Oggi la Camera vota il dl: messa la fiducia. Sì al Senato entro il 29. Ecco cosa cambierà. Matteo Salvini: «L’intervento su Milano si farà».
Oggi la Camera vota il dl: messa la fiducia. Sì al Senato entro il 29. Ecco cosa cambierà. Matteo Salvini: «L’intervento su Milano si farà».Oggi alla Camera voto sul Salva casa, su cui è stata posta la fiducia. Poi il testo passerà al Senato, dove arriverà il via libera definitivo entro il 29 luglio. La norma è stata voluta dal vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini. Come fa sapere lo stesso ministero delle Infrastrutture, «il decreto legge contiene disposizioni urgenti e puntuali per salvare le nostre case da una normativa rigida e frammentata, fatta di procedure amministrative incerte che ostacolano la commerciabilità dei beni e precludono l’accesso a mutui, sovvenzioni e contributi. Non si tratta di un condono: il decreto interviene solo nelle casistiche di minore gravità».Resta fuori dal decreto la misura chiamata «salva Milano» che avrebbe dovuto sanare le questioni urbanistiche legate ai presunti abusi edilizi su cui sta indagando la Procura milanese. Proprio in merito a questo, Salvini ieri ha fatto sapere che la norma legata al capoluogo lombardo «troverà spazio in altre norme, se saranno tutti d’accordo. Io non impongo nulla sulla testa di nessuno, sono strafelice della semplificazione per milioni di famiglie che c’è nel Salva casa». Il leader della Lega non ha, peraltro, confermato che l’emendamento potrà trovare spazio nel dl Infrastrutture, all’esame della commissione Ambiente e lavori pubblici di Montecitorio. Ecco, dunque tutte le misure previste dal decreto Salva casa.Grazie al decreto sarà possibile rilasciare il certificato di agibilità anche per gli immobili di misure che prima non sarebbero state ritenute regolari perché troppo esigue. In dettaglio, la superficie minima per una persona scende da 28 a 20 metri quadri, e per due persone, da 38 a 28. Sforbiciata anche per le altezze minime degli appartamenti, ridotte da 2,7 a 2,4 metri. I locali in questione devono fare parte di edifici migliorati o ristrutturati per garantire condizioni igienico sanitarie idonee.È stata uniformata la disciplina legata ai cambi di destinazione d’uso. Nel caso del passaggio senza opere sarà richiesta solamente la Scia (la Segnalazione certificata di inizio attività che costituisce uno dei principali adempimenti amministrativi da compiere per iniziare, modificare o cessare un’attività edilizia). Per il mutamento d’uso con opere sarà necessario essere in possesso del titolo per l’esecuzione. Spetterà, però, alla leggi regionali individuare le zone consentite in cui sarò possibile trasformare gli spazi per ottenere unità abitative poste al primo piano o seminterrate.Con il decreto arrivano novità per le tolleranze nelle opere realizzate entro il 24 maggio 2024. Nel caso di immobili al di sotto dei 60 metri quadrati, possono essere tollerati scostamenti nelle misurazioni fino a un massimo del 6%. Nelle aree sismiche si deve fare riferimento alle norme vigenti al momento dell’intervento, anche se l’amministrazione locale può prescrivere interventi per rispettare le norme attuali. Addio anche agli adempimenti del tecnico per la salvaguardia dei diritti dei terzi, diminuendo così i suoi compiti e i costi relativi. Secondo il testo della norma, per determinare lo stato legittimo ci si deve attenere all’ultimo titolo abilitativo rilasciato e, inoltre, spetta all’amministrazione di competenza controllare la legittimità dei titoli pregressi.All’interno del Salva casa è prevista la possibilità di realizzare interventi di edilizia libera come il ricorso alle vetrate mobili e trasparenti (le Vepa) in tutti i porticati, rientranti o meno all’interno dell’edificio. È inoltre consentita l’installazione di strutture di protezione dal sole e dalle intemperie, come tende a pergola con telo retrattile o elementi regolabili, comprese le tende bioclimatiche.Un emendamento consente di prorogare da 90 a 240 giorni il termine ultimo oltre il quale l’amministrazione comunale ha facoltà di rilevare gratuitamente un’area abusiva che non è stata sanata come ordinato dal dirigente comunale con la rimozione o demolizione di interventi irregolari. I proventi delle sanzioni saranno specificatamente destinati alla realizzazione di interventi di rigenerazione urbana, finalizzate anche all’incremento dell’offerta abitativa.Le leggi regionali sull’edilizia trattano le parziali difformità in modo differente. Il Salva casa intende risolvere questo problema estendendo il regime semplificato del decreto legge anche alle «variazioni essenziali» per uniformarne le regole. In caso di difformità minori, questa procedura è valida anche per gli immobili con vincoli storici, artistici e ambientali. In più, si limita il tipo di interventi prescrivibili dagli sportelli unici per rilasciare il titolo in sanatoria. Lo scopo è rendere più semplice e uniforme la sanatoria degli interventi edilizi.Secondo il testo della norma, per accedere alla sanatoria è previsto il pagamento di una somma non inferiore a 1.032 euro e non superiore a 10.328 ove l’intervento sia eseguito in assenza o in difformità dalla segnalazione certificata di inizio attività e in misura non inferiore a 516 euro e non superiore a 5.164, nei casi in cui l’intervento risulti conforme alla disciplina urbanistica ed edilizia vigente sia al momento della realizzazione dello stesso, sia al momento della presentazione della domanda.Viene introdotta una nuova norma al fine di regolarizzare interventi edilizi eseguiti in parziale difformità rispetto al titolo prima dell’introduzione del permesso di costruire. In questo caso è prevista una procedura specifica per varianti in corso d’opera su titoli rilasciati prima del 1977, permettendone così la loro regolarizzazione. Va ricordato che le parziali difformità non richiedono regolarizzazione se non è stato emesso un ordine di demolizione e se è stata rilasciata la certificazione di abitabilità o agibilità.Via a una sanatoria per tutti gli interventi soggetti a particolari vincoli che non avevano ottenuto il preventivo accertamento della compatibilità paesaggistica. La sanatoria, in particolare, riguarda immobili autorizzati dal Comune prima dell’entrata in vigore del nuovo Codice dei beni culturali del 2006.Per venire incontro alle esigenze di coloro che abitano in immobili colpiti dal disastro del Vajont del 9 ottobre 1963, il decreto facilita ora l’ottenimento del certificato di abitabilità o di agibilità per tutti gli immobili ricostruiti che sono stati colpiti dalla tragedia. In questo modo il certificato di collaudo o di regolare esecuzione dei lavori sarà valido a tutti gli effetti come certificato di abitabilità o di agibilità.Al fine di aumentare l’offerta abitativa, pur evitando di costruire nuove strutture, è stato dato il via libera a un emendamento che incoraggia il ricorso all’utilizzo di sottotetti, sempre secondo le procedure e le modalità previste da ogni regione italiana.
Giancarlo Tancredi (Ansa)
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