2022-05-22
Soldi pubblici per i capannoni cinesi. Ecco il bluff sulla bonifica di Taranto
L'arsenale di Taranto (Ansa)
Dopo due anni dallo spot del grillino Mario Turco, al via il regalo a Ferretti, controllata da una società di Pechino: 162 milioni per la riqualificazione della Yard Belleli. Assorbiti 200 dipendenti sui 500 in cig e incognita sul piano.Il porto di Taranto consegnato ai cinesi ma con i soldi dei contribuenti italiani. A darne l’annuncio venerdì 20 maggio la Sogesid, società in house tra il Mite e il ministero dei Trasporti, che si occupa di lavori di ingegneria e bonifica. Infatti tutto il porto di Taranto rientra nell’area Sin, ovvero dei Siti di interesse nazionale per i quali è necessaria la bonifica: in particolare poiché interamente costruito su loppa e altri scarti di altoforno. Quest’area, però, non fa parte di quelle di pertinenza del commissario straordinario per le bonifiche, né di quelle dei commissari Ilva, ma è stata affidata al presidente dell’Autorità portuale. Il quale, per velocizzare i lavori, derogando alle leggi del codice degli appalti, è stato nominato anche commissario straordinario del porto. Il Partito democratico, prima col ministro Delrio, poi col ministro De Micheli, ha nominato commissario e presidente del porto di Taranto l’avvocato Sergio Prete. Dal 2008, la Sogesid ha l’appalto per effettuare i lavori di bonifica della falda dello Yard Belleli (che però si limitano alla messa in sicurezza e al capping, non prevedendo quindi una bonifica completa). Una zona che, fino agli anni Ottanta, era occupata dai cantieri che producevano piattaforme petrolifere. Poi l’attività è fallita con 1.500 persone per oltre 20 anni in cassa integrazione straordinaria fino alla pensione.Il 20 maggio, sul suo sito, la Sogesid ha annunciato che la «ex Yard Belleli» è pronta a rinascere, con la bonifica ambientale e un nuovo investimento privato: si tratta di una storica zona industriale - hanno spiegato dalla società - che si affaccia sul molo polisettoriale tarantino, oggi dismessa, scelta dal gruppo Ferretti, leader mondiale nella nautica di lusso, per la realizzazione di un cantiere navale. In realtà, non è stata Ferretti ad aver scelto Taranto, ma è stata invitata su un piatto d’argento dal governo Conte bis. L’idea, lanciata dall’allora sottosegretario Mario Turco, fu ufficializzata dal premier Giuseppe Conte, che difese l’investimento attenzionato dal Copasir per le mire cinesi sul porto tarantino. La Ferretti è infatti per l’85 per cento di proprietà della Weichai, gruppo pubblico della Repubblica popolare cinese. Inoltre la concessione per gli scali commerciali è stata data ai turchi di Yilport, concessione ambita dai cinesi di Cccc. Ma da quando i turchi sono arrivati a Taranto non hanno ancora rispettato il piano industriale (mai pubblicato), con un sostanziale stallo che coinvolge navi, operai e lavori non effettuati. Uno dei motivi è che l’Autorità portuale, con Sogesid, ancora non riesce a fare i lavori per la cassa di colmata, che non risulta sicura per l’ambiente. Per questo voci insistenti dicono che i cinesi sono intenzionati a prendere pure la concessione dai turchi. A questo si aggiunge l’arrivo di Ferretti che ha preso la concessione dello Yard Belleli di Taranto per 40 anni. Il progetto annunciato l’8 aprile 2020 da Mario Turco inizialmente prevedeva 35 milioni di fondi pubblici e 85 di Ferretti, per 400 occupati. Questo invece ha comunicato Sogesid di venerdì: «Una convenzione che è stata recentemente integrata con nuove attività e stanziamenti economici, fino a raggiungere circa 138 milioni di euro, cui se ne aggiungono altri 62 da fonte privata, che fanno dunque superare la soglia dei 200 milioni di investimenti complessivi per lo sviluppo dell’area». Nel frattempo i posti sono diminuiti a 200 (neanche sufficienti per i 500 cassintegrati portuali di Taranto dal 2012): un milione di euro per ogni posto di lavoro. Di cui 138 milioni pubblici e 62 privati. Gli ultimi sono arrivati per il tramite del ministro Mara Carfagna, nonostante proprio Antonio Tajani avesse lanciato l’allarme del porto di Taranto ai cinesi.Una montagna di denaro, ancora non si capisce per fare cosa: Ferretti non ha mai pubblicato un piano industriale, né si trova sui siti di Mise, Mite, ministero Trasporti o autorità portuale. E così se dopo la firma dell’accordo con la Regione Puglia che ha dato a Ferretti altri 42 milioni, Michele Emiliano festeggiava con un selfie con l’ad Alberto Galassi «l’arrivo di 1.500 posti di lavoro»; l’amministratore delegato Ferretti in una intervista al Corriere della Sera lo scorso 8 settembre spegneva molti entusiasmi: «Non faremo cantieri a Taranto perché mancano artigiani e fornitori che sono fondamentali per le nostre navi. Taranto è baricentrica rispetto ai nostri cantieri tirrenici e adriatici: lì possiamo produrre e mandare gli scafi a est o a ovest, ma fare un cantiere in Puglia, ora, non è possibile». Confermando dunque l’interesse solo per il porto. E per i cospicui fondi pubblici. Lo ammette Sogesid nel suo comunicato: «Per quanto a carico della parte pubblica, come ad esempio la costruzione delle fondazioni, dei capannoni e dei fabbricati secondo il progetto dell’azienda, è previsto che Sogesid svolga attività di Responsabile del Procedimento, diriga i lavori e collaudi le opere terminate. Sono diverse le attività ambientali che il Commissario del Porto di Taranto avvalendosi del supporto di Sogesid, realizza in area portuale: dal dragaggio per la realizzazione della cassa di colmata sul quinto sporgente a una serie di attività disciplinate in un nuovo protocollo d’intesa, che prevede una collaborazione su vari interventi ambientali nelle aree del Sito d’interesse nazionale e in particolare sul Mar Piccolo: dalle banchine al risanamento dei fabbricati, da nuove attività di dragaggio a opere di protezione dell’agitazione ondosa, fino alla cooperazione su grandi progetti quali l’Eco industrial park e l’acquario». In realtà la cassa di colmata non riescono a farla, l’Eco park viene raccontato da almeno trent’anni, e il famoso acquario green è stato stralciato da Mario Draghi. Chissa se Ferretti, oltre a prendere soldi e porto, farà qualcosa.