenderlo sul serio. Per scappare da Speranza.
Jose Mourinho (Getty Images)