2021-11-23
Spazio, la Germania verso il veto
Vittorio Colao (Getty Images)
Domani, a Parigi, i tedeschi dovrebbero porre rilievi all'accordo tra Italia ed Esa per la gestione dei fondi Pnrr per lo Spazio. La contesa è sulla sovranità nazionale.Domani giorno importante per il settore dello Spazio. A Parigi si tiene l'Esa Financial Committe e la Germania svelerà le carte. Stando a quanto risulta alla Verità i rappresentanti di Berlino dovrebbero porre seri rilievi nei confronti della stipula del patto tra Italia ed Esa. L'accordo, proposto dal ministero retto da Vittorio Colao, che prevederebbe di dare in gestione all'ente europeo tutti i fondi del Pnrr relativi allo Spazio. I punti che hanno fatto storcere il naso ai tedeschi sono principalmente due. Il primo riguarda l'opportunità stessa di affidare a terzi fondi poi vigilati dall'Ue con il rischio che vada a sovrapporsi ai budget di altri Paesi. Il secondo, e più dirimente, è quello temporale. Il contratto ideato da Colao durerebbe fino al 2026 e quindi violerebbe le stesse regole Esa scavalcando il long term workplan stabilito ogni tre anni dalla ministeriale competente. Anche la Francia, che per certi versi avrebbe da guadagnarci, sembra disposta ad allinearsi ai tedeschi. L'obiettivo italiano è infatti affidare a Bruxelles - bene ribadirlo - la gestione, il coordinamento e la messa a terra di tutti i progetti spaziali inseriti nel Pnrr da gennaio prossimo fino al 31 dicembre 2022. Per la casse dell'Esa transiteranno i soldi e soprattutto la contrattualistica con le aziende incaricate. Ma non solo. Il governo italiano pagherà l'ente europeo per gestire i nostri soldi o, come dice il mainstream, per gestire i soldi che l'Ue ci presta. L'Esa riceverà 106 milioni di euro nel lasso di tempo dell'intero contratto. Il board Esa incaricato di coordinare il nostro Pnrr, approverà gli step di ciascun progetto, ne monitorerà il graduale avanzamento e redigerà i report annuali per le proposte attuative. Visto che l'Ue verserà i soldi cammin facendo e solo se i progetti rispettano tempistiche e direttive, immaginare che si crei un cortocircuito non è difficile. C'è poi un aspetto non secondario e riguarda la sicurezza nazionale e la sovranità dei dati. Aspetti che non possono essere sottovalutati e che, probabilmente, i tedeschi colgono meglio di noi. Affidare i soldi di un intero settore direttamente all'Esa potrebbe essere un precedente che le altre nazioni non sembrano disposte a gradire. Per un semplice motivo: alla fine si cede sovranità. Non a caso è intervenuto anche il Copasir, sentendo i vertici della nostra Asi che nei fatti finirebbe commissariata. Sarà quindi importante capire la posizione del Copasir in vista del comitato interministeriale del prossimo primo dicembre che potrebbe bloccare l'iniziativa del ministero dell'Innovazione tecnologica. La presenza francese dentro l'Esa non è un tema da sottovalutare vista l'attitudine aggressiva di Parigi e vista l'imminente chiusura del Trattato del Quirinale. All'interno del testo bilaterale tra i due Paesi il capitolo dedicato allo Spazio fino a ora risulta in bianco. Il nesso tra la mossa in partnership con Esa e la chiusura del Trattato è a questo punto evidente e rischia di inficiare il futuro dell'industria spaziale italiana nei prossimi decenni o addirittura per sempre. Vedremo nel frattempo che succederà domani a Parigi.
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