2024-08-27
Speranza dà dei complottisti anche ai parenti delle vittime
L’ex ministro monta un caso parlamentare perché la Fondazione An ha dato soldi all’associazione che poi ha fatto l’esposto per la gestione della pandemia nella Bergamasca. Per lui la ricerca della verità è eversiva.Sbagliava chi lo prendeva in giro per l’ipocondria («Sono nervoso al pensiero di qualsiasi aggregazione di più di due persone, mi turba persino veder passare le automobili per strada», scriveva Roberto Speranza nei primi giorni della pandemia): la vera faccia dell’ex ministro della Salute, alla lunga, non è esattamente quella dell’uomo delle istituzioni, timido e garbato, che dedica il suo libro «a chi ogni giorno fa il proprio dovere, a chi si batte contro il virus, a chi non ce l’ha fatta». Al contrario, è proprio contro chi ha cercato di aiutare i parenti di «chi non ce l’ha fatta» che si è rivolta l’ultima, scomposta intemerata dell’esponente piddino dopo aver appreso da Repubblica che la Fondazione Alleanza Nazionale, vicina al governo di Giorgia Meloni, avrebbe commesso quello che, per Speranza, corrisponde evidentemente a un reato: finanziare soggetti o associazioni che volevano far luce sulla gestione pandemica. Come se rivolgersi alla magistratura per avere giustizia, in Italia, equivalga a far parte di associazioni eversive. «Troviamo gravissimo (sic!, ndr) il sostegno fornito all’associazione “Sereni, vittime del Covid” con un versamento da 25.000 euro. Proprio dagli esposti di quell’associazione è partita l’indagine della procura di Bergamo. Quei procedimenti penali, molto clamorosi, ripresi dai media di mezzo mondo, si sono chiusi per me e l’ex premier Giuseppe Conte con provvedimento di piena archiviazione», ha evidenziato in una nota il deputato democratico. Ed è per questo motivo che il gruppo parlamentare del Pd della Camera ha annunciato la presentazione di una interrogazione parlamentare.La dinamica è chiara. Che la sinistra mondiale, come ha osservato Boni Castellane, stia impostando la propria piattaforma politica sui reati di pensiero è ormai chiaro. Che le istituzioni si siano ormai piegate al nuovo corso censorio è un dato di fatto, come dimostra l’arresto a Parigi del proprietario della piattaforma Telegram per violazione del Digital Service Act europeo (Dsa), la legge mordacchia in salsa Ue. Ma che per ex esponenti istituzionali perfino i parenti di vittime Covid possano assurgere al rango di eversori, cui non dovrebbero essere concessi finanziamenti a supporto della loro dolorosa ricerca di verità e giustizia, è un capolavoro di surreale dispotismo che era difficile immaginare, per quanto, dopo lo spietato faccia a faccia dell’ex ministro con un uomo finito in sedia a rotelle subito dopo la prima dose di vaccino, c’era forse da aspettarselo: «Con le vostre magliette voi ammazzate le persone» aveva detto mesi fa Speranza a un uomo che si era presentato al suo cospetto in sedia a rotelle con una t-shirt recante la scritta «Vaccinato e danneggiato». Il nuovo capo d’imputazione, insomma, è «lesa maestà».L’associazione «Sereni, vittime del Covid» è nata in provincia di Bergamo - una delle aree maggiormente colpite dalla pandemia da Covid - a dicembre 2021, «come evoluzione del Gruppo “Sereni”, nato nel maggio del 2020», si legge sul sito. La presidente è l’insegnante bergamasca Cassandra Locati che, insieme con la sorella Consuelo, aveva aperto un blog «per raccogliere, nell’incubo di quei mesi di gravi perdite e di lockdown, il dolore e le testimonianze di chi aveva perso un proprio caro durante la prima ondata della pandemia da SarsCov2». L’associazione ha poi depositato un esposto alla procura di Bergamo per chiedere giustizia sulle migliaia di persone decedute in quei primi, drammatici mesi.La Fondazione An, nel cui consiglio d’amministrazione sedevano il ministro Francesco Lollobrigida, il viceministro Edmondo Cirielli e il presidente del Senato Ignazio La Russa, si sarebbe macchiata - secondo Speranza - della grave colpa di aiutare l’associazione vittime Covid. È bastata la pubblicazione su Repubblica per alzare un polverone in tutto il gruppo Pd. Non è un caso che le voci più rumorose siano state proprio quella dell’ex ministro e dell’ex sottosegretario Sandra Zampa (che nel passaggio dal governo Conte al governo di Mario Draghi perse l’incarico istituzionale e fu fatta rientrare al ministero come «consulente per la comunicazione») la quale ha chiesto alla premier Giorgia Meloni di rendere conto in Parlamento del finanziamento: «Quei soldi servivano a pagare le spese legali dell’esposto? Non sarà per caso che alla luce del fallimento dell’iniziativa giudiziaria si è voluto istituire la commissione parlamentare Covid con la finalità di raggiungere gli obiettivi che in tribunale non si sono potuti ottenere?».Già, la commissione: più ancora che i finanziamenti della Fondazione An, sembra che sia questa a far tremare le vene e i polsi all’ex ministro Speranza, che non a caso la cita nella sua nota nel maldestro tentativo di delegittimarla: «Forse il lavoro d’inchiesta in Parlamento andrebbe indirizzato proprio verso queste pesantissime ombre (della Fondazione An, ndr)», ha dichiarato.I lavori spazieranno, come ha annunciato uno dei membri, il senatore Lucio Malan (Fdi), dai danni da vaccino alle sedicenti basi scientifiche su cui hanno poggiato restrizioni e provvedimenti illiberali e antiscientifici come il green pass, dai contratti secretati sui vaccini alla congruità della comunicazione istituzionale. Decisioni politiche che hanno spaccato la società italiana e danneggiato la ricerca scientifica, e che vedono protagonista proprio Roberto Speranza.
Nel riquadro Roberto Catalucci. Sullo sfondo il Centro Federale Tennis Brallo
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